19 maggio 2017
Trombettista, compositore, artista, direttore… difficile classificare Johnny Lapio, un personaggio a tutto tondo che da anni arricchisce la vita culturale torinese e non solo, dati i suoi frequenti viaggi all’estero. Ha di recente vinto il premio Musica e Territorio assegnato dal Centro Studi Cultura e Società (patrocinato da Regione Piemonte, Città di Torino e città metropolitana) e il Premio Speciale Movin nato in collaborazione con Mibact, direzione generale dello spettacolo e Giovani Artisti Italiani. Lo abbiamo intervistato nella sede della scuola che dirige, Arcote Atelier.
Come nasce questa scuola e perché questo nome, Arcote Atelier?
Atelier perché è un luogo in cui succedono cose. Non necessariamente musicali ma anzi contaminate con arte, teatro, danza, sociale, musicoterapia; una sorta di trasversalità che caratterizza anche la mia produzione musicale e artistica.
Nasce nel 2009.
Esatto: un luogo autonomo, apartitico, apolitico che si regge in piedi da solo: una fatica immonda…
Nel 2009 eravamo già entrati nella crisi economica. Una lucida follia?
Dico sempre che questo posto nasce con la crisi; ho sempre avuto fiducia nelle mie idee e la fortuna di avere persone come i miei collaboratori che mi hanno appoggiato. Ritenevo in effetti che dalla crisi potessero nascere cose interessanti e utili: per esempio qui c’è il super professionista che viene a studiare, così come il giovane del quartiere che si affaccia su mondi nuovi e personaggi di altissimo livello: abbiamo avuto ospiti importanti come Sylvano Bussotti, Rob Mazurek, Anthony Braxton, fino ad arrivare a Jonathan Fox per il Playback Theatre… possibilità uniche di incontrare e conoscere uomini straordinari.
Quale obiettivo ti sei posto?
Siamo in un quartiere popolare, quindi desidero ci sia un polo delle arti in un contesto difficile; in secondo luogo mi interessa far conoscere questo luogo all’estero; cerco infatti di gemellare Arcote con tutte le realtà con cui vengo in contatto. Il luogo è concepito come una sorta di opera d’arte cangiante, e quindi evolve costantemente.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Mi vengono in mente quelli legati alle residenze creative di Jazzit, che mi sembra un’idea molto interessante; una residenza è artistico musicoterapica, vorrei far chiarezza sul tema. Un’altra si chiama New Collective Avanguarde: si tratta di realizzare in breve tempo uno spettacolo di 40 minuti con diverse modalità di esecuzione e composizione, aperto a tutte le arti, quindi musica, video, scrittura, etc.
Ho anche in programma una tourné a Chicago nel marzo del 2018, e due nuovi dischi: ho appena finito un lungo lavoro costituito da 19 partiture di Silvano Bussotti, rivisto a modo mio ma da lui supervisionate; e poi c’è un live pubblicheremo a breve.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Un po’ egoisticamente… riuscire a far capire il vero significato della mia produzione artistica.
I prossimi appuntamenti?
20 maggio >Torino, GAM, assegnazione del premio Musica e Territorio
18-21 Maggio >Torino Narrazioni Jazz, Sketches in the Garden III e Porta Palace Collective con C.Jonas
21 maggio >Torino, Radio Rai 3: programmi L’idealista e Fareneight Arcote Project
23 maggio >Milano, Museo del 900, Calendario II di Sylvano Bussotti e Johnny Lapio, prima assoluta
10 giugno >Castello di San Giorgio Canavese Arcote Project
23-25 giugno > Feltre, Jazzit Fest, residenza creativa
5-8 luglio > Copenaghen Jazz Festival, progetto “Continents”
9-20 luglio > tour in Giappone (Tokyo-Nagoya-Kobe-Akasaca), progetto “Continents”