
26 aprile 2019
Abbiamo intervistato Riccardo Coratelli, direttore artistico dell’OltreTromba Jazz Club, che ha sede nella città di Poggiardo, in provincia di Lecce: ne è nata una piacevolissima conversazione su cosa significhi oggi gestire un jazz club e promuovere la musica jazz in Italia.
di Luciano Vanni
Cosa significa, al giorno d’oggi, guidare un jazz club ed essere promoter di eventi jazz?
Per noi il 12 agosto 2013 rappresenta una data molto importante, in quanto quel giorno è stata costituita l’Associazione Culturale OltreTromba Jazz Club, nata dalla forte passione di un gruppo di amici, ad iniziare dal Presidente Aldo Cossa per finire con tutto lo staff, che comprende me, direttore artistico e didattico, Pasquale De Santis (responsabile della comunicazione), Massimo Saracino, Francesco Cozza (segretario/tesoriere) ed Eugenio Vadrucci. Oggigiorno è particolarmente complesso dirigere un jazz club, innanzitutto perché esistono troppi ostacoli burocratici; ci vorrebbe, a tal proposito, uno snellimento delle procedure amministrative; inoltre oggi ci sono molti più musicisti jazz che in passato e, soprattutto, un’eccessiva produzione discografica. Ciò comporta l’essere raggiunti da tantissime richieste che cerco di vagliare con la dovuta attenzione, cercando di fare sempre delle scelte trasversali che accontentino sia il pubblico più esigente che coloro che stanno iniziando ad avvicinarsi a questa splendida musica. Per avere nostre notizie ci potete seguire sulla nostra pagina facebook oppure sul sito www.oltretrombajazzclub.com.
Quali sono gli strumenti con cui riuscite a finanziare la vostra attività?
Al giorno d’oggi non è facile promuovere la cultura in generale e più in particolare la musica jazz. Negli anni abbiamo diversificato le modalità di reperimento delle risorse necessarie per poter realizzare le nostre attività e cercare di dare concretezza alla nostra mission. Inizialmente abbiamo avuto il sostegno di alcune aziende del nostro territorio, che hanno sposato la bontà della nostra proposta artistica e della comunicazione degli eventi. Fortunatamente negli ultimi anni però l’attività di OltreTromba è cresciuta a tal punto da farsi conoscere anche fuori dai confini della Puglia, per cui abbiamo iniziato ad avere la fiducia e l’appoggio di alcune amministrazioni locali sensibili alla diffusione della cultura jazz e, grazie a questo, abbiamo potuto rendere itineranti i nostri eventi e workshop. Non per ultimo l’attività dell’associazione da poco può contare, grazie ai bandi pubblici, sul sostegno della Regione Puglia.
Raccontaci, in poche parole, il carattere, l’identità e i valori del vostro jazz club.
L’OltreTromba Jazz Club nasce innanzitutto dalla forte passione condivisa dai fondatori. Personalmente come direttore artistico attingo molto da quella che è la mia esperienza pregressa come appassionato di rock progressive, jazz rock e ovviamente di jazz, ma anche dalla mia formazione musicale e didattica, avendo conseguito sia una laurea in pianoforte classico che una laurea in jazz. L’OltreTromba Jazz Club è stato per me un banco di prova, a cui ho voluto dare una personale identità, lasciando spazio a strumenti musicali poco usati nel jazz (flauto traverso, armonica, fisarmonica, marimba, etc.). I valori principali comunque sono quelli di restare sempre coerenti con la nostra linea di pensiero e di valorizzare i giovani talenti, in particolar modo quelli pugliesi, ospitando altresì nomi illustri del jazz nazionale e internazionale quali Richard Galliano, Jerry Bergonzi, Mark Sherman, Nicola Stilo, Fabrizio Bosso, Massimo Manzi, Maurizio Giammarco, Flavio Boltro, Greta Panettieri, Ada Montellanico, solo per fare alcuni nomi.
Riccardo Coratelli
Che relazione avete con il tessuto cittadino? Come siete riusciti a coinvolgere gli abitanti della vostra città?
Con il tessuto cittadino abbiamo cercato di instaurare sin dai primi passi un rapporto di fidelizzazione, conquistando un bel numero di soci che ci hanno sempre seguito. Il nostro intento è anche quello di valorizzare gli splendidi beni architettonici e i monumenti storici della nostra terra, con l’obiettivo di creare una connessione tra la popolazione del luogo, i turisti e il patrimonio culturale e artistico, avendo come filo conduttore il jazz.
Che tipo di comunicazione avete adottato per valorizzare i vostri eventi?
Abbiamo prediletto la comunicazione sui social media, senza trascurare però i canali più tradizionali come radio locali, quotidiani locali e non, cartoline, segnalibri e locandine. Negli ultimi tre anni abbiamo inoltre realizzato dei calendari per i nostri soci con le foto dei concerti da noi organizzati.
