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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – JazzUp Festival

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – JazzUp Festival

5 settembre 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Giancarlo Necciari, in qualità di direttore artistico del JazzUp Festival, per aver risposto al nostro invito.

JAZZUP FESTIVAL 2020

Date > agosto

Luogo > Viterbo

Web > www.jazzupfestival.it

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Tutto è partito a fine aprile quando il Comune di Viterbo ha invitato tutti noi organizzatori a produrre un unico programma per l’estate 2020: proposte di diverso genere artistico previste a Piazza San Lorenzo, luogo centrale di forte impatto storico, sede dello splendido Palazzo Papale, tra i più rappresentativi della città. Un’ampia offerta d’intrattenimento estiva dunque, con un impegno economico minimo garantito da parte dell’istituzione, per dare continuità alle iniziative ricorrenti, com’è appunto da ormai quindici anni il JazzUp Festival, ma soprattutto per accrescere la ricaduta d’interesse sul territorio della Tuscia, in un periodo di così forte criticità sanitaria, che ha inciso profondamente sul tessuto sociale ed economico della zona. Ci siamo sentiti così la responsabilità di agire per senso civico e per difendere quei valori culturali che abbiamo sempre abbracciato.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

Il programma originario prevedeva diversi appuntamenti distribuiti in dieci serate: concerti di artisti di fama nazionale e un concorso aperto ai giovani talenti del jazz italiano. Tutto si sarebbe dovuto svolgere nella cavea di Piazza dell’Unità d’Italia, location ormai consolidata della manifestazione. Il nuovo assetto, ripensato a seguito della pandemia, ma anche per l’assenza quasi completa di finanziamenti privati, ha notevolmente ridotto la presenza dei nomi più conosciuti in termini numerici, pur mantenendo, per quanto possibile, un alto profilo artistico, raggiunto grazie all’intuizione, poi rivelatasi molto apprezzata dal pubblico, di proporre una rassegna pianistica con tre importanti appuntamenti offerti uno di seguito all’altro. Ulteriori due “giovani proposte” hanno chiuso il palinsesto serale della sezione “Atuttojazz”, in scena a partire dalle ore 22.00. Un palinsesto completato, ogni sera, dal prologo dj-set delle 19.30, per la sezione “Millesuoni”, in programma a Piazza della Morte nell’ora dedicata agli amanti del cocktail. Quindi la ricetta vincente è stata quella di organizzare dieci concerti, in cinque giorni e in due diverse location.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Già diversi giorni prima dell’inizio della manifestazione, la frequenza delle telefonate è stata sorprendente, tantissime persone hanno chiamato per informarsi, e tanti per prenotare il proprio posto tra i circa quattrocento disponibili a Piazza San Lorenzo, meno della metà di quelli normalmente a disposizione sulla stessa piazza, ridotti per via delle norme anti Covid. Non abbiamo previsto nessun biglietto e abbiamo registrato il tutto esaurito in ogni serata, con un pubblico composto e disciplinato. Inoltre è da sottolineare come tutti i musicisti coinvolti siano stati affascinati dalla bellezza del luogo e dall’atmosfera che si respirava, senza mai mancare nell’offrire performance di grande spessore artistico, con una durata che spesso ha superato le due ore di spettacolo.

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

Dopo questa incredibile edizione siamo sempre più convinti che la qualità si conquisti nel tempo con la professionalità e la serietà, la visione prospettica delle proprie scelte e soprattutto il rispetto per la musica, per coloro che ascoltano e per chi ha deciso di farne la propria professione, nonché ragione di vita. È stata un’edizione indimenticabile per l’atmosfera, a volte anche surreale, in cui si è svolta, per la paura che tutto potesse velocemente naufragare, ma anche perché abbiamo avuto la sensazione di aver fatto ogni sforzo possibile per proteggere l’identità del nostro territorio, certi di aver difeso, come se fossimo stati in trincea, le posizioni conquistate con tanta fatica, di aver creato valore aggiunto alle nostre convinzioni, e di aver trovato un modo infine per poter continuare a dire con la stessa passione di sempre: lo spettacolo deve continuare!