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Perception<br/>Intervista a Kristina Koller

Perception
Intervista a Kristina Koller

9 agosto 2018

Si intitola Perception l’album di debutto di Kristina Koller, cantante e compositrice statunitense; l’abbiamo intervistata.

Di Eugenio Mirti

Come lavori a composizioni e arrangiamenti? 
Ogni brano è differente, di solito inizio dalla melodia e dal testo; quando inizio un brano nuovo in genere non so di che cosa parlerà; ma una volta che trovo le armonie e la melodia si delinea più precisamente, le idee iniziano a nascere. Non mi limito mai a uno stile preciso di musica, di solito seguo quello che sento senza preclusioni. Per quanto riguarda l’arrangiamento  il primo passaggio è quello di riarmonizzare; quando un brano ha un testo che può rivolgersi anche alla nostra epoca, spesso aggiungo un sapore differente alla melodia e non sono strettamente legata alla parte scritta, specialmente se è uno standard mi piace renderlo accessibile ai millennials. Quando invece lavoro su un brano pop lo stravolgo: così come mi piace l’idea di far conoscere il jazz alle nuove generazioni, mi piace anche quella di aprire nuove porte alle generazioni precedenti che magari non ascolterebbero i Blink 182.

Come hai scelto gli standard?
Di solito quando imparo un brano nuovo è relativo a qualche evento della mia vita; in particolare molti dei brani su Perception sono legati a una relazione che avevo in quel momento: You Go to My Head,  Blame it on My Youth, Nice Work if You Can Get ItDevil May Care descrivono bene le mie sensazioni. I’ll Know, tratta dal musical Guys and Dolls, l’ho scelta invece come un omaggio al periodo in cui ho lavorato nei musical, soprattutto perchè il mio primo ruolo da protagonsita fu proprio quello di Sarah Brown, personaggio di quel musical. 

Hai 23 anni: cos’è il jazz dal tuo punto di vista?
Il jazz è una musica che continua a fiorire, e ci sono moltissime opinioni differenti su cosa dovrebbe essere. Io credo che si debba rispettare la storia di questa musica, ma allo stesso tempo dobbiamo andare avanti ed evolvere. Credo che uno dei problemi del jazz sia la forte resistenza al cambiamento. Molti hanno paura di uscire dalle loro comfort zone e provare qualcosa di diverso da che so, quello che ascoltiamo in un disco di Oscar Peterson. Tocca alla nuova generazione di jazzisti aumentarne il fascino. Il jazz è sempre vivo, ma si arriverà al punto un cui la vecchia generazione non ci sarà più , e quindi è responsabilità di quella nuova esprimersi.
Artisti come Robert Glasper, Now vs. Now, The Bad Plus e Jose James lo stanno realizzando, creando una musica trasversale.

Quali cantanti ti hanno influenzata maggiormente?
In ordine sparso… Amy Winehouse, Gretchen Parlato, Jose James, Jamie Cullum, Cyrille Aimee, Nancy Wilson, Anita O’Day e Sarah Vaughan. 

Nell’era dello streaming qual è il senso di realizzare un album su supporto fisico?
A dire la verità continuo a chiedermelo anche io! Penso che il primo album sia necessario realizzarlo in questo modo, in modo che si capisca che si è seri rispetto a quello che si sta facendo. Diventa un biglietto da visita che si può ascoltare facilmente. Molte riviste, blog e radio ancora vogliono il supporto fisico, molta gente ancora ama leggere le liner notes e toccareun disco anzichè ascoltare in streaming; detto tutto questo, sto anche pensando di realizzare il mio prossimo album solo in formato digitale, e vendere ai concerti delle download cards.

Tre aggettivi per definire Perception.
Audace, emotivo, funky.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Voglio continuare a crescere ed evolvere artisticamente, e creare musica che sia per me significativa e che mi avvicini alla gente; mi piacerebbe viaggiare e cantare in parti del mondo che ancora non mi conoscono. Il massimo per un musicista è essere davanti a un pubblico; essendo un’artista indipendente è stato estremamente complicato trovare dei concerti ben pagati, specialmente al di fuori degli USA. La maggior parte delle venue vogliono che si abbia una grande esperienza, e questo è difficile per chi è al primo album come me. Quindi mi ci dedicherò nei prossimi anni.