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Overlays<br/>Intervista ai NovoTono

Overlays
Intervista ai NovoTono

15 febbraio 2019

I NovoTono, duo composto dai fratelli Adalberto e Andrea Ferrari (sassofoni e clarinetti), ci presentano il loro ultimo lavoro discografico “Overlays”, edito da ParmaFrontiere.

Intervista di Arianna Guerin

Raccontateci un po’ di voi, della vostra storia e di come nascono i NovoTono.
I NovoTono nascono circa trentacinque, quarant’anni anni fa in modo del tutto casuale e inconsapevole. Essendo fratelli già dai primi anni di studi musicali il nostro maestro di clarinetto ci dava come compito quello di suonare dei duetti, e quindi possiamo dire che proprio da lì è iniziato il percorso dei NovoTono, non c’è stata una situazione particolare in cui abbiamo deciso di dare vita al duo, ma da quel momento in poi parecchi sono stati i progetti che ci hanno visto lavorare insieme, in duo o con altri musicisti in ambito jazz, classico e contemporaneo. Abbiamo avuto la fortuna di avere un lungo e stimolante periodo di formazione individuale, lavorando e studiando sia in ambito classico che jazzistico, con tour di concerti in gran parte del mondo insieme a molti altri musicisti, questo ci ha dato davvero l’opportunità di indagare percorrendo tantissime strade crossover, di approfondire i singoli linguaggi e poi di fonderli creando un nostro modo di vedere la musica, sia in senso interpretativo che compositivo, senza particolari etichette ma utilizzando le molte possibilità che il mondo dei suoni offre, come fossero tantissimi colori o vocaboli a disposizione da utilizzare per rappresentare al meglio l’idea musicale di un determinato brano o frammento di esso. Certo questo ci è costato fatica, impegno e tempo, approfondire e assimilare davvero per poter avere un minimo di libertà di espressione e di gestione dei diversi linguaggi musicali è una strada complicata, ancora oggi continuiamo a lavorarci, ma possiamo dire che in questo senso il duo NovoTono è riuscito nell’intento e il disco “Overlays” è l’ultimo felice approdo, ma già stiamo lavorando per il futuro…

Parliamo appunto del vostro album “Overlays”, un gioco di sovrapposizioni tra suono e silenzio, tra composizione e improvvisazione, grazie al quale si crea un magico dialogo tra di voi e i vostri strumenti.
Questo disco arriva a dieci anni di distanza dal primo, “Wanderung”, significativo lavoro che ha avuto un felice seguito, molto amato dal pubblico e dalla critica, un decennio di naturale cammino, senza forzature ma con la curiosità e la voglia di continuare. “Overlays” nasce dall’idea che sovrapporre due elementi di diversa natura, in musica, significa spingersi a trovare una terza soluzione, questo ci ha portato a ragionare e scrivere in modo molto aperto. Volevamo un progetto che avesse profondi contenuti ma che fosse anche accessibile, con la possibilità di essere ascoltato a più livelli. Da qui l’idea strutturale dei brani con idee compositive anche piuttosto complesse che lasciano spazio a improvvisazioni più o meno libere, legate a sequenze accordali oppure con agganci tematici o timbrici, che hanno in comune una forma precisa e un’impronta ritmica piuttosto evidente. In “Overlays” abbiamo lavorato prevalentemente con due strumenti uguali, due clarinetti bassi, questo per rafforzare l’idea di dialogo e di sovrapposizione, mentre laddove gli strumenti sono diversi, come ad esempio in Soprasso, abbiamo centrato il lavoro sull’unisono. La musica che ne è uscita ha un forte sapore evocativo e ad un certo punto della lavorazione del disco ci siamo accorti che potesse davvero “creare situazioni”, quasi fosse la colonna sonora di un film dove però la musica costituisse il filo conduttore delle ipotetiche immagini. A livello concertistico i luoghi in cui suoniamo questo progetto ci influenzano in modo evidente e il percorso e le suggestioni di ogni brano cambiano, d’altra parte spesso ci sentiamo dire dalle persone del pubblico che la nostra musica ha cambiato, durante l’ascolto, la loro percezione del luogo. Quindi crediamo sia un progetto che oltre al teatro e al palcoscenico possa trovare, anche in luoghi non principalmente dedicati ai concerti, un suo suggestivo spazio.

