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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – JazzAltro

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – JazzAltro

26 agosto 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Mario Caccia, in qualità di direttore artistico di JazzAltro, per aver risposto al nostro invito.

JAZZALTRO 2020

Date > da giugno a dicembre

Luogo > Provincia di Varese

Web > www.jazzaltro.it

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Alcune amministrazioni a metà giugno ci hanno chiesto di riattivarci per dare un segno, una testimonianza della voglia di ricominciare.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Abbiamo fatto di necessità virtù! I budget ulteriormente ribassati dalle amministrazioni, a causa delle spese sostenute per l’emergenza sanitaria, e le tempistiche strettissime, nonché le disposizioni e norme anti Covid, ci hanno spinto a puntare di più sulla comunicazione digitale (non abbiamo quindi stampato brochure cartacee, ma solo un manifesto riassuntivo affisso nei Comuni della zona compresi nella prima parte di stagione). I posti contingentati hanno determinato nuove dinamiche per la gestione del registro delle prenotazioni, etc. Tutto sommato, nonostante ogni attività sia stata più laboriosa, abbiamo registrato anche una maggiore partecipazione concreta da parte dei Comuni, che in genere delegano tutto o quasi, e che questa volta si sono dimostrati invece più sensibili e collaborativi a risolvere alcune questioni normative e burocratiche.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Abbiamo invitato artisti che normalmente avevano calendari molto fitti nel periodo estivo, i quali hanno candidamente ammesso di essere al loro primo concerto stagionale, con grande emozione e speciali manifestazioni di ringraziamento. Il pubblico è stato altrettanto riconoscente per aver riempito un vuoto che cominciava a pesare sullo spirito degli appassionati. In generale, c’è la sensazione che i concerti dal vivo abbiano dinamiche non riproducibili in modalità virtuale, e il fatto che la gente percepisca tutto questo con forza.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Sicuramente abbiamo avuto modo di apprezzare i nuovi strumenti comunicativi, e in futuro svilupperemo ulteriormente la comunicazione digitale a sfavore di quella tradizionale, senza tuttavia rinunciarvi del tutto.