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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Peperoncino Jazz Festival

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Peperoncino Jazz Festival

26 agosto 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Sergio Gimigliano, in qualità di direttore artistico del Peperoncino Jazz Festival, per aver risposto al nostro invito.

PEPERONCINO JAZZ FESTIVAL 2020

Date > luglio – settembre

Luogo > Più di trenta città della regione Calabria

Web > www.peperoncinojazzfestival.com

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Il più rimane ancora da fare, per questo il futuro è meraviglioso! Nonostante la grande confusione e le continue variazioni di visione governativa e non, non abbiamo mai pensato di fermarci, anzi, organizzare il festival è stato un modo per dare il nostro contributo alla ripartenza, sia economica che sociale. Il risultato che si vede è frutto di una rete consolidata di partner pubblici e privati, costruita con grande passione e professionalità in quasi venti anni di vita del festival. La cultura è fondamentale, soprattutto per una regione come la Calabria, che ha ancora tanto da fare e da comunicare.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

A dir la verità non abbiamo apportato alcuna variazione alla nostra cifra organizzativa. Un evento come il nostro, soprattutto in un periodo così delicato, è risultato altamente sostenibile, sia dal punto di vista economico che sociale. Costa il giusto, fa grande promozione del territorio coinvolto e, soprattutto, non crea assembramenti. Anzi, crediamo e speriamo che questa tipologia di evento sia da esempio e da stimolo per i nostri amministratori, affinché rivalutino il concetto di promozione e diffusione della cultura. Oggi, più che mai, è necessario abbandonare la politica dell’evento e tornare a situazioni in cui è possibile ritrovare il rapporto con il pubblico, proponendo musica di qualità e non solo di “quantità”.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Benissimo! Nulla era scontato e gli artisti coinvolti e il pubblico hanno reagito in maniera entusiastica, stando entrambi molto attenti al rispetto delle regole. Un pubblico perfetto, che ha prenotato ogni concerto e compreso le nuove regole per assistere a un evento dal vivo. Abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere quotidianamente attestati di stima e affetto per il nostro lavoro, questa è la nostra migliore ricompensa!

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Proprio perché nulla è scontato, abbiamo deciso di chiamare questa nostra diciannovesima edizione “PJF Limited Edition”. Questo sottotitolo ha un doppio significato, forse dicotomico. “Limited” perché speriamo sia l’ultima edizione con l’obbligo del distanziamento fisico, la musica è condivisione, socialità e anche fisicità. E poi, sempre “Limited” perché, nonostante tutto, siamo riusciti a mettere in campo (in pochissimo tempo) un programma interessante sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo (quarantuno concerti in ventidue diverse città).