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Tolfa Jazz:
parla Marcello Rosa

Tolfa Jazz: </Br> parla Marcello Rosa

In occasione della VII edizione del Festival Tolfa Jazz, intitolata emblematicamente “Now! Orleans”, ne abbiamo intervistato il direttore artistico Marcello Rosa. La rassegna si svolgerà dal 22 al 24 luglio a Tolfa, sarà a ingresso gratuito e oltre a molti concerti proporrà numerose attività culturali come danza, fotografia, arte, sport. artigianato, enogastronomia.

Di Eugenio Mirti

 

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Quali sono gli elementi di novità di questa settima edizione di Tolfa Jazz?
Partirei dal titolo:  “Now! Orleans”. L’abbiamo scelto per sottolineare la dedica alla città che ha visto nascere il linguaggio del jazz, ma allo stesso tempo il nostro interesse per la versione attualizzata della tradizione, proposta senza sentimenti nostalgici o riletture filologiche.

Che caratteristiche vi accomunano alla capitale della Louisiana?
Cerchiamo di mantenere l’atmosfera festosa del suo festival; inoltre vogliamo manifestare gratitudine al suo messaggio e a quello che continua a dare alla comunità jazzistica internazionale. Ci interessa anche proporre una musica che sia divertente nel senso più nobile del termine. Ricordo che da ragazzo sentii una volta Vittorio Gassman dire che in Italia la cultura ha “qualcosa di lugubre”: ecco, vogliamo assolutamente evitare questo sussiego e rendere invece questa musica viva e vitale.

Cosa prevede il programma di quest’anno?
Tra le molte proposte segnalo che il primo giorno abbiamo il concerto del giovane Simone Alessandrini con ospite Francesco Bearzatti, seguiti dalla New Talents Jazz Orchestra di Mario Corvini. Il sabato sottolineo l’omaggio a New Orleans con la parata con i costumi a tema del cartoon “La pricipessa e il ranocchio”, oltre al concerto per ballerina e trombone. Domenica protagonista sarà invece la Walkin Down Tolfa Street Parade. A corollario dell’evento ci sono inoltre moltissime altre attività culturali, mostre, etc.

Cosa prepari per il futuro del festival?
Nel 1967 realizzai un programma radiofonico in occasione del cinquantesimo anniversario dell’uscita del primo disco della storia con la dicitura “Jazz”, ovvero Livery Stable Blues della Original Dixieland Jass Band guidata da Nick LaRocca;  vorrei il prossimo anno realizzare un avvenimento analogo in occasione del centenario. Si parla tanto di jazz italiano e spesso ci si dimentica del grandissimo contributo che LaRocca,  figlio di immigrati italiani, diede alla cultura jazzistica e al suo sviluppo; i suoi dischi  sono tuttora dei manuali stilistici e sono imprescindibili se si vuole suonare con quello stile. Spero che ciò possa essere di aiuto nel recupero del suono della tradizione e di questo jazz delle origini che non è solo uno stile ma anche un modo di vivere.