
27 luglio 2020
Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.
Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.
Ringraziamo quindi Corrado Beldì e Riccardo Cigolotti, in qualità di direttori artistici di Novara Jazz, per aver risposto al nostro invito.
NOVARA JAZZ 2020
Date > da ottobre a maggio la stagione invernale; ultimo fine settimana di maggio e primi due di giugno per il festival estivo
Luogo > Novara
Web > www.novarajazz.org
Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?
Per cause di forza maggiore abbiamo dovuto rimandare il festival all’anno prossimo. Il Comune ha chiesto a noi, così come ad altre istituzioni culturali della città, di realizzare una stagione estiva. Così abbiamo fatto, in modo da offrire un servizio culturale ai cittadini dopo il lockdown.
Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?
Si è trattato di un’esperienza totalmente inedita, sia per l’utilizzo di uno spazio nuovo, il Castello di Novara, sia perché non abbiamo potuto organizzare i consueti concerti in luoghi di interesse storico, le residenze artistiche e tutte le iniziative di promozione turistica corredate da degustazioni enogastronomiche.
Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?
Gli artisti sono stati molto grati per il fatto che, anziché annullare l’edizione del festival, si è decisi di riprogrammarla integralmente. Allo stesso modo, per l’edizione estiva, abbiamo programmato una serie di gruppi i cui concerti erano saltati oppure gruppi regionali o progetti di giovani talenti in modo da sostenere chi ha meno possibilità di suonare ma rappresenta comunque uno spaccato molto interessante del nostro jazz.
Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?
Una modalità diversa di approcciarci con il pubblico, uno spazio nuovo, una forte collaborazione con altre istituzioni culturali della città, potrebbero essere comunque da esempio per aggiungere alcune date in futuro per correggere alcuni aspetti del nostro festival, senza tuttavia cambiare un modello che negli ultimi diciotto anni ha dimostrato di avere un ottimo riscontro di pubblico e di critica, non solo in Italia.