23 aprile 2018
Abbiamo intervistato Massimo Colombo in occasione dell’uscita di Powell To The People, prodotto dall’etichetta Play, dedicato alle composizioni di Bud Powell.
Di Eugenio Mirti
Come è nato questo trio?
Enzo Zirilli lo conosco da diversi anni, poi si è trasferito a Londra e non ci siamo più visti per lungo tempo. Ci siamo ritrovati al conservatorio di Bari; Maurizio Quintavalle è di Bari e anche lui insegna al conservatorio. Parlando insieme saltò fuori un concerto da fare da quelle parti, nel quale suonammo qualche brano di un altro mio disco; avevo anche in mente da parecchi anni di dedicare un omaggio a Bud Powell, che è sempre stato un mio importante punto di riferimento, progetto che ho sempre rimandato ma che nacque pro-rpio in quell’occasione. La serata andò bene e ci riproponemmo di registrare un album.
Come hai scelto i brani?
Ho scelto le tracce da un disco di Powell che si chiama Scene Changes, che è uno dei suoi più belli, ci sono tutti pezzi apparenemente semplici, ma proprio per questo se vogliamo anche più complessi. A parte Hallucination e Celia gli altri brani sono pressoché ineseguiti e anche poco registrati in generale.
Cosa ti affascina di Bud Powell?
Nelle composizioni di Bud Powell troviamo una vena melodica legata al bop, che dovendosi muovere entro certe regole diventa un linguaggio che è forse diventato antico, però è punto fondamentale di comprensione per entrare nel linguaggio jazzistico, direi imprescindibile. E serve per arrivare a capire cose anche molto più moderne; è un modo di pensare che allontana da quelli che sono i cardini dell’armonia, ci si può spingere oltre. Un po’ come avere tutto e non avere nulla, e se non c’è invenzione non ne vieni fuori.
Cosa consiglieresti a un allievo che voglia diventare pianista professionista?
Studiare non solo ciò che riguarda lo strumento ma la cultura musicale: la storia, non limitandosi al campo jazzistico; è importante studiare lo strumento in modo approfondito: il diploma classico per esempio obbliga a conoscere bene il pianoforte; in altri casi non è così. Forse bisognerebbe trovare il modo di attuare un corso di studi che coinvolga classica e jazz, che sarebbe più utile per tutti.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Diverse cose; ho già quasi pronto un altro lavoro in trio o quartetto che segue la linea di Trio Grande; musica scritta, con importanti parti improvvisate. Mi sono ritrovato a fare il punto della situazione riguardo a parecchia musica che ho scritto per pianoforte e non solo, per raccogliere tutto, si tratta di centinaia di pezzi. Faremo dei concerti per presentare questo disco, sicuramente il festival di Nuoro. Infine magari ripetere questa opera legata a Bud Powell prendendo come spunto un altro autore. Uscirà anche un disco live intitolato Inside Jazz quartet, con Tracanna, Zanchi e Bradascio: abbiamo registrato due dischi con Abeat e questo in uscita sarà il terzo.