A tal proposito, il video dell’album è ambientato in un luogo decisamente suggestivo, la città fantasma di Consonno: come è nata l’idea e che tipo d’ispirazione vi ha trasmesso questa straordinaria location?
Proprio per il potere evocativo del progetto abbiamo voluto girare il video teaser in un luogo che avesse la stessa potenza, che ci portasse in una dimensione che facesse spaziare la nostra mente e quella dei fruitori in modo che ognuno potesse vivere il proprio viaggio e la propria storia seguendo sia il linguaggio visivo che uditivo. Quale luogo quindi sarebbe potuto essere più adatto della città fantasma di Consonno? Avevamo lavorato in questo borgo abbandonato molti anni fa insieme a degli attori e già allora ci aveva dato grandi suggestioni, input, emozioni, quindi è stato quasi naturale scegliere quella location. Un palcoscenico fatto di resti urbani e di natura abbandonata a se stessa, piante selvatiche che cercano di vincere le costruzioni assurde fatte dall’uomo, in qualche modo una sovrapposizione dopo l’altra, che completano la nostra idea progettuale, sicuramente un video da vedere, un’idea di cui siamo soddisfatti grazie anche al lavoro e alla regia di Cristina Crippi.

Le vostre diversità e somiglianze come contribuiscono a creare la vostra identità musicale?
In NovoTono e in particolare in questo progetto, “Overlays”, è fondamentale l’apporto espressivo di ciascuno dei musicisti. La nostra storia, il nostro processo e percorso evolutivo individuale, seppur abbastanza omogeneo, diventa uno strumento mediante il quale rappresentiamo, anche musicalmente, noi stessi. In tale processo si colgono, nella “diversità” e nella “sovrapposizione/integrazione”, elementi di notevole rilievo e crescita artistica. Ogni suono, ma soprattutto il modo in cui viene rappresentato strumentalmente e musicalmente, è la rappresentazione di ciò che siamo e del modo in cui abbiamo “filtrato” e assimilato le diverse esperienze. Per la definizione della nostra identità musicale riteniamo sia stato, e sia tuttora importante condividere la stessa visione generale della musica e dell’esperienza musicale. In tale contesto le differenti caratteristiche e particolarità espressive costituiscono un ottimo e virtuoso bacino creativo per lo sviluppo della nostra musica.

Come create le vostre composizioni? E cosa vuole trasmettere la vostra musica?
In ogni nostra composizione è presente un aspetto legato all’improvvisazione e uno più strutturato: questi due elementi si integrano costantemente. La composizione viene pensata e definita in modo puntuale nei minimi dettagli e realizzata attraverso una pianificazione strutturale ben precisa. L’obiettivo è la rappresentazione di un determinato quadro espressivo, che può essere declinato dal punto di vista interpretativo mediante delle immagini, dei colori, delle situazioni, sensazioni, stati d’animo, etc. I brani contengono, come detto precedentemente, delle parti improvvisate, ma esse sono calate all’interno di un quadro strutturale ben definito. Nella realizzazione pratica dei brani, durante le esecuzioni di prove o concerti, risulta di notevole rilievo l’apporto espressivo e interpretativo di ciascuno. Ognuno di noi partecipa attivamente nel modellare e plasmare espressivamente ciò che è stato composto e determinato in modo da renderlo personale e unico. Questo avviene sia per quanto riguarda le parti improvvisate sia per le parti strutturalmente composte.

I vostri progetti per il futuro?
NovoTono è un progetto sempre in costante divenire. Stiamo pensando e lavorando a una successiva evoluzione del percorso di “Overlays”…. ci saranno delle novità interessanti e curiose… Il duo è una formazione particolare, è il nucleo più piccolo come tipologia di ensemble musicale. Sicuramente è una realtà che ben si presta a successive evoluzioni e collaborazioni. Ci interessa molto anche la possibilità di creare collegamenti espressivi con altri musicisti e artisti in genere. Fra gli eventi segnaliamo l’invito al Bergamo Jazz Festival, dove terremo un concerto il 23 marzo presso la prestigiosa sede del salone d’onore del Museo Bernareggi, mentre il 9 giugno ci esibiremo in un altro splendido contesto, il Salone Grande di Villa Greppi – a Monticello Brianza (LC), invitati da Musicamorfosi, altri eventi li troverete sul nostro sito, seguiteci su www.novotono.com.