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Sperimentazione e didattica </br>Intervista a Nadia Bertuglia, Elisabetta Cucco ed Elena Diana
Photo Credit To Leonardo Schiavone

Sperimentazione e didattica
Intervista a Nadia Bertuglia, Elisabetta Cucco ed Elena Diana

21 marzo 2017

Venerdì 17 marzo ci siano recati presso la scuola elementare di via Fiochetto, dell’Istituto Comprensivo Regio Parco a Torino; questa scuola ospita da quattro anni un progetto che si chiama In classe si può, che ha l’obiettivo di far vivere un’orchestra durante l’orario curriculare.  Abbiamo intervistato la referente del progetto, Nadia Bertuglia, l’insegnante di violoncello Elena Diana e la maestra responsabile della quinta, Elisabetta Cucco.

Di Eugenio Mirti; fotografie di Leonardo Schiavone.

Come è composta la vostra orchestra?
Nadia Bertuglia / È formata da violini e violoncelli, che sono strumenti decisamente più complessi di quelli che si userebbero in altri momenti con bambini della stessa età: le difficoltà aumentano, e hanno il fine di integrare ancora di più e avvicinare le relazioni tra i bambini. Il progetto ha avuto risultati didattici ottimi sia musicalmente sia relazionalmente.

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Quante classi sono coinvolte?
Elisabetta Cucco / In questa scuola tutte le cinque classi partecipano; io sono la responsabile della quinta e i miei bambini hanno iniziato l’orchestra in seconda; ci tengo a sottolineare che anche gli elementi che sono arrivati negli anni successivi hanno potuto partecipare: per esempio l’anno scorso sono arrivate tre bambine non parlanti dalla Cina e dalle Filippine e hanno cominciato il percorso eseguendo inizialmente parti più semplici. Questo perché è un progetto inclusivo, e anche non parlando italiano si riesce subito, attraverso la musica, a dialogare con i compagni.

Nadia Bertuglia / Tutto l’Istituto comprensivo è formato da tre scuole elementari, due scuole materne e una media; al progetto partecipano circa 400 bambini.

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Chi ha acquistato gli strumenti?
Nadia Bertuglia / Sono di proprietà della scuola; la nostra dirigente scolastica Concetta Mascali quattro anni fa decise di fare un investimento e comprare violini e violoncelli perché potessero essere una base per tutte le classi.

Elisabetta Cucco / Forse solo il due per cento dei bambini ha lo strumento a casa, studiano quindi solo a scuola, ma nonostante ciò alcuni  si sono comunque molto appassionati.

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Finita la quinta classe come può continuare il percorso musicale chi è interessato?
Elisabetta Cucco / Abbiamo realizzato un’orchestra che si chiama Giulia, che permette di continuare a chi lo desidera.

Nadia Bertuglia / Si tratta di un’orchestra che si tiene in orario extracurricolare a cui partecipa chiunque voglia approfondire le ore fatte al mattino, aperta per ragazzi dai sei ai sessant’anni di età!

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Perché l’orchestra è nata proprio in questa scuola?
Elisabetta Cucco / Siamo una scuola multiculturale con classi in prevalenza costituite con bambini di origine non italiana; ci tengo a sottolineare che nonostante ci siano difficoltà linguistiche seguiamo lo stesso programma delle nostre colleghe che hanno classi con maggioranza di bambini italiani. La nostra sfida è quella di dare la possibilità a tutti i bambini della scuola, qualsiasi sia la loro provenienza, di inserirsi nel mondo. Accettiamo la sfida della lingua con laboratori di potenziamento linguistico, e la musica è parte integrante di questo progetto: è un mezzo di comunicazione che non ha barriere e nel caso specifico i bambini diventano strumentisti a tutti gli effetti. Quindi l’idea di realizzare questo progetto proprio qui mi piace pensare sia un modo per realizzare una mescolanza culturale, che lascia a tutti un plusvalore.

Nadia Bertuglia / Il nostro sogno sarebbe quello di poter realizzare una sperimentazione istituzionalizzando in questo plesso due sezioni musicali orchestrali.

Elena Diana / Da un punto di vista didattico abbiamo dovuto unire i nostri saperi perché non si tratta delle lezioni standard: c’è un’ora di tempo, si lavora con tanti bambini insieme che non hanno lo strumento a casa e quindi non si eserciteranno; la lezione insomma è come quella individuale ma di gruppo, teorica ma di teoria applicata immediatamente, molto cantata. Abbiamo così inventato tante attività:  usare lo strumento per esprimere le proprie emozioni, creare di melodie che poi vengono usate per  musicare testi in varie lingue, ecc.

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Questo però è un momento di crisi.
Nadia Bertuglia / La Fondazione Agnelli ci ha sostenuto per due anni e ci ha aiutato a camminare con le nostre gambe; il progetto con questo numero di classi costa circa 50.000 euro all’anno e per finire quest’anno ci mancano ancora circa 10.000 euro. La questione che si pone per il futuro è se mantenerlo come progetto esterno e quindi trovare di anno in anno i fondi per sostenerlo, o cercare di muoversi istituzionalmente: per esempio confrontarsi con la Commissione Cultura della Città di Torino, abbiamo già ospitato l’Assessore all’Istruzione, e così via. Stiamo aspettando delle risposte e il nostro intento è quello di chiedere di realizzare un bando che ci possa sostenere.

Elisabetta Cucco / Anche perché questo è un progetto trasversale: permette di realizzare una sperimentazione effettiva che potrebbe essere utile a tutto il Paese; fare musica in questo modo sviluppa le capacità di concentrazione, la motricità fine, ecc. Vorrei anche sottolineare il  fatto che saper suonare uno strumento è un patrimonio che rimarrà per tutta la vita di questi bambini.

Elena Diana / Così come spesso la mensa scolastica per alcuni di questi bambini è la sola possibilità di fare un pasto dignitoso nella giornata, la musica è per altri davvero un’occasione unica di fare qualcosa di speciale: a volte non vengono considerati dai loro genitori, che per esempio non pensano sia importante venire ad ascoltarli quando l’orchestra ha un concerto; allora sono i bambini stessi che spiegano l’importanza della scuola alle famiglie, e diventano così strumento di crescita culturale e sociale.

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Come si può aiutarvi?
Nadia Bertuglia / Da un lato noi cerchiamo di dare risonanza mediatica al nostro lavoro: più se ne parla e più vieni naturalmente aiutato e considerato; ad aprile inoltre partirà un crowdfunding e ognuno potrà anche solo con un euro adottare un piccolo musicista di questo istituto.

Elisabetta Cucco / Le possibilità perché le persone le possano cogliere vanno date, e stiamo cercando di realizzarle.

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