Ultime News
“MPQ”</br>Parla Mirko Pedrotti

“MPQ”
Parla Mirko Pedrotti

Intervistiamo il vibrafonista Mirko Pedrotti in occasione dell’uscita del suo ultimo cd registrato da leader, “MPQ” (Stivo Records, 2015), acronimo di Mirko Pedrotti Quintet.

di Luciano Vanni

Partiamo dall’etichetta discografica con cui hai registrato questo tuo cd da leader: come e quando è iniziata la vostra collaborazione?
Con Ivan Benvenuti, co-produttore del disco, coltivo un’amicizia di lunga data, ricca di intesa e stima reciproca. Siamo praticamente cresciuti insieme, ascoltando e suonando musica nei medesimi complessi ed è quindi stato un passo naturale condividere questo progetto insieme. Mi ero già affidato a lui per registrare e mixare il mio primo lavoro discorafico “Kimèra”. Poi Ivan ha fondato Stivo Records, sotto la cui etichetta abbiamo concepito la realizzazione di “MPQ”.

img

Come e perché hai scelto questo organico?
Rispetto a “Kimèra”, dove avevo collaborato con diversi musicisti, in “MPQ” la formazione si è completamente definita con Lorenzo Sighel (sax alto), Luca Olzer (Fender Rhodes), Michele Bazzanella (basso elettrico) e Matteo Giordani (batteria). Questo mi ha permesso di trovare un deciso equilibrio di suono e intesa. Nei primi sei brani di “MPQ” (la “parte strutturata” del disco come mi piace chiamarla), ho sempre utilizzato l’intero quintetto, ampliando rispetto al precedente lavoro discografico la strumentazione utilizzata. In particolare mi sono affidato all’utilizzo del Fender Rhodes e di alcuni sintetizzatori per ricercare un suono più sporco, meno acustico e più sperimentale.

Quali sono le caratteristiche espressive che ti garantisce un quintetto?
Più che la forma quintetto è la strumentazione scelta che mi ha garantito maggiore gamma espressiva sia in termini di possibilità timbriche, sia per quanto concerne le differenti densità sonore e possibilità dinamiche sperimentate. C’è anche da dire che questa formazione permette di ricreare nel live esattamente le medesime atmosfere pensate in studio.

Andiamo dritti nel cuore della session discografica: che musica racconta questo tuo cd?
“MPQ” è un disco che scava all’interno, in cui ricerca e sperimentazione sono prettamente agganciate agli stati emotivi dell’essere umano come ad esempio esaltazione, annebbiamento, felicità… Atmosfere sorprendenti e decisamente contemplative sono emerse dalle ultime tre suite del disco, nelle quali ho avuto il piacere di improvvisare in modalità totalmente libera e istintuale con Gianluca Petrella.

img

Scrittura, arrangiamento e libertà espressiva: che tipo di equilibrio ha il tuo cd?
Direi buona. La scrittura è come sempre affidata al leader, l’arrangiamento beneficia del contributo di tutto il gruppo e dei preziosi consigli di Ivan Benvenuti che amo considerare il sesto componente della band. Per quanto riguarda la libertà espressiva direi che è stata totale nelle suite e in parte controllata da alcuni parametri dati negli altri brani.

Le sonorità del cd fanno comprendere che sei un musicista onnivoro, totale, e che ami zigzagare tra stili e linguaggi, non credi?
Rispecchia esattamente la mia persona. Sono un musicista classico che in adolescenza ha nutrito grande trasporto per la musica rock progressiva e popular. Grazie al vibrafono, ho nel contempo sviluppato un interesse sempre più crescente per la musica jazz e strumentale in genere. Ho sempre considerato la flessibilità come un valore aggiunto e questo mi ha permesso di non fossilizzarmi mai su un solo genere, ma solo su ciò che mi piace.

Cosa ti piace di più di questo cd?
Credo che sia proprio la forte dimensione di gruppo sperimentata. Il vibrafono non è strumento predominante e anche dal punto di vista solistico è sempre al servizio della musica. Insomma, non ho voluto imporre il mio strumento come “marchio di fabbrica” del progetto perché ciò che mi è interessa è la robustezza della scrittura.

Che cosa aggiunge e cosa distingue questa tua produzione da quelle precedenti?
Vi è una intenzione introspettiva predominante, per esprimere la quale giocoforza necessitavo sia di una strumentazione più ampliata, sia di grande intesa con i miei compagni di viaggio.

Descrivici il tuo cd in tre parole.
Introspezione, determinazione, unione.