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Light</br>Intervista a Rossano Baldini

Light
Intervista a Rossano Baldini

Abbiamo intervistato Rossano Baldini in occasione del’uscita di “Light”, il suo ultimo lavoro pubblicato dall’etichetta giapponese Albòre.

Di Eugenio Mirti

Come hai scelto la formazione di “Light”?
I musicisti che ho chiamato per questo disco sono alcuni tra i miei preferiti di sempre. Pierpaolo Ranieri  prima di tutto è un amico e poi un musicista con il quale suono da più di dieci anni. Oltre ad essere un talento sullo strumento (per me è il più grande bassista elettrico italiano), è un artista sempre pronto a rischiare e a mettersi in gioco pedina fondamentale del disco, ha visto nascere “Light” sin dalle origini, sostenendo il progetto e instaurando con me un dialogo creativo e continuo. Ho conosciuto Michele Rabbia tramite i dischi con Stefano Battaglia, del quale ho frequentato le masterclass di Siena. Mi sono innamorato del loro album “Pastorale” e dell’arte di Michele di unire la sapienza tecnologica alle radici delle percussioni. Una delle prime formazioni live di Light è stata quella in duo con Rabbia e questo progetto, ancora oggi, rimane uno di quelli in cui mi sento più libero di sperimentare e creare. Gianluca Petrella è un artista che seguo da anni e la sua carriera è per me un punto di riferimento. Ha una voce incredibile e un approccio alla musica meticoloso e rigoroso; averlo avuto nel mio secondo disco è stato vero un onore.

Come hai lavorato agli arrangiamenti? Perché hai scelto brani non originali?
Alcuni capisaldi della mia formazione musicale hanno a che fare con la musica elettronica: quando è uscito “Kid A” dei Radiohead avevo 17 anni, solo pochi mesi prima ero rimasto folgorato dall’esordio dei Telefon Tel Aviv “Fahrenheit Fair Enough”. “Vespertine” di Bjork è immediatamente successivo, così come la minimal techno di Alva Noto e il suo duo con Ryuchi Sakamoto.
La musica elettronica ha subito coinciso con la voglia di produrre e sperimentare con i computer, le macchine, gli effetti analogici e digitali, i sintetizzatori. Mi ricordo ancora, da studente al Conservatorio di Roma, studiare Debussy e Monk e, allo stesso tempo, frequentare un corso di produzione musicale interessandomi alla fonia e all’acustica.
Dopo un periodo di apprendistato con alcuni software rudimentali (per i computer dieci anni sono un’era geologica”), mi sono perfezionato e lanciato in remix di artisti italiani ed internazionali, tra cui retina.it, !!!, Giardini Di Mirò, Musetta, Unnaddarè, Spiral 69, Christian Fennesz.
I brani di “Light” sono il mio personale canzoniere, uno di quei dischi omaggio ai propri maestri che ogni artista prima o poi realizza, quasi un ritorno all’adolescenza dopo la mia prima vita da adulto. La sfida del disco è stata quella di liberarsi da tutte queste sovrastrutture emotive, facendomi aiutare dalle “Lezioni Americane” di Calvino, in particolar modo da quella sulla leggerezza. Essere leggeri, per Calvino, significa controllare il peso, saper bilanciare, sottrarre, così come scappare dall’inerzia, dalla pesantezza, dall’opacità del mondo. Con questa visione concettuale di fondo abbiamo destrutturato i pezzi, ricostruendoli a nostra somiglianza, non premeditando nulla. In studio sono entrato senza nessun arrangiamento e con una forte convinzione: aver scelto la squadra giusta. Il resto è venuto da sé.

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Come è nato e come si è sviluppato il lavoro con la Albore?
Con Albore Jazz collaboro dai tempi del mio primo album “It Won’t Be Late”, pubblicato nel 2012. Satoshi Toyoda è un produttore sincero, che sostiene i suoi artisti, rischia ed investe, qualità tutte da elogiare e sottolineare. Quattro anni fa ha deciso di pubblicare un disco di esordio in piano solo. Sinceramente, non so quanti altri lo avrebbero fatto. Inoltre ha una grande cultura musicale, dà molto spazio agli artisti e alle loro idee, pur indicando sempre una sua linea produttiva. Questa collaborazione proficua porterà forse anche al mio terzo lavoro: già ne stiamo parlando .

Tre aggettivi per definire “Light”.
Liquido, orizzontale, corale.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sarò in tour con Nicola Piovani e lo spettacolo “La Musica è
Pericolosa” fino a Giugno 2017, poi sarò impegnato dal vivo con “Light” nelle sue varie formazioni (il duo con Ranieri o Rabbia, trio e  quartetto). Sto anche scrivendo nuovo materiale e facendo ricerca per un nuovo progetto parallelo di musica elettronica.