4 agosto 2018
Si intitola Secondo solitario il nuovo disco in solo di Alessandro Fedrigo, pubblicato da Nusica.org; l’abbiamo intervistato.
Di Eugenio Mirti
Perché un disco in basso solo?
Nel 2011 ho registrato il mio primo cd in basso solo con il titolo Solitario: una sfida che derivava dall’esigenza di rendere questo strumento autosufficiente. Il basso acustico (o meglio la chitarra basso acustica) è uno strumento ancora poco utilizzato, mi ci sono subito sentito a mio agio, forse anche per il fatto di non avere dei riferimenti stilistici importanti. Direi che mi sono trovato di fronte ad un territorio inesplorato. Questo mio secondo CD nasce dalla stessa spinta creativa, la volontà di esplorare, in più ho sentito l’esigenza di lavorare in modo più focalizzato sulla composizione cercando di sviluppare alcune tematiche che avevo già portato in ensemble più grandi.
Come hai lavorato a composizioni e arrangiamenti?
La cosa che funziona per me è quella di delimitare molto il campo, un insieme di poche note, un paio di intervalli, alcune idee ritmiche molto circoscritte sono spesso il punto di partenza; cerco di sviluppare al massimo le combinazioni e produrre delle forme articolate che abbiano un significato narrativo. La cosa che mi interessa quando scrivo è che ci sia un percorso da fare, sia per l’esecutore/improvvisatore che per l’ascoltatore. Ovviamente dentro alla composizione ci sono molti spazi dove si improvvisa, ma tengo molto a che questi spazi siano organici rispetto alla composizione, una parte della composizione stessa insomma.
Che cos’è il jazz oggi dal tuo punto di vista?
Un punto di incontro tra tante musiche possibili; ovviamente il jazz ha una storia e una tradizione importantisime e proprio nella sua storia, nel suo dna c’è la commistione, il nutrirsi di tutti i materiali musicali possibili per tentare delle sintesi e soprattutto per interiorizzarli al fine di improvvisare, di renderli vivi… Trovo che in questi anni ci siano tanti musicisti che hanno prodotto musica eccellente e abbiano continuato questo percorso di integrazione, di sintesi e di esplorazione sotto al cappello della parola jazz.
Definisci Secondo Solitario con tre aggettivi
Organico, narrativo, esplorativo. O almeno spero che possa risultare tale.
Sei molto attivo con Nusica.org: quanto è importante saper fare rete oggi?
Molto, l’attività di Nusica.org (che condivido con Nicola Fazzini, mio principale partner) è fortemente basata sulla necessità di fare rete. Fare rete tra musicisti (per produrre i CD), fare rete tra territori (per produrre i festival Sile Jazz e Jazz Area Metropolitana), fare rete tra istituzioni (per l’attività didattica che coinvolge le Università di Padova e Venezia) e fare rete tra soggetti che si occupano di promozione artistica (siamo soci di Midj, IJazz e Europe Jazz Network).
Nell’era dello streaming Nusica.org metta a disposizione tutit i dischi in catalogo sul sito: secondo te verso quale modello produttivo va la musica jazz di oggi?
Penso che i musicisti di jazz non abbiano avuto mai l’idea di mantenersi vendendo i CD, credo che da sempre l’obbiettivo sia stato quello di suonare, fare concerti, portare avanti la musica in un percorso dinamico, di condivisione e di evoluzione. Il cd può essere un punto di partenza, l’istantanea che cattura un particolare momento musicale, alle volte un punto di arrivo di un processo ma sicuramente un CD è un biglietto da visita. La possibilità di condividere la musica e di spiegarla, raccontarla è la cosa che ci interessa. Ecco perchè sul sito si trovano le partiture dei pezzi, i video oltre alla musica stessa in formato mp3.
Che consigli daresti a un ragazzo che vuole fare il bassista da grande?
Oggi ci sono opportunità straordinarie per i giovani jazzisti, i Conservatori sono un meraviglioso luogo di aggregazione e crescita musicale e ci sono tante opportunità per viaggiare, incontrare giovani musicisti di altri paesi. Il mio consiglio è quello di approfittare il più possibile di queste opportunità e di non temere di scegliere strade originali, di sperimentare sempre e di cercare di fare la propria musica con sincerità e impegno.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Ora credo che sia il momento di pensare al nuovo (quarto) cd di XYQuartet, che è la formazione dove Nicola Fazzini ed io abbiamo investito più energie. Il nostro laboratorio musicale che tante soddisfazioni ci ha dato e ci sta dando e che condividiamo con due strordinari musicicsti: Saverio Tasca e Luca Colussi.