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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Casa del Jazz Reloaded

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Casa del Jazz Reloaded

25 agosto 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Luciano Linzi, in qualità di direttore artistico della rassegna ‘Casa del Jazz Reloaded’, per aver risposto al nostro invito.

CASA DEL JAZZ RELOADED 2020

Date > dal 1 luglio al 24 settembre

Luogo > Roma

Web > www.casadeljazz.com

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

La Fondazione Musica per Roma, in accordo con il Comune di Roma, ha deciso di partecipare al nuovo palinsesto di Roma Capitale ‘Romarama, l’arte che muove la città’, con una programmazione alla Casa del Jazz che desse alla città la possibilità di ripartire nel segno della musica, in questo spazio cittadino dedicato espressamente al jazz. La Casa del Jazz è stata la prima istituzione culturale romana a riprendere l’attività concertistica, il 1 luglio.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Rispetto al cartellone che avevamo programmato, c’è stato innanzitutto uno slittamento delle date, motivo per il quale abbiamo spostato il calendario degli spettacoli dall’inizio di giugno al 1 luglio. Inoltre, nell’impossibilità quasi totale di avere in cartellone artisti internazionali, abbiamo privilegiato gli artisti italiani, riuscendo a costruire un programma d’eccezione, di circa sessanta concerti, con i più grandi artisti jazz del nostro Paese.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Il pubblico ci ha premiato reagendo con grande entusiasmo alla programmazione. Naturalmente abbiamo avuto una riduzione della capienza degli spettatori, come previsto dalle misure del DPCM, che ha portato la platea a un numero di seicento posti a sedere contro i novecentocinquanta abituali, riduzione che ha tuttavia garantito la massima sicurezza e la tranquillità, che da sempre contraddistingue la Casa del Jazz. La reazione degli artisti è stata entusiastica e di largo slancio, considerando che alcuni di loro tornavano a suonare dopo ben quattro mesi di inattività.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

La cosa più bella che ricorderemo è stata la capacità di reazione da parte di tutti gli operatori del settore, che si sono ritrovati uniti nello sforzo comune di riportare la musica sul palco.