Ultime News
“Sounds Like Freedom”: una famiglia in cui esprimersi liberamente. Intervista a Rosa Brunello
Photo Credit To Jackie Radinsky

“Sounds Like Freedom”: una famiglia in cui esprimersi liberamente. Intervista a Rosa Brunello

7 novembre 2022

Intervistiamo la bassista, contrabbassista e compositrice Rosa Brunello, in occasione della performance per presentare il suo ultimo lavoro discografico “Sounds Like Freedom” (Domanda Music, 2022) al Roma Jazz Festival. La talentuosa musicista italiana, oltre ad avere una formazione musicale di tutto rispetto (ha suonato e studiato in diverse città del mondo, tra cui Berlino, Parigi e Amsterdam), vanta anche la collaborazione con una delle più iconiche cantanti americane di jazz, Dee Dee Bridgewater.

a cura di Andrea Parente

Facciamo un passo indietro. La pandemia ha messo a dura prova gli aspetti lavorativi ed esistenziali dei protagonisti del settore dello spettacolo. Come hai affrontato e gestito tale situazione?
È stato un periodo molto duro anche per me. Una situazione difficile da affrontare, chiusa in casa, senza stimoli; insomma, ho avuto un vero e proprio blocco. Mi ha aiutato molto il fatto di avere un amico e collega, Tommaso Cappellato, con cui ho parlato molto al telefono, durante tutti quei mesi bui. Sono state ore ed ore di scambi di idee su un possibile disco da realizzare nel momento in cui tutto fosse ripartito. Cosa che poi è successa. Difatti, una delle cose positive di quel periodo è stata proprio l’uscita di “Sounds Like Freedom”.

Illustrazione di Paul Grelet

Focus sul presente. Cosa ci racconti appunto di “Sounds Like Freedom”, il tuo ultimo lavoro discografico recentemente pubblicato dall’etichetta discografica Domanda Music?
Il disco è nato da due giorni di sessioni di improvvisazione, insieme a tre bravissimi e meravigliosi musicisti, con cui avevo già collaborato in altre formazioni, prima di riuscire ad unirli insieme per questo nuovo progetto: Yazz Ahmed, Maurice Louca e Marco Frattini. Tommaso Cappellato, il produttore del disco, ha curato la post-produzione. Dal vivo riproduciamo quelli che sono diventati i brani del disco, rendendo sempre attiva la componente improvvisativa, cercando di riprodurre le atmosfere create prima in studio e poi con la post-produzione.

Cosa ti ha motivato nello scegliere Yazz Ahmed (tromba), Maurice Louca (chitarra) e Marco Frattini (batteria) come collaboratori del disco?
Innanzitutto, la mia grandissima stima nei loro confronti; poi, la loro grande personalità musicale e creativa. Oltre a loro, è entrato a far parte della famiglia dei “Sounds Like Freedom” anche il chitarrista Enrico Terragnoli, presente pure lui nel disco, in un brano in cui ci sono anche Luca Tapino al trombone e Claudia Bidoli alla voce. Nel momento in cui uno dei quattro componenti originali del quartetto non potesse essere presente, è anche bello sapere che ci possa essere una sostituzione sempre molto personale e che dia la sua impronta al progetto. Infatti, nella data del Roma Jazz Festival ci sarà proprio Enrico al posto di Maurice. Mi piace pensare al gruppo come a una “famiglia musicale allargata”.

La tua formazione è un quartetto. Cosa ha significato questo a livello timbrico, espressivo e di arrangiamento?
Nella formazione citata prima è presente moltissima interazione e capacità di ascolto tra tutti e quattro i componenti, per cui ci sono dei momenti in cui prevale un musicista piuttosto che un altro, e dei momenti in cui si lascia il discorso musicale a uno dei quattro, o magari ad altre formazioni in duo o in trio, per poi ritornare in quartetto. C’è molto dialogo tra i componenti del gruppo, e questo rappresenta il punto di forza del progetto.

Photo Credit To Daniela Martin

Da cosa ti lasci ispirare quando componi?
Ogni volta è diverso. Tendenzialmente cerco di partire dalla componente melodica; in altre occasioni, invece, è più forte la componente ritmica. Insomma, non ho un modus operandi unico.

Uno sguardo al futuro. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Quali invece gli obiettivi che ti poni?
Adesso abbiamo il concerto all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per il Roma Jazz Festival. La settimana prossima, invece, siamo a Novara per il NovaraJazz, sempre con questo quartetto. Appena tornerò a casa, ripartirò per andare a suonare all’estero, con il quartetto di Dee Dee Bridgewater. Come obiettivi, sono molto vicina a quello che mi sta per accadere, ovvero, cercare di vivere di musica e di viaggiare per l’Europa e per il mondo.

Photo Credit To Jackie Radinsky

Come vivi l’esperienza con l’icona del jazz Dee Dee Bridgewater?
Ogni volta riesco a imparare qualcosa, insieme a un bellissimo modo di condividere momenti di vita con una persona che ha fatto – e continua a fare – la storia del jazz. Vivo sempre, inoltre, una sorta di incredulità, quando mi ritrovo sul palco e al fianco di Dee Dee Bridgewater. Un’esperienza preziosa e ricca di soddisfazioni personali.

INFO

www.rosabrunello.com

 

Abbonati a Jazzit a soli 29 euro cliccando qui!