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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – s(Nodi) – Festival di Musiche Inconsuete

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – s(Nodi) – Festival di Musiche Inconsuete

17 agosto 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Enrico Tabellini, in qualità di direttore artistico di s(Nodi) – Festival di Musiche Inconsuete, per aver risposto al nostro invito.

S(NODI) – FESTIVAL DI MUSICHE INCONSUETE 2020

Date > 28 luglio – 15 settembre

Luogo > Bologna

Web > www.museibologna.it/musica

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Quest’anno le tempistiche per l’approvazione e definizione del festival si sono ovviamente allungate rispetto al solito, ma a seguito della comunicazione a fine maggio delle linee guida regionali per lo spettacolo dal vivo, è stato comunque possibile rientrare nei tempi tecnici per la definizione del calendario, in particolare grazie all’attenzione e alla tempestiva decisione dell’Istituzione Bologna Musei di garantire anche quest’anno i fondi necessari, pur a fronte di una sensibile riduzione dei posti in sala disponibili, nonché a una macchina organizzativa tutta interna e molto rodata, che in soli quindici giorni è riuscita a passare dalla fase di raccolta dei progetti a quella di organizzazione vera e propria del festival.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

(s)Nodi nasce ormai dieci anni fa da un’idea dello staff del Museo della Musica di Bologna, che, lo ricordiamo, è (orgogliosamente) civico, facendo parte dell’Istituzione Bologna Musei, l’ente che raggruppa tutti i musei del Comune di Bologna. E proprio la sua natura eminentemente pubblica ha fatto sì che sin dall’inizio si sia deciso di non affidarsi a produzioni esterne “chiavi in mano”, ma di avocare a sé la programmazione artistica e culturale, sperimentando una modalità di selezione molto particolare e quasi unica nel suo genere. Oggi a ragion veduta possiamo dire che la scelta iniziale si è dimostrata assai “resiliente”, anche a fronte dell’estrema incertezza e precarietà del periodo che purtroppo stiamo attraversando. Infatti, l’originale formula “aperta” di accesso a questa manifestazione prevede per ogni edizione la pubblicazione di un bando pubblico (quello dell’edizione 2020 è disponibile qui: www.comune.bologna.it/concorsigare/bandi), a cui tutti i musicisti possono partecipare, direttamente e senza intermediazioni, consentendo loro di presentare i propri progetti più ambiziosi, il cui filo conduttore consiste nella contaminazione e l’ibridazione tra generi, epoche, tradizioni musicali, fornendo agli artisti un luogo (sia fisico che artistico) dove potersi “sbizzarrire” e testare le proprie intuizioni artistiche (anche quelle più “estreme”) di fronte al pubblico. Al termine del bando, la selezione viene operata da una commissione formata dagli esperti del museo, che così disegna il calendario definitivo delle otto date del festival.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020

Come e più degli scorsi anni, la risposta degli artisti è stata massiccia, con ben quarantatré progetti presentati a fronte della selezione degli otto che sono entrati nel programma definitivo. Ed è stato davvero entusiasmante vedere quanto il progetto abbia richiamato l’interesse degli addetti ai lavori, che, nello spirito del festival, si sono effettivamente sentiti liberi di inviarci i loro programmi di concerto più arditi e immaginifici, con molte proposte mai presentate prima e realizzate apposta per il festival. Per quanto riguarda il pubblico, grazie al passaparola e al gradimento sempre crescente, ormai da diverse edizioni il festival presenta il tutto esaurito quasi ad ogni serata e, malgrado la prevendita sia appena partita, anche in quest’anno così difficile la risposta non si sta facendo attendere. Anzi, proprio per il fatto che, a causa delle disposizioni legate all’emergenza anti Covid-19, siamo stati costretti a ridurre il numero di posti in sala a meno della metà rispetto al solito, già i primissimi dati della prevendita on line (appositamente creata quest’anno) hanno sin da subito mostrato come le persone si siano attivate con largo anticipo proprio per evitare di rimanere esclusi.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Quando abbiamo iniziato dieci anni fa, l’idea dello “snodo”, del crossover tra generi musicali come base fondante di un intero festival non era così in voga come oggi, ma, vista la mole e la qualità di interessantissimi progetti che sono arrivati quest’anno, possiamo dire di aver creato un format solido e destinato a crescere nel tempo, che per certi versi ha inaugurato anche un modello percorso poi da molti altri festival (e la cosa non può che farci piacere). E così, a fronte di una selezione che via via diventa sempre più difficile, ci ritroviamo oggi in “dote” una quantità di materiale musicale che basterebbe per organizzare altre cinque edizioni del festival! Non solo, ma importantissimi sono anche i nuovi contatti instaurati con realtà lontane (geograficamente e musicalmente) che si vanno ad aggiungere a quelli già stretti negli anni precedenti, contribuendo a fare di (s)Nodi un’importante esperienza nel panorama musicale italiano.