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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Zafferana Jazz Festival

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Zafferana Jazz Festival

18 agosto 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Pompeo Benincasa, in qualità di direttore artistico dello Zafferana Jazz Festival, per aver risposto al nostro invito.

ZAFFERANA JAZZ FESTIVAL 2020

Date > dal 23 luglio al 22 agosto

Luogo > Zafferana Etnea, CT

Web > www.cataniajazz.com

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Lo Zafferana Jazz Festival è un festival anomalo, quattro serate dal 23 al 26 luglio con otto bands totali, di cui sette siciliane, e altre quattro serate dal 19 al 22 agosto con cinque bands, di cui una sola siciliana, ma con la presenza di altri artisti italiani, come il quartetto di Chiara Pancaldi, diversi italiani nei gruppi dell’inglese Tony Momrelle, e Dario Deidda nel trio di Kurt Rosenwinkel. Le otto serate sono state pensate perché appunto otto sono stati i concerti annullati nella scorsa stagione, con l’ultimo evento svoltosi a Catania il 3 marzo 2020, poi nulla sino al festival. Ma l’idea di organizzare una manifestazione permanente a Zafferana, a due passi dall’Etna, covava da tempo. Avendo circa settecento abbonati avevamo bisogno di uno spazio grande e l’Anfiteatro Falcone-Borsellino di Zafferana ha ottenuto l’agibilità per 975 posti (la capienza normale è di 1.990 posti), quindi era l’unica struttura in provincia di Catania dove poter far entrare tutti i nostri abbonati. La prossima edizione, se il Covid lo consentirà, si svolgerà solo ad agosto, e se potremo utilizzare l’intera capienza dell’anfiteatro, avremmo l’intenzione di portare lì i grandi nomi, con l’idea inoltre di collegare il futuro festival al vulcano, organizzando quindi escursioni, rafting, passeggiate in mountain bike e concerti sino a dove l’Etna lo consenta.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Tra gli otto concerti annullati, avevamo tre gruppi siciliani e cinque americani. Nel festival di Zafferana abbiamo mantenuto la presenza degli stessi tre gruppi siciliani già in cartellone, mentre purtroppo, causa Covid, non c’è stata nessuna chance, come tutti sanno, per confermare gli americani. Da qui l’idea di sostituirli dove possibile con altri americani, come Kurt Rosenwinkel, dove no, con artisti europei come lo spagnolo Marco Mezquida o l’inglese Tony Momrelle. Ma dandogli una connotazione di festival, nella prima parte di luglio i gruppi siciliani sono passati da tre a sette in quattro serate; in un certo senso abbiamo voluto coniugare la valenza artistica indubbia dei nostri musicisti con la scelta di sostenere anche economicamente quanti più musicisti siciliani possibili, scelta che continuerà per altre sei serate anche a settembre, ma stavolta a Catania.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Bene, la risposta del pubblico è andata oltre ogni nostra aspettativa, credo che esso abbia voluto premiare ancora una volta la tenacia che ci riconosce storicamente e il coraggio di scegliere un delizioso paesino dell’Etna, a quaranta minuti dalla città, pur di continuare con la nostra attività. Crediamo che il pubblico abbia capito le ragioni di una così forte presenza italiana, nove gruppi su tredici, e senza ricorrere alle solite star.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Se il Covid non ci perseguiterà, ahimè, ci lascerà un festival di grandi dimensioni, in più noi normalmente in estate andavamo in vacanza, perché organizziamo circa settanta concerti tra i mesi di novembre e maggio di ogni anno, quindi anche tanta fatica in più. Ma ormai non possiamo fare dello Zafferana Jazz Festival un evento occasionale, a maggior ragione dopo lo straordinario risultato di pubblico di questa estate. L’ultima sera dell’edizione di luglio, quando abbiamo annunciato che avremmo voluto organizzare la seconda e poi terza e quarta edizione di questo festival, l’anfiteatro è venuto giù per l’entusiasmo del pubblico, e questa volta non era a causa dell’Etna, il cui respiro, spesso, i musicisti sentono da sotto il palco. E chi ha la fortuna di sentirlo (l’Etna non si concede a tutti e non tutti i giorni) di sicuro non lo dimentica.