
20 agosto 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Enzo Favata, in qualità di direttore artistico di Musica sulle Bocche, per aver risposto al nostro invito.
MUSICA SULLE BOCCHE 2020
Date > Dal 16 agosto al 13 settembre
Luogo > Provincia di Sassari
Web > www.musicasullebocche.it
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
Abbiamo deciso di proporre il festival quando abbiamo saputo che ci sarebbe stata la possibilità concreta di farlo, con il via libera da parte del Governo. A quel punto, il festival è stato promosso soprattutto attraverso i canali social.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
Il festival era già dallo scorso anno in una fase di ripensamento. Ci siamo concentrati su un territorio più vasto, mantenendo la nostra specificità di evento green, attento alle caratteristiche del territorio e del paesaggio. Infatti, il festival si sviluppa lungo le Bocche di Bonifacio, partendo da Alghero, toccando l’Isola dell’Asinara e arrivando a Castelsardo, in un itinerario paesaggistico che attraversa le coste del nord della Sardegna. Dal punto di vista produttivo, abbiamo ovviato alla minore disponibilità di risorse con un maggior coinvolgimento dei Comuni compresi nel territorio.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
L’apprensione iniziale ha lasciato spazio a un sentimento di gioia e di soddisfazione, perché tutti temevano che questa ventesima edizione non si sarebbe potuta svolgere. Chiaramente, abbiamo dovuto fare a meno di tanti artisti stranieri, che però saranno presenti il prossimo anno.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
L’angoscia che pervade tutto il mondo dello spettacolo e della musica in Italia: un’angoscia incombente. Noi organizzatori di festival siamo istituzioni culturali strategiche per il territorio e questo ci dovrebbe essere riconosciuto. Creiamo cultura, bellezza ed economia nei territori in cui promuoviamo gli eventi. Il mancato riconoscimento di tutto ciò, unitamente a questa diffusa situazione di incertezza, crea una condizione di instabilità che ci porteremo dietro nel tempo.