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“Controra”: l’emozione del catturare e trasformare in musica un determinato momento. Intervista a Salvatore Lazzara

“Controra”: l’emozione del catturare e trasformare in musica un determinato momento. Intervista a Salvatore Lazzara

30 maggio 2023

Intervistiamo il chitarrista e compositore siciliano Salvatore Lazzara, il quale ci racconta “Controra”, il disco d’esordio dell’ALP Trio (con il pianista Fabio Anile e il trombettista Luca Pietropaoli), pubblicato dall’etichetta discografica Filibusta Records.

a cura di Andrea Parente

Buongiorno Salvatore e benvenuto su Jazzit. Gli ultimi tre anni non sono stati tempi facili per chi opera nel mondo dello spettacolo. Come hai gestito il tuo tempo? Cosa hai imparato da questa difficile situazione?
Dal mio punto di vista, sono almeno due le “lezioni” che ho appreso durante quel periodo: una è l’importanza delle nuove tecnologie per la collaborazione a distanza, che hanno cambiato il modo di fare, pensare e condividere la musica; l’altra è, di contro, la necessità di rimanere fedeli alla propria “idea di musica”, nonostante il fatto che ce ne sia sempre di più, sempre più disponibile, e che l’ascoltatore medio sia diventato, se possibile, ancora più distratto e impaziente. Questo è tanto più vero quanto più parliamo di generi musicali distanti dal pop o dal mainstream.

Il tuo trio si chiama “ALP Trio” ed è composto da te, Fabio Anile e Luca Pietropaoli. Raccontaci del vostro percorso musicale. Come si è evoluto nel tempo?
Personalmente ho fatto un percorso tortuoso, partendo dalla new wave, dall’indie rock, per poi passare al progressive rock e quindi alla world music e al jazz. Fabio e Luca hanno in parte avuto esperienze simili, e infatti sono molti i punti di convergenza stilistica fra noi tre. Oggi in realtà ci portiamo dentro tutte queste esperienze, le mescoliamo e le combiniamo fra loro, cercando di trovare sempre una voce personale.

Il jazz è nato da un melting pot, ovvero da un «amalgama eterogeneo di gruppi, individui e religioni, molto diversificati tra loro per ceto, condizione, appartenenza etnica, che convivono entro la stessa area territoriale geografica e politica» (Enciclopedia Treccani). Quanto ritieni importante l’amalgama di più esperienze musicali diverse tra loro nella formazione musicale moderna?
Per me è fondamentale. Non sarei qui ora con questa musica se non avessi imparato, anche faticosamente, a far convivere più voci, più bisogni espressivi, a volte suonando anche strumenti diversi con molte persone, diverse fra loro per cultura musicale. Credo che questo sia in fondo il segreto per non essere mai banali e per non adagiarsi sulle facili scorciatoie stilistiche.

Focus sul presente. Cosa ci racconti in “Controra”, il vostro esordio discografico pubblicato nel 2022 dall’etichetta discografica Filibusta Records? Come avete sviluppato l’iter narrativo del concept?
Paradossalmente il concept è arrivato, quasi per intuizione, dopo che le tracce erano state costruite da noi tre, nella loro forma quasi definitiva. Ci siamo semplicemente messi in ascolto di quanto avevamo costruito insieme, cercando di comprendere cosa le legasse fra loro, quale immagine o serie di immagini potessero giustificare quel tipo di narrazione musicale. È così che è nata la “Controra”, come una condensazione concettuale di un flusso musicale. Non c’è stato quindi niente di “programmatico”, come a volte accade quando “decidi” di raccontare in musica un sentimento, un’idea, un’emozione, un luogo. Poi ci sono state anche delle fortunate coincidenze, il fatto di provenire tutti e tre da un humus mediterraneo, di avere gusti e stili che si riferiscono a quella parte di mondo, ha reso ancora più facile il processo di traduzione.

Come è nata la collaborazione con i polistrumentisti Fabio Anile e Luca Pietropaoli?
Fabio e Luca sono stati nel tempo partecipi di molte mie scorribande musicali, nel progetto “Pensiero nomade”. Li conosco da anni e li stimo da sempre per il loro gusto e la loro bravura. Ho pensato che fosse arrivato il momento di metterci insieme a pensare a un progetto finalmente nostro. E infatti il risultato non è la semplice sovrapposizione di cose che sono state realizzate nei nostri precedenti lavori, nonostante la collaborazione si sia svolta quasi del tutto a distanza, per le ragioni di cui parlavamo all’inizio.

La formazione del disco è un trio. Cosa ha significato a livello timbrico, espressivo e di arrangiamento?
Soprattutto la necessità di un ascolto e di un rispetto altissimi. Così poche voci, così tanto spazio fra gli strumenti, avevano bisogno, per riuscire, di una fortissima calibrazione degli interventi di ognuno. Così abbiamo lavorato per sottrazione, cercando di creare un respiro interno ai brani. Il risultato infatti è una dinamica sempre molto larga, ma dal mio punto di vista, sempre dotata di una pulsazione.

Nelle note di copertina ho scritto che siete riusciti a catturare e trasformare in musica l’essenza della controra, ovvero una «sensazione “sospesa” che emerge, brano dopo brano, senza il bisogno di definire alcun contorno». Da cosa vi lasciate ispirare quando componete?
Sono sempre stato attento agli aspetti narrativi della musica che compongo. Credo nel fatto che l’ispirazione sia un dono che arriva all’improvviso, e che devi lasciar fluire, dispiegare liberamente, senza costruire troppe strutture. Quando compongo non ho mai un’idea che precede la trama musicale, ma tutto emerge spontaneamente.

Uno sguardo al futuro. Quali sono i vostri prossimi progetti? Quali sono, invece, gli obiettivi che vi ponete adesso?
“ALP Trio” è un progetto particolare, sia per la proposta musicale che per il pubblico potenzialmente interessato ad ascoltarlo. Per questo, oltre al piacere di realizzare ancora nuova musica insieme, avremmo il desiderio di creare una situazione live interessante, per proporre liberamente il nostro modo di sentire la musica. Non penso a una dimensione concertistica tipica, ma piuttosto a un evento di cui la nostra musica possa fare parte, insieme ad altre forme artistiche. In perfetta sintonia.

INFO

www.facebook.com/Pensieronomade

 

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