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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Pozzuoli Jazz Festival

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Pozzuoli Jazz Festival

30 luglio 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Antimo Civero, in qualità di direttore artistico del Pozzuoli Jazz Festival, per aver risposto al nostro invito.

POZZUOLI JAZZ FESTIVAL 2020

Date > 20 – 25 luglio

Luogo > Pozzuoli, NA

Web > www.pozzuolijazzfestival.it

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Nel corso del periodo di chiusura si è pensato e riflettuto molto sulle nostre attività culturali. Dopo il 30 aprile, con l’International Jazz Day seguito da migliaia di persone (grazie agli interventi di tanti amici del festival online) abbiamo ripreso i nostri incontri con il partner istituzionale del festival, ovvero il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Ed è stato proprio grazie alla sua straordinaria azione, testimonianza stabile e acquisita dello spirito che caratterizza la nuova gestione dei beni culturali, che abbiamo avuto la possibilità di organizzare questa edizione del Pozzuoli Jazz Festival dei Campi Flegrei. Essa, grazie a questa felicissima collaborazione, si è svolta nello straordinario scenario dell’Anfiteatro Maggiore di Pozzuoli, che si riprende così il ruolo centrale nel panorama dei beni culturali del territorio flegreo.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Il festival è abbastanza unico nel panorama nazionale. Per dieci anni si è sempre retto su sponsorizzazioni da parte di imprese private, cittadini, etc. Chiaramente durante il periodo Covid non abbiamo avuto la possibilità di trovare le sponsorizzazioni e per tale motivo abbiamo ridotto le giornate del festival (solo tre) e purtroppo non abbiamo potuto organizzare la sezione Pozzuoli Jazz Festival Club, che vedeva coinvolti i locali pubblici e siti privati meravigliosi.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Molto positivamente. Nell’aria man mano che si intravedeva la fine del lockdown tante persone e artisti si interessavano sempre di più alla nostra associazione e alle nostre attività. Il pubblico è sempre molto presente nei Campi Flegrei.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Personalmente sento come mia grande responsabilità quella di manifestare la cultura, “l’esserci”, come nei periodi che abbiamo solo studiato sui libri di storia o visto nei documentari. Mi riferisco al periodo drammatico del secondo dopoguerra italiano. È così… tocca ad ognuno di noi sentire la forte responsabilità di trovare le grandi motivazioni, per marcare la presenza delle associazioni culturali in un panorama singolare e a volte angosciante, e per ribadire, ri-sentire, fare proprio, farsi carico, sempre di più, del principio giuridico stabilito dall’art. 9 della Costituzione della Repubblica italiana, che promuove lo sviluppo della cultura, e i Campi Flegrei sono testimoni superlativi di questa cultura e dello straordinario patrimonio italiano.