
17 agosto 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Valerio Virzo, in qualità di direttore artistico di Feudo Casa del Jazz, per aver risposto al nostro invito.
FEUDO CASA DEL JAZZ 2020
Date > 3 agosto – 30 settembre
Luogo > Sant’Agata de’ Goti, BN
Web > www.feudocasadeljazz.wixsite.com
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
Ho deciso di “agire” dai primi giorni del lockdown perché ho capito subito che quest’anno molti musicisti avrebbero purtroppo posato gli strumenti, e ho quindi “approfittato” per far partire la prima edizione di Feudo Casa del Jazz. L’intento è quello di creare negli anni una realtà ancora inesistente nel sud Italia (c’era Pomigliano ma ora è diventato cortissimo ed esterofilo più che mai) e la scelta di partire con dei workshop è stata presa perché quest’anno i concerti sono in forse; il mio desiderio è che la nostra visibilità all’interno della jazz community aumenti esponenzialmente nel tempo, forti del fatto che stiamo agendo ora, post Covid, e un workshop di due mesi dovrebbe quantomeno destare interesse.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
Abbiamo solo evitato i concerti per quest’anno, ma ancora non è detta l’ultima parola, se i decreti dovessero sbloccare le relative leggi, alla fine di ogni workshop tenteremo di organizzare, nella domenica, giorno lasciato libero di proposito, i concerti anche nelle piazze del resto del Feudo, oltre all’evento che sarà comunque organizzato all’interno di Palazzo Rainone Mustilli alla fine di ogni masterclass.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
Benissimo, direi, in modo molto solidale, e ci aspettiamo una grande affluenza di allievi, uditori e pubblico, visto che ogni sera ci sarà la jam session a porte aperte oltre al concerto e alla gran cerimonia di chiusura alla fine di ogni workshop.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
Ci porteremo addosso un inizio coraggioso in un momento organizzativo difficilissimo, motivo per il quale abbiamo grande fiducia anche negli anni futuri, dove tutto sarà (mi auguro) più facile.