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L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Milo Jazz & Wine Festival

L’Estate del jazz ai tempi del Coronavirus – Milo Jazz & Wine Festival

27 luglio 2020

Nonostante le restrizioni dettate per contenere l’emergenza del Coronavirus, il jazz italiano non si ferma: e molti promoter hanno dimostrato ancora una volta coraggio, competenza e passione, mettendo in scena una serie di programmi di qualità.

Per valorizzare l’intraprendenza dei promoter jazz italiani, JAZZIT ha censito tutti gli eventi promossi su scala nazionale tra giugno e settembre e ha inaugurato la realizzazione dell’inchiesta ’L’estate del jazz ai tempi del Coronavirus’.

Ringraziamo quindi Antonio Petralia e Francesco Vaccaro, in qualità di direttori artistici di Milo Jazz & Wine Festival, per aver risposto al nostro invito.

MILO JAZZ & WINE FESTIVAL 2020

Date > luglio/agosto

Luogo > Milo, CT

Come, quando e perché avete deciso di promuovere l’evento anche questa estate?

Su progettualità di Enrico Guarrera il programma è stato presentato a maggio, subito dopo il blocco sanitario totale. Il perché è stata una sorta di liberazione dopo due mesi di blocco totale e di problematiche esistenziali e di produttività artistica, e allora abbiamo capito che dovevamo riprendere subito e come una sorta di fenice lo abbiamo fatto. Piacevolmente stimolati dal progetto del nostro consulente artistico Enrico Guarrera, abbiamo abbracciato e dato seguito a questa prima edizione di ‘Milo Jazz & Wine Festival’.

Come lo avete ripensato e che cosa è cambiato, sotto il profilo artistico, produttivo e organizzativo?

È cambiato che su mille e più posti dell’anfiteatro in cui svolgere i concerti potremo usufruirne solo di trecento. Non credo che potremo riempirli tutti, ma sarà come stare in un deserto vista la vastità del luogo. Il pubblico sarà ovviamente diluito e mancherà purtroppo quella vicinanza fisica tra le persone e gli artisti.

Come hanno reagito gli artisti e il vostro pubblico alla notizia dell’edizione 2020?

Bene gli artisti, che sentivano molto il bisogno di esibirsi, farsi sentire, tornare ad esserci di nuovo e allo stesso tempo uscire dal pantano economico in cui tanti si sono trovati, mentre il pubblico è diminuito per il distanziamento e le prenotazioni obbligatorie, anche se in tanti si aspettavano i concerti, la musica… il jazz!

Cosa vi lascerà, in eredità futura, questa edizione? Che cosa vi porterete addosso negli anni futuri?

La determinazione che abbiamo avuto in un momento disperato e il nostro bicchiere di vino che abbiamo voluto vedere sempre mezzo pieno. Noi siciliani siamo propensi a non piangerci addosso, e in futuro parleremo di questo periodo con i nostri amici e lo racconteremo ai nostri figli dicendo loro con quanta voglia e volontà abbiamo ricominciato a vivere grazie al jazz.