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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Spèjazz

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Spèjazz

30 luglio 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Matteo Cidale e Lorenzo Cimino, in qualità di direttori artistici di Spèjazz, per aver risposto al nostro invito.

SPÈJAZZ 2020

Date > 31 luglio – 9 agosto

Luogo > La Spezia

Web > www.comune.laspezia.it

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Una scelta spinta e motivata dal fatto che c’era bisogno di tornare ad ascoltare musica e ad ascoltare il jazz. Il jazz a La Spezia ha un’identità forte, una lunga storia che dura da ben cinquantadue anni. Il festival più longevo d’Italia.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Ovviamente è cambiato il budget, si deve fare tutto con la metà di quello che solitamente è previsto per questo evento. C’è stato un grande sforzo da parte del Comune della Spezia, della Fondazione Carispezia e di Iren. Nonostante questo però siamo riusciti a portare la rassegna a sei giorni. Un programma che vede oltre cinquanta artisti in programma, tra grandi nomi, giovani talenti e ragazzi del liceo musicale e del conservatorio, che si esibiranno in vari luoghi della città. Per i concerti si è dovuto pensare a una piazza molto più capiente, per permettere il distanziamento sociale.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Dobbiamo dire che i nostri colleghi hanno reagito positivamente. C’è stata una risposta corale con l’unico pensiero di potersi esibire di nuovo su un palco e davanti a un pubblico. La gente ha voglia di tornare a respirare e a fare vita sociale. Ovviamente sempre rispettando quelli che sono i protocolli e le regole sul distanziamento.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Ci lascerà ovviamente un grande segno. Aver realizzato la prima rassegna post Covid, con enormi difficoltà, ma con lo sforzo di tutti. Ci lascerà viva la speranza e la voglia di organizzare altre edizioni anche in futuro. Magari senza mascherina e con qualche stretta di mano in più.