
Il contrabbassista Marco Vavassori, nato a Jesolo (Venezia) nel 1988, dopo brillanti studi accademici condotti al Conservatorio di Rovigo con Marco Tamburini e Stefano Senni, e un’intensa quanto proficua attività artistica, svolta non solo nell’ambito del jazz, ma anche di musiche che gli sono vicine come blues, folk e pop, pubblica il suo primo album da leader dal titolo “Walking With Bob”, edito da Caligola Records.
L’artista veneto ha riunito per l’occasione musicisti–amici sensibili e preparati in un quartetto che potrebbe apparire convenzionale, se non fosse per la presenza del sorprendente quanto efficace clarinetto di Michele Uliana, che in questo contesto prende il posto che in analoghe formazioni viene occupato dal sassofono.
Il gruppo è completato dall’inventivo e solido batterista Enrico Smiderle, compagno di studi del leader a Rovigo, e dall’altrettanto giovane ma già personale pianista Alberto Lincetto, che a dispetto dell’età può vantare una discografia molto corposa.
La musica di Vavassori, che ha scritto tutte le otto composizioni presenti nel disco, appare fresca e mai banale, riuscendo a catturare sin da subito la nostra attenzione, anche quando utilizza materiali e stili convenzionali come blues, bop moderno e jazz modale.
Il sound è contraddistinto in particolare da un’attenzione e da una tensione emotiva che non vengono mai meno, da Hocking, brano d’apertura lirico e solare, costruito quasi interamente su accordi maggiori, al profondo blues di J. Be Blues, sentito omaggio al “papà” di tutti i contrabbassisti, Jimmy Blanton, morto giovanissimo, geniale e rivoluzionario.
Sarà per l’ascoltatore estremamente piacevole lasciarsi trasportare dalla musica del quartetto, passando dai temi cantabili, intrisi di folklore mediterraneo e balcanico, di Sognando e Kurkuma, all’ostinato pedale modale di Shukran, ma anche dall’ipnotica Hare, dove contrabbasso e pianoforte supportano nel migliore dei modi le escursioni solistiche di clarinetto e batteria, alla gioiosa e danzante Francesco’s Smile, brano che chiude l’album con una ventata di contagiosa e genuina allegria.
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