
5 settembre 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Vincenzo Staiano, in qualità di direttore artistico di Rumori mediterranei, per aver risposto al nostro invito.
RUMORI MEDITERRANEI 2020
Date > 21 – 30 agosto
Luogo > Roccella Jonica, RC
Web > www.roccellajazz.org
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
Le date e il programma della manifestazione erano stati fissati a gennaio e prevedevano attività a luglio (una settimana) e dal 4 al 19 agosto. Si stava lavorando per la celebrazione del quarantennale del festival ed erano state programmate iniziative di vario tipo, quali concerti, mostre, convegni e attività formative. Successivamente le date di luglio sono state abolite, a causa del lockdown, e quelle di agosto posticipate dal 21 al 30, perché è stato preventivato un ritardo nell’attribuzione dei fondi da parte dell’ente che, in larga parte, patrocina la manifestazione.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
Il programma originale stilato a gennaio è stato ripensato e modificato a giugno, da una parte per rispettare le restrizioni imposte dai decreti anti Covid e, dall’altra, per adattare le attività del festival al format previsto dal Bando “Marchio grandi eventi” della Regione Calabria, che premia lo svolgimento di attività mirate a valorizzare i beni culturali del territorio in cui si svolge la manifestazione. Nel caso di Rumori Mediterranei, la Locride. A causa della difficile gestione del distanziamento sociale, sono state abolite tutte le attività didattico-formative e una ventina di concerti previsti (all’aperto e al chiuso) in alcune tradizionali location del festival. Come venue, a Roccella si è optato per il solo uso del Teatro al Castello (che ha una capienza di tremila spettatori, ma nell’attuale contesto di distanziamento può accoglierne solo settecento), mentre i comuni limitrofi di Locri, Monasterace e Marina di Gioiosa hanno accolto la proposta di ospitare altri eventi in alcune aree archeologiche dislocate all’interno del loro territorio. È stata anche ridotta al minimo la partecipazione di artisti internazionali e, in prevalenza, si è optato per la presenza di gruppi di musicisti in grado di raggiungere Roccella e i paesi limitrofi con molta facilità.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
Con grande entusiasmo e voglia di partecipare. Il programma è stato molto apprezzato, anche se il format è completamente diverso da quelli del passato. Sono mancati però a tutti i concerti in tradizionali location del Festival come il Porto delle Grazie, Palazzo Carafa, Largo Colonne Rita Levi Montalcini e il Waterfront Sisinio Zito. Di solito ospitano le performance dei nuovi talenti e le proposte di grande qualità che non hanno incidenza sul botteghino.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
È presto per dirlo, perché l’evento è ancora in corso.