Andiamo sul programma: che musica ascolteremo in questa stagione?
Queste le date dell’OltreTromba Jazz Festival 2019:
16 Febbraio 2019 – Ex Convento dei Padri Riformati (Minervino di Lecce)
Vince Abbracciante 4et
Vince Abbracciante – Fisarmonica
Nando Di Modugno – Chitarra classica
Giorgio Vendola – Contrabbasso
Pino Basile – Percussioni
23 Marzo 2019 – Biblioteca “M. Paiano”- Vignacastrisi (Ortelle)
Tommaso Perazzo Trio
Tommaso Perazzo – Pianoforte
Kimon Karoutzos – Contrabbasso
Marcello Cardillo – Batteria
4 Maggio 2019 – Teatro Illiria (Poggiardo)
Semifinale “Premio Internazionale Massimo Urbani”
Esibizione dei sette semifinalisti, selezionati da una giuria di esperti, che saranno accompagnati da una sezione ritmica di musicisti di livello internazionale: Eugenio Macchia (Pianoforte), Massimo Moriconi (Contrabbasso) e Massimo Manzi (Batteria)
18 Maggio 2019 – Palazzo Baronale (Nociglia)
Mirko Matera trio
Mirko Maria Matera – Pianoforte
Camillo Pace – Contrabbasso
Francesco Lomagistro – Batteria
8 Giugno 2019 – Castello Aragonese (Castro)
Claudio Jr. De Rosa Quartet
Claudio Jr. De Rosa – Sassofono
Alessio Busanca – Pianoforte
Tommaso Scannapieco – Contrabbasso
Luigi Del Prete – Batteria
22 Giugno 2019 – Palazzo Bitonti (Montesano Salentino)
Alma Trio
Vito Di Modugno – Hammond
Guido Di Leone – Chitarra
Mimmo Campanale – Batteria
Tra i tanti artisti in cartellone, quali sorprese ti attendi?
Relativamente all’intero cartellone nutro grandi aspettative dal giovanissimo pianista Tommaso Perazzo, dallo straordinario sassofonista Claudio Jr. De Rosa, per finire con il poliedrico e istrionico pianista pugliese Mirko Maria Matera.
Come si è evoluta, negli anni, la vostra attività?
L’attività si è evoluta negli anni cercando di dare sempre più spazio ai progetti discografici e ai nuovi talenti, senza tralasciare workshop con grandi nomi del jazz quali Ares Tavolazzi, Nicola Stilo e tanti altri ancora. Abbiamo all’attivo più di cinquanta concerti, inizialmente solo estivi, con l’organizzazione di quattro edizioni del “Jazzin’ Poggiardo” e di due edizioni del “NuciJazz Festival” nel comune di Nociglia (LE) nel 2017 e 2018; e dal 2014 promuoviamo anche una programmazione invernale, sia in teatro che nel nostro jazz club. Ci siamo spinti inoltre a stringere un protocollo d’intesa con altre associazioni fuori dal territorio pugliese, come ad esempio con la MusiCamDo, insieme alla quale, in collaborazione con il Comune di Poggiardo, organizziamo il prestigioso “PIMU – Premio Internazionale Massimo Urbani”, che porterà quest’anno proprio a Poggiardo (LE), per la prima volta in esclusiva per il sud Italia, la tappa delle semifinali. Il 4 maggio si esibiranno presso il teatro Illiria di Poggiardo (LE) ben sette solisti già selezionati, accompagnati da una sezione ritmica di grande spessore composta da Eugenio Macchia al pianoforte (già vincitore dello stesso PIMU), Massimo Moriconi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria, con gli ultimi due già facenti parte della ritmica ufficiale del PIMU.
Qual è la più grande gratificazione umana e professionale che vivi ogni volta che promuovi eventi?
La gratificazione più grande dal punto di vista umano è che molti appassionati e soprattutto neofiti del jazz che intervengono ai nostri concerti ci ringraziano per le emozioni che provano e per l’arricchimento che ogni volta si portano via come bagaglio di crescita. Le soddisfazioni più belle dal punto di vista professionale sono diverse: intanto vedere riconosciuto il nostro operato dalla stampa specializzata, ma soprattutto il rapporto che si crea con i musicisti che si esibiscono ai nostri eventi, visto che la loro musica ha per noi una centralità assoluta e non è considerata marginale come ahimè accade spesso altrove. Infatti siamo sempre stati considerati dagli artisti con cui abbiamo collaborato come una sorta di zona franca dove potersi esprimere liberamente e far apprezzare la propria musica a un pubblico attento e competente.
E infine: tre parole per descrivere il vostro jazz club.
Passione, coerenza e intraprendenza.