30 aprile 2020
L’attuale crisi legata alla pandemia causata dal Coronavirus sta mettendo a dura prova la filiera della musica. Abbiamo intervistato Emanuele Ansermino, direttore artistico del Jazz Club Torino.
Di Eugenio Mirti
Che cosa ha causato più problemi in questa situazione alla vostra attività?
Sicuramente la chiusura e la sospensione conseguente di tutti i concerti previsti. Con un calendario eventi strutturato 7/7, comprensivo di eventi internazionali e a pagamento certo, dover cancellare tutto è stato problematico.
Al momento non ci sono (comprensibilmente) date ipotizzate per la ripresa dell’attività (somministrazione + live music), e questo lascia tutti nell’incertezza più completa.
Quali sono i progetti per l’immediato futuro?
La speranza è quella di poter resistere sino a quando il governo reputerà adatto il momento della riapertura. Poter finalmente riportare la Musica sul nostro palco, e gradualmente riportare l’attività del Club a pieno regime. Ma tra il dire e il fare…
Come vedi la situazione per spettacoli e intrattenimento?
Male. Tendo personalmente ad essere molto pessimista in merito; sento parlare di ‘’Netflix dei teatri e della musica’’ e mi viene il voltastomaco.
È che bisognerebbe esserci stati almeno una volta, dietro al palco, durante uno spettacolo teatrale o durante un concerto dal vivo. Bisognerebbe averlo vissuto, lo spettacolo dal vivo, prima di parlarne con una tale superficialità.
È e sarà un periodo durissimo per tutti coloro che operano nell’ambito della Cultura, sicuramente per chi come me è sotto i quarant’anni il più duro di sempre.
Ci saranno realtà che non riapriranno più perché sconquassate dai costi fissi di una struttura che non può sopravvivere senza introiti per un periodo così lungo, persone che perderanno il lavoro, progetti ed iniziative bellissime che cesseranno di esistere… sarà un colpo indelebile per la Cultura in generale del nostro paese. Qualcuno riuscirà a sopravvivere, con le idonee restrizioni, controlli ed ingressi calmierati, ma sarà dura.
Ci sono facilitazioni o aiuti che il governo sta mettendo in atto e che vi potranno aiutare?
È presto per dirlo; al momento ancora si è in attesa dell’arrivo della cassa integrazione. Si stanno creando molte associazioni a sostegno e rappresentanza delle realtà operanti nel mondo dello spettacolo, vedremo se riusciranno ad essere incisive nei tavoli istituzionali del Governo o dove loro consentito.
Cosa puoi consigliare a chi ha un piccolo locale e si trova nella stessa situazione?
Nulla, se non cercare di tenere duro adesso e per i lunghi mesi che verranno, sperando di aver messo qualcosa da parte per i tempi bui.
Pensi che stante la grande crisi si riuscirà a fare in modo che il compartimento spettacolo sia più tutelato in futuro?
Come dicevo, tendo ad essere particolarmente pessimista quando si parla di tutela del compartimento spettacolo. Credo ci sia una miopia di base che ha sempre reso difficile l’interazione tra istituzioni e operatori culturali. Vedremo tra mesi se, complice l’ennesima batosta presa dalla Cultura durante questo periodo così difficile, questo dialogo diverrà più spontaneo ed agevole.
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