
18 agosto 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Alessandro Fedrigo e Nicola Fazzini, in qualità di direttori artistici rispettivamente di Sile Jazz e Jazz Area Metropolitana, per aver risposto al nostro invito.
SILE JAZZ 2020
Date > dal 20 giugno al 1 agosto
Luogo > Provincia di Treviso
Web > www.silejazz.com
JAZZ AREA METROPOLITANA 2020
Date > dal 5 luglio al 5 agosto
Luogo > Provincia di Venezia
Web > www.jazzareametropolitana.com
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
Non abbiamo mai smesso di farlo: Jazz Area Metropolitana è stato annullato a pochi giorni dall’inizio, ai primi di marzo. Dopo un primo momento di spaesamento, come è stato per tutti, la nostra associazione nusica.org ha iniziato a pensare a come tornare a fare musica dal vivo, portandola nei luoghi aperti, vicino alla gente, in situazioni di sicurezza. Una possibilità unica, offerta dal jazz che, più di ogni altro genere musicale, è capace di adattarsi, leggere e reinterpretare spazi, luoghi e situazioni. Ad aprile/maggio ci siamo seduti (virtualmente!) al tavolo con le istituzioni e gli enti locali, con ancora molte incognite ma, allo stesso tempo, con grande partecipazione e la volontà di trovare le soluzioni più adeguate. Soprattutto, con la voglia di ripartire e di essere tra i primi a farlo, come effettivamente è stato, per infondere coraggio anche alle altre organizzazioni e alle istituzioni, e per dimostrare che fosse possibile organizzare un festival abitando queste nuove geometrie, gestendo nuovi spazi e vivendo le dovute distanze. Un passo necessario per ridare ossigeno al mondo dello cultura, dello spettacolo e degli eventi, un settore duramente colpito dalla pandemia.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
La limitazione degli spostamenti non è stata un ostacolo, ma ha rappresentato sin da subito una nuova e grande occasione: ripensare a un festival in grado di dare spazio, prima di tutto, ai tantissimi talenti locali, emergenti e non, che non trovano sempre adeguata attenzione presso gli eventi organizzati nel nostro Paese. È necessario invece sostenerli, investire nel loro lavoro. Sia per Sile Jazz che per Jazz Area Metropolitana è stata un’edizione tutta a “chilometro zero”, senza nessun tipo di rinuncia o compromesso.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
Con grandissimo entusiasmo. Ripartire ha significato tornare a dare respiro non solo agli artisti, ma a tutta la filiera dello spettacolo. Trattandosi di due festival che prendono vita negli spazi pubblici, nei parchi e nelle ville, assoluti gioielli del nostro territorio, in collaborazione con i locali, ha significato riaprire dei luoghi proprio per l’occasione. Le serate sono state pressoché tutte sold out, a dimostrazione della voglia di tornare a vivere la musica dal vivo e i concerti, come esperienza insostituibile, accettando di buon grado anche le novità come il distanziamento e le prenotazioni online dei posti a sedere.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
Prima di tutto appare chiara la conferma del ruolo centrale degli eventi dal vivo e di quante persone vi lavorano. Per chi, come noi, alla musica e al jazz ha dedicato la vita, questa è stata la prova che la creatività nei momenti di crisi deve diventare il motore per cambiare le cose, per esprimere il disagio, la difficoltà e per trasformare tutto questo in opportunità. Mettendo semplicemente in campo quello che sappiamo fare: organizzare con inventiva, essere creativi, fare rete. Abbiamo scoperto e riscoperto anche la tecnologia e il suo utilizzo, come lo streaming e le dirette online. Queste non possono in nessun modo sostituirsi all’evento live, ma offrono senza dubbio una nuova possibilità di indagine per viaggiare dentro la musica, con interviste, approfondimenti e narrazioni.