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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Esca Jazz

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Esca Jazz

28 luglio 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Michele Penta, in qualità di direttore artistico di Esca Jazz, per aver risposto al nostro invito.

ESCA JAZZ 2020

Date > 7 – 8 – 9 agosto

Luogo > Sant’Angelo all’Esca, AV

Web > www.escajazz.com

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

In realtà non abbiamo mai smesso di credere di poter realizzare questa edizione, malgrado in certi momenti sembrasse veramente impossibile. Quando abbiamo capito che sarebbe stato sicuramente molto difficile, ma possibile, organizzare il festival, nessuno si è tirato indietro e, come degli studenti universitari in sessione estiva, abbiamo cominciato a studiare le varie normative sugli spettacoli dal vivo. Il supporto dei ragazzi dell’associazione, della comunità del nostro piccolo paese e dei tanti affezionati sostenitori del festival ci hanno trasmesso l’energia giusta per iniziare a pianificare la manifestazione e a rimodularla secondo le nuove regolamentazioni.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

In primis abbiamo preso coscienza della situazione di difficoltà in cui ci troviamo tutti e così abbiamo voluto “regalare” al nostro pubblico questa edizione “straordinaria”, scegliendo di confermare gli ingressi gratuiti ai concerti e di non richiedere sponsorizzazioni né dai privati né dagli enti pubblici. Non è affatto facile per un festival che si regge grazie al crowdfunding, agli introiti dei punti di ristoro (che a causa del Covid-19 non è stato possibile allestire), agli sponsor e al sostegno dell’Amministrazione Comunale. Con il piccolo avanzo di bilancio della scorsa edizione abbiamo dato il via ai preparativi e sin da subito abbiamo ricevuto un supporto attivo da parte di tutti, come se fosse una gara di solidarietà per preservare una manifestazione che è patrimonio di un’intera comunità. Logisticamente abbiamo scelto di “trasferire” il festival dalla piazza principale a differenti location di campagna, proprio in quel verde che ci ha permesso di vivere la nostra quarantena come fossimo dei privilegiati rispetto a chi è stato costretto a vivere in spazi cittadini ridotti. Artisticamente lo spettacolo non sarà offerto solamente dagli artisti, ma anche la natura darà sfoggio della sua bellezza, perché ogni concerto avverrà al tramonto e uno perfino all’alba, in scenari particolarmente suggestivi e allestiti in sicurezza, ma senza tralasciare la creatività dei ragazzi dell’associazione.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Gli artisti hanno risposto con entusiasmo e grande spirito di collaborazione, comprendendo le difficoltà organizzative. In una scala di priorità, la cultura e l’arte a volte appaiono superflue, ma è un superfluo necessario e l’obiettivo comune resta quello di preservarlo, soprattutto in tempi difficili come quello che stiamo vivendo. Il pubblico di ‘escaJazz’ è ancor più fantastico, perché ci ha seguito sin dalla presentazione del programma e ha fatto registrare il primo sold out dopo sole trenta ore. Da subito ci sono giunte richieste per contribuire alla sua realizzazione, addirittura dall’estero, per il mancato crowdfunding online che non abbiamo potuto attivare come ogni anno per il clima di incertezza che tutti abbiamo vissuto. Queste reazioni sono la vera forza di un festival come ‘escaJazz’, che vive per e grazie ai suoi sostenitori.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Una cosa sicuramente ce l’ha già lasciata: l’amore verso chi ci segue e ci sostiene da sempre, sin dagli albori. Sarà anche l’occasione per osare e sperimentare nuove formule, come quelle dei concerti in vigna, all’ombra di una quercia, alle prime luci dell’alba. Le atmosfere intime che si creeranno nei concerti, grazie ai set acustici e alle location suggestive, daranno nuova linfa a un gruppo di giovani che con passione e competenza crede nell’arte e nella cultura come un bene primario.