1 gennaio 2018
Un anno dopo il terremoto l’Associazione Culturale Lumi di Sellano prosegue la sua nobile opera di ricostruzione culturale; abbiamo intervistato, Roberto Battista, presidente dell‘Associazione.
Di Eugenio Mirti
Raccontaci brevemente l’Associazione Lumi .
L’Associazione era nata da una mia idea per sfruttare lo spazio bellissimo del Castello di Postignano per organizzare un festival musicale e dei corsi residenziali di arte varia. Poi è arrivato il terremoto del 2016 e due dei fondatori, cioè io e Piergiorgio Faraglia, che ha uno studio di registrazione qui vicino, avevamo bisogno di un posto dove stoccare gli strumenti musicali sopravvisuti. Il sindaco ci disse che era disponibile l’ex chiesa del villaggio dei terremotati del terremoto del 1997 e ce la mise a disposizione, ed essendoci molto spazio decidemmo di non usarlo solo come deposito; c’erano una cinquantina di bambini allo sbando che guardavano a bocca aperta questi strumenti e decidemmo così di organizzare una scuola di musica. Per quattro mesi siamo stati aperti sette giorni alla settimana mattina e pomeriggio, moltissimi amici musicisti sono venuti volontariamente da ogni parte d’Italia e abbiamo realizzato un concerto per ogni domenica e un workshop ogni sabato.
Con l’apertura delle scuole abbiamo poi aperto solo mezza giornata; siamo stati molto aiutati, è arrivato molto materiale, soldi, strumenti, giocattoli. A luglio abbiamo fatto i campi estivi con venti giorni di attività con trenta bambini.
Abbiamo poi chiuso perché non avevamo più denaro per pagare chi lavorava; adesso abbiamo aperto per le vacanze di Natale e il comune ci ha dato a disposizione in comodato d’uso un edificio migliore.
Come può fare chi vuole contribuire donando?
Sulla pagina Facebook c’è un bottone per donare; ringrazio tutti, naturalmente subito dopo il terremoto c’è una certa spinta, ma sul lungo periodo non è semplice. Il Comune non ha denaro e ci aiuta come può.
Nati spontaneamente e senza soldi abbiamo creato parecchio, e siamo riusciti a fare diventare una comunità questi bambini che sono sparsi in molte borgate e fuori di scuola generalmente non si vedevano mai; ora al contrario si è sviluppato un bel senso di appartenenza.
Come può aiutarvi la comunità jazzistica?
Ci sono due modi: in primavera, quando riapriremo, la possibilità è quella di venire a fare dei workshop di musica, magari della durata di un weekend. Inoltre al Castello di Postignano inizierò a organizzare workshop di livello internazionale, in maniera che il profitto di questi corsi possa coprire i costi delle attività per i bambini della comunità. Per cui se c’è qualche musicista e didatta che vuole organizzare dei workshop di livello internazionale, regolarmente retribuiti, che dureranno una settimana e venire in questo posto meraviglioso può scriverci le sue proposte. Grazie!