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Sospesa: l’intervista a Sonia Spinello

Sospesa: l’intervista a Sonia Spinello

5 novembre 2019

L’intervista alla cantante per il suo album “Sospesa”

Si intitola “Sospesa” l’ultimo album di Sonia Spinello, pubblicato dalla Abeat Records; l’abbiamo intervistata.

Di Eugenio Mirti

Come lavori a testi e musiche?
Non seguo un “modus operandi”; la maggior parte delle volte parto dalle melodie e quasi contemporaneamente le parole arrivano con grande naturalezza: di conseguenza lavoro sull’armonia al piano. Altre volte, invece, mi siedo al pianoforte e partendo da un giro armonico arrivano la melodia e il testo. In tutti e due i casi è sempre una “spinta” che arriva dal profondo che mi porta a scrivere, l’esigenza di raccontare uno stato d’animo.

E agli arrangiamenti?
Quando inizio a lavorare su un brano, quasi immediatamente penso al tipo di sonorità, al mondo e agli strumenti che immagino possano riempire e supportare la melodia e le parole. Nel caso di “Sospesa”, ho avuto la fortuna di avere il grande contributo di Roberto Olzer, che per me è musicista straordinario: gli arrangiamenti degli archi in questo disco sono frutto del suo lavoro.

Perché il titolo “sospesa”?
“Sospesa”… da sempre! Da sempre infatti mi sento divisa in due, per molti, molti, aspetti. Sono una persona estremamente emotiva: nella mia vita ho cercato di far convivere il mio lavoro e gli impegni con un percorso parallelo di ricerca e scoperta interiore che, purtroppo, spesso si è scontrato tragicamente con la velocità del mio quotidiano, il lavoro, le situazioni, i social, la tv, le persone, la vita che ho incontrato, vissuto, subito.

A tratti ho sofferto e fatto fatica a conciliare la mia parte razionale con quella più spirituale ed esoterica. Per anni ho affiancato al mio lavoro artistico un percorso di formazione e approfondimento nell’ambito della medicina ayurvedica che ha influenzato molto il mio modo di lavorare, vivere e relazionarmi nel quotidiano. “Sospesa” è una sorta di analisi personale che va a connettere questi due livelli e manifesta in musica e parole il mio sentire, vivere e sognare. Ogni brano è un pezzo di vita.

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Cosa è il jazz oggi per una cantante?
È difficile rispondere a questa domanda: io non mi sento una “jazzista” come a volte mi hanno definita. Quando ascolto musica, ascolto uno strumento, oppure una voce, sento l’esigenza di provare emozioni. Con umiltà posso dire che per me il jazz è contaminazione. Molto, infatti, può essere definito jazz: il suo stile può incontrarne altri e fondersi, come il soul, il funk, il rock, il blues, il pop, la musica classica. L’esperienza e il vissuto di ogni musicista possono confluire in un “genere” chiamato jazz, ma ognuno con la sua storia.
Che cosa può essere il jazz per un cantante? Ribalterei la domanda. Cosa può essere oggi per il jazz un cantante? Credo che ogni cantante e musicista debba mettersi a disposizione della musica con lealtà e autenticità, senza cloni, senza finzioni, solo con la propria verità, esperienza musicale ed emotività.

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Come hai scelto l’ospite speciale, Ivan Segreto?
Da molti anni seguo Ivan con ammirazione: trovo che abbia scritto brani bellissimi. La sua voce ha un colore e delle frequenze che toccano il cuore. Infatti, è stata la mia parte emotiva a scegliere Ivan. Se avessi, invece, pensato ad una voce femminile avrei senz’altro chiesto a Francesca Corrias di duettare con me: sono i due artisti che più amo in Italia oggi. Da qualche anno Ivan ed io siamo diventati amici e, non appena gli ho proposto la collaborazione, ha accettato con piacere. Stilisticamente penso che ci somigliamo, nel modo di scrivere e vocalmente: abbiamo due timbri che si fondono perfettamente e non appena iniziato a provare abbiamo trovato una grande intesa musicale. Per me è stato un regalo.

Come scegli i musicisti con cui ti accompagni?
Sincermente penso al lato umano: oggi mi voglio circondare di persone con cui sto bene. Ovviamente i musicisti che ho scelto sono per me straordinari e persone che adoro. Roberto Olzer, Fabio Buonarota e Lorenzo Cominoli sono ormai da anni dei compagni di viaggio; condividiamo, infatti, altri progetti musicali, discografici e di vita. Conosco bene il loro modo di suonare e di vivere la musica e sono stati perfetti per questo progetto. Il quartetto Estro Armonico, invece, mi è stato consigliato da un amico musicista e devo dire che sono molto felice di aver scelto questa collaborazione. Musiciste e persone deliziose, Tatiana Reout, Elisabetta Danelli, Marlise Goidanich e Mariella San Vito, sono donne speciali e molto affiatate fra loro: avevo bisogno di una forte energia femminile che avvolgesse questo disco.

Se dovessi descrivere la tua musica con tre aggettivi quali sceglieresti?
Anche a questa domanda è difficile rispondere… di pancia, direi, “autentica, emotiva, eterea”: quello che racconto è sempre il mio qui ed ora.

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Jazzit 2019