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Cumiana Fest 2017 </br>Intervista a Vittorio Bosser-Peverelli
Photo Credit To Leonardo Schiavone

Cumiana Fest 2017
Intervista a Vittorio Bosser-Peverelli

25 maggio 2017

Tra i primi festival in Italia ad adottare il modello etico e organizzativo del Jazzit Fest, il Cumiana Fest giunge nel 2017 alla terza edizione; la cittadina piemontese, dopo aver ospitato la quarta edizione del Jazzit Fest del 2016, ripropone la sua versione di evento sostenibile, solidale e inclusivo. Abbiamo intervistato Vittorio Bosser-Peverelli, Assessore ai Lavori Pubblici e coordinatore della manifestazione.

Di Eugenio Mirti

Qual è stato il lascito del Jazzit fest alla comunità di Cumiana e al Cumiana Fest, che ispirato allo stesso codice etico aveva già realizzato due edizione in autonomia?
Il Jazzit Fest ha fatto capire a tutti che essere inclusivi e mettere insieme le migliori risorse, cioè “fare sharing”, è il paradigma vincente per organizzare qualunque cosa, a parer mio con un ulteriore punto fermo: più si alza l’asticella e si punta in alto negli obiettivi da raggiungere, più è facile, per assurdo, raggiungere il risultato, perché si innesca un meccanismo virtuoso che, come un effetto volano, coinvolge tutta la comunità e i partecipanti. E questo abbiamo cercato di fare anche nelle edizioni passate del Cumiana Fest: puntare su ideali e progetti alti e condivisi.

Quali sono gli elementi di novità dell’edizione del 2017?
Il filo conduttore è lo stesso: provare ad unire musica ed agricoltura sotto la bandiera della sovranità alimentare, artistica, culturale e popolare. Il festival è un evento che nasce dal basso e ognuno mette in comune i suoi talenti, le sue capacità e le sue idee. In questa edizione abbiamo deciso di declinare in concreto quelle che sono le “buone pratiche” di queste sovranità. In campo musicale abbiamo concentrato l’attenzione sulle scuole musicali, che sono l’espressione del territorio e dei musicisti in erba. In campo agricolo vogliamo chiamare a parlare chi, tutti i giorni, si trova a confrontarsi con persone per cui l’agricoltura può essere occasione di riscatto: contadini del sud del mondo, migranti, casi di disagio sociale e disoccupazione.

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Cumiana, gennaio 2017: Eugenio Mirti, Vittorio Bosser-Peverelli, Luciano Vanni


Quali obiettivi si è posto il comitato organizzatore? 
Nella manifestazione dell’anno scorso ho capito qual è l’indicatore più importante da osservare: tutte le persone che c’erano, artisti, contadini, volontari e pubblico sorridevano, felici di essere intervenute e di poter scambiare qualcosa con gli altri. Ecco, anche quest’anno vorrei vedere solo sorrisi.

Siete ancora in una fase di organizzazione: chi può partecipare al festival e in che modo?
Come dicevo, l’organizzazione si basa sull’inclusione e sullo sharing. Continuano ad arrivare proposte, progetti, persone e idee da valutare e integrare in questa grande manifestazione che nasce dal basso. Si potrà fare il programma definitivo probabilmente il giorno dopo, quando tutto sarà finito. Di sicuro quello che chiediamo ai partecipanti è di condividere la nostra carta dei valori riassumibile in dieci concetti fondamentali:

1. sovranità alimentare, artistica, culturale e popolare
2. zero contributi pubblici
3. sostenibilità ambientale e prodotti a km zero
4. direzione artistica ‘open source’ (o a sorgente aperta)
5. condivisione dei saperi e delle conoscenze
6. sharing economy (o economia collaborativa)
7. inclusione sociale con la musica e l’arte
8. turismo culturale
9. volontariato attivo
10. azionariato diffuso

Per partecipare come musicista o espositore, o vedere “cosa bolle in pentola” i riferimenti sono il sito e la nostra pagina Facebook.

Che tipo di musica sentiremo al festival?
Ci siamo concentrati sulla musica acustica, in particolare etnica e folk, per dare voce a tutte le culture del mondo, ma, come già detto, siamo pronti a tutto e, come ormai avrete capito, ci saranno sempre delle sorprese.