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I suoni della strada</br>Intervista a Christophe Chassol

I suoni della strada
Intervista a Christophe Chassol

Abbiamo intervistato Christophe Chassol in occasione del concerto che si terrà a Roma domani sera, venerdì 4 novembre,  in occasione del Romaeuropa Festival presso il Monk Club (via Giuseppe Mirri 35) alle ore 22. L’artista francese presenterà il suo ultimo album “Big Sun”, il terzo di una trilogia caratterizzata dalla rielaborazione dei suoni più diversi. Il concerto è realizzato grazie alla collaborazione con La Francia in scena, la stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia. Dopo il concerto di Chassol  sarà la volta della New Arabic Music del duo Jerusalem in my heart.

Di Eugenio Mirti

Hai definito “Big Sun” come un disco di genere “Ultrascore”; ci spieghi le caratteristiche di questo stile?
Iniziò tutto come un neologismo nato per gioco nel 2006, quando iniziai a realizzare le armonizzazioni video, ma poi è rimasto. Essenzialmente è un film nel quale la colonna sonora è “ultra”, nel senso che è composta con i suoni del video stesso, in opposizione alle colonne sonore tradizionali.

Questo progetto omaggia le tue radici della Martinica: come hanno influenzato la tua musica e la tua vita?
Mio papà Eugène Chassol era un clarinettista e aveva diverse band di jazz/beguine. Portava me e mia sorella alle prove, ci chiedeva di imparare gli accordi o i temi di band indiane o dei Caraibi come i Malavoi o La Perfecta. I miei genitori a casa parlavano francese e creolo e ogni due anni passavamo due mesi in Martinica, così questo patrimonio è sempre rimasto in me e mi ha influenzato.

Big Sun” mescola voci, canti di uccelli, jazz, rock, flauti… mood musicali differenti e suoni diverso. Come lavori alle composizioni?
Cerco di trovare sequenze di accordi che mi emozionino; poi le suono tutto il tempo, le registro al pianoforte, ci penso costantemente, le metto nel telefono, cammino alla quattro del mattino con questi suoni nelle orecchie. Quando arriva una melodia che mi sembra sufficientemente potente, che di nuovo deve avere la forza di emozionarmi, la inserisco.

Come è nata l’idea di usare rumori e suoni della strada?
Nacque nel 2005 con l’avvento di Youtube. Da quando avevo dieci anni ho sempre lavorato a film, ed ero quindi pratico di sincronizzazioni. Così feci lo stesso con tutti i viedo di Youtube che mi piacevano, e mi resi conto che potevo usare i suoni stessi dei video per “musicarli”. Il metodo di lavoro non ha un ordine preciso; nella mia “borsa degli attrezzi” ci sono progressioni armoniche, suoni concreti, melodie, tante idee e suoni differenti, che organizzo insieme editandoli con un software video.

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Hai avuto esperienze diverse: direttore d’orchestra, compositore di colonne sonore, compositore per pubblicità, performer: una scelta consapevole o il caso?
Una scelta molto consapevole, ma mi sento molto fortunato nell’essere riuscito a compierla. Sostanzialmente è nato tutto perchè dovevo guadagnare soldi per acquistare tempo, così inizi a fare tutto quello che un pianista o un compositore fanno, e sono tante cose…

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dei lavori con lupi, uccelli e cervi.