
27 luglio 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Elena Ferrarese, in qualità di direttore artistico di Women for Freedom in Jazz, per aver risposto al nostro invito.
WOMEN FOR FREEDOM IN JAZZ 2020
Date > luglio – settembre
Luogo > Venezia
Web > www.carltongrandcanal.com
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
La proprietaria dell’Hotel Carlton On the Grand Canal di Venezia, la signora Paola Cori, ha contattato me, Elena Ferrarese, ideatrice e curatrice del progetto, a inizio giugno, esprimendomi il desiderio di ripetere e mantenere questa ormai consolidata rassegna, seppur in modo più contenuto (un concerto a settimana invece di due), e chiedendomi quindi di organizzare la quarta edizione.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
È cambiata la frequenza dei concerti (un concerto a settimana invece di due), e quindi anche il numero totale: dieci concerti al posto di venti/venticinque in un’estate. Dal punto di vista artistico e organizzativo, perciò, si è dovuta fare una grande selezione tra le molte richieste di partecipazione delle artiste affezionate al progetto, lasciando a casa con dispiacere altrettanti grandi talenti.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
Sicuramente qualcuno ne è rimasto stupito. Io stessa sono rimasta sorpresa di questa nuova commissione, nonostante il periodo difficile, ed ho davvero ammirato il coraggio e la determinazione della signora Cori. Gli artisti coinvolti hanno manifestato grande entusiasmo e c’è molta attenzione anche da parte del pubblico. Speriamo che quest’ultimo continui anche a partecipare, visto che siamo appena partiti.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
Questo periodo forse insegna a tutti, in particolare a chi gestisce eventi, ad essere più elastici, ad essere pronti ad affrontare i cambiamenti, a non dare nulla per scontato, ad apprezzare di più i risultati ottenuti. Di questa edizione, indipendentemente da quanto si riuscirà ad ottenere in termini economici, ci ricorderemo che qualcuno ha avuto il coraggio di farla lo stesso, regalando opportunità di lavoro ad alcuni musicisti che non lavoravano da mesi, nonostante le difficoltà di organizzare eventi con tutte le nuove norme anti Covid; rammenteremo inoltre l’intrattenimento di qualità, per offrire spensieratezza al pubblico, almeno per una sera, in un luogo magico; e pure di possibilità di aiuto a chi al momento è più svantaggiato e ancor più colpito dalle conseguenze della pandemia, attraverso le donazioni a fine rassegna a ‘Women for Freedom’, organizzazione che ha lo scopo, appunto, di aiutare senza creare dipendenza da aiuto.