
12 aprile 2023
Luca Zennaro, chitarrista nato a Chioggia (VE) nel 1997, firma con “Altera Limes” il suo terzo album, dopo “Javaskara” (2018) e “When Nobody Is Listening” (2020), tutti pubblicati dall’etichetta Caligola Records, e “Cedrus Libani” (2021), uscito in Inghilterra a firma HackOut!, trio di cui Luca condivide la leadership con il sassofonista Manuel Caliumi e il batterista Riccardo Cocetti.
Completati nel 2021 gli studi al Conservatorio di Rovigo, prima sotto la guida di Roberto Cecchetto, poi di Domenico Caliri, il talento di Zennaro è letteralmente esploso nel 2022, anno che lo ha visto impegnato su più fronti, anche come sideman.
“Altera Limes” è un disco particolare, che il chitarrista ha registrato con uno studio mobile in presa diretta all’interno della meravigliosa e suggestiva Chiesa di Santa Caterina, edificio del XV secolo della sua città natale.
Nell’intimità di un concerto riservato a pochi invitati, grazie alla qualità di una ripresa audio frutto della profonda conoscenza di un’acustica complessa, la musica del trio si sviluppa con una fluidità e una cantabilità esemplari, riuscendo a bilanciare la struttura davvero poco convenzionale dei brani scelti, tutti originali se si esclude la monkiana Let’s Cool One.
Il disco, come esplicita il titolo, suggerisce un’espansione della musica oltre i nostri comuni modi di sentire. Le idee si avvicendano secondo dinamiche interne che si giovano sia dell’efficace interplay dei musicisti, che della loro capacità di sottintendere il ritmo, ma anche del rincorrersi di cellule tematiche scorrevoli e dell’ambiguità armonica delle composizioni.
È importante a tal fine il sostegno fornito a Luca Zennaro dal solido contrabbasso di Francesco Bordignon e dalla fantasiosa batteria dell’inglese Phelan Burgoyne, che formano con lui un trio affiatato e creativo, per un album dalle sonorità raffinate ed eleganti, che esprimono un lirismo purissimo e naturale.
La chitarra del leader appare in questo contesto più che mai intima e riflessiva, esemplare nell’esercitare l’arte della sottrazione, in un album, come ha sottolineato il pianista britannico Kit Downes, «risonante, ricco di dettagli, unico e meravigliosamente melodico».
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