28 aprile 2019
Tra funk, jazz e rock: l’intervista al musicista americano
Mark Lettieri è sicuramente uno dei chitarristi più influenti del momento, sia come membro degli Snarky Puppy sia per il suo lavoro solista. L’abbiamo intervistato.
Di Emanuele Campiglia
Perché hai scelto di basare il tuo nuovo album sulla chitarra baritona?
Ho iniziato a suonare la chitarra baritona qualche anno fa, ma il contesto era decisamente differente, per nulla basato sul groove. Nonostante ciò, durante la registrazione dell’album degli Snarky Puppy “Culcha Vulcha”, stavo lavorando ad un pezzo per la band sulla chitarra baritona. Avevamo usato chitarre baritone in passato, ma questo sarebbe stato qualcosa di diverso. Il pezzo, intitolato “Jefe”, si rivelò una vera canzone da festa, molto allegra e funky. Si potrebbe definire come la prima canzone “Baritone Funk”! Qualche mese dopo la registrazione, iniziai a postare video su Facebook e Youtube mentre suonavo queste piccole canzoni funky sulla chitarra baritona, pubblicandone uno quasi ogni settimana, di giovedì, per una serie che intitolai “Baritone Funk Thursday” (il giovedì del funk baritono). La reazione fu travolgente, quasi virale. Le persone continuavano a chiedermi un album con quel tipo di canzoni, così ho deciso di pubblicarne uno, e sono contento di averlo fatto!
Come lavori su composizioni ed arrangiamenti?
Dipende dal progetto per il quale sto componendo. Con la maggior parte della mia musica da solista, è un processo piutosto lento. L’ispirazione mi coglie in momenti strani: a volte dura molto, a volte solo qualche momento. Di conseguenza devo buttare fuori ogni cosa che il mio cuore/cervello mi dice in quel momento, controllando se c’è materiale che può diventare una canzone. Alcune idee spiccano più di altre, e continuo a riguardarle finché non si trasformano in brani. Nonostante ciò, con “Deep”, le canzoni sono venute fuori molto velocemente. Sono più basate sui riff e la ritmica piuttosto che su melodie e progressioni di accordi, e sono generalmente più corte di proposito. Per me risulta più semplice scrivere groove piuttosto che melodie e armonie, credo.
Quando hai sviluppato un interesse per la musica jazz, funk e fusion?
Avevo quasi vent’anni e stavo per finire le superiori. Ascoltavo molto rock, metal, blues, ecc… (che ascolto ancora), ma le mie orecchie stavano iniziando ad aprirsi ad altri suoni. Fra i primi artisti jazz, funk e fusion dei quali mi interessai c’erano Steely Dan, Parliament Funkadelic, Stevie Wonder e John Scofield.
Quali artisti del passato ti hanno influenzato di più? E quali musicisti attuali sono particolarmente interessanti dal tuo punto di vista?
Ce ne sono così tanti! Ho assorbito e studiato di tutto, dai Megadeth a Michael McDonald, da Van Halen a Van Hunt, dai Toto a Tony! Toni! Toné!. Davvero, le mie influenze sono dappertutto. Sicuramente Prince ha avuto un’enorme influenza su di me. Jeff Beck è uno dei miei chitarristi preferiti di tutti i tempi, ovviamente. Di recente, apprezzo particolarmente il gruppo progressive metal Animals as Leaders, così come il mio amico Theo Katzman, cantante pop/soul.
Quando hai deciso di intraprendere una carriera da musicista?
Ero a metà degli studi universitari quando decisi di intraprenderla veramente. Era sempre stato un sogno, ma ci misi un po’ di tempo a svilupparlo in qualcosa di praticabile. In quegli anni mi stavo impegnando per una laurea in Pubblicità e Relazioni Pubbliche, essenzialmente media marketing e branding. Mi piaceva, ma non lo amavo, e più esperienze professionali accumulavo, meno volevo continuare a farlo. Così mi laureai, iniziando a lavorare come chitarrista subito dopo.
Come scegli i musicisti con cui lavorare?
Credo di cercare le stesse cose che la maggior parte dei professionisti cercano quando devono mettere insieme un gruppo per uno concerto o una registrazione. Devono essere ottimi musicisti con un suono adatto al progetto, ovviamente. Altre volte è ancora più importante che siano brave persone con la giusta mentalità e che siano flessibili. Fortunatamente ho l’opportunità di suonare con i miei amici più stretti, che sono anche tra i migliori musicisti al mondo!
Qual è il migliore e il peggiore aspetto riguardo al suonare in una band numerosa come gli Snarky Puppy?
I migliori aspetti sono ovviamente la musica favolosa suonata con musicisti fantastici che sono anche i miei migliori amici. C’è un’atmosfera molto solida, positiva e familiare. Sicuramente abbiamo avuto molti problemi, ma non saremmo durati così tanto se non fossimo compatibili l’un con l’altro. L’aspetto peggiore? (Ride, ndr.) Non so se ci sia un aspetto “peggiore” … ma il pullman che usiamo in tour può diventare piuttosto maleodorante qualche volta.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Sfruttare la mia carriera per dare alla mia famiglia la miglior vita possibile e continuare a suonare con persone delle quali mi importa. È molto semplice in realtà! Forse questo è il mio sogno! (Sorride, NdrR)