11 maggio 2020
Abbiamo intervistato il dott. Donato Romito, presidente dell’Associazione barese “Nel Gioco del Jazz”, a proposito dell’attuale difficile momento per la musica.
Di Fabio Caruso
Che cosa ha causato più problemi in questa situazione alla vostra attività?
La totale confusione e incertezza su come sarà gestita la cosiddetta fase 2 e poi quella successiva. Infatti, dovendo modificare completamente l’intera programmazione che generalmente viene progettata quasi con un anno di anticipo, non possiamo assolutamente prendere impegni con nessuno, sia a livello di artisti sia di collaboratori, quali hotel, ristoranti, service e personale in genere.
Quali sono i progetti per l’immediato futuro?
Nell’immediato proveremo a utilizzare gli unici strumenti disponibili, cioè quello dell’utilizzo dei social media e dei programmi che permettono la diffusione di piccoli concerti di singoli o più musicisti (collegati tramite web) o dibattiti tramite piattaforme idonee.
Come vede la situazione per spettacoli e intrattenimento?
Se dovessimo tenere fede alle attuali “voci”, crediamo che tutte le forme di aggregazione sociale subiranno un colpo quasi mortale, in quanto verrebbero a mancare tutti quei presupposti che fanno di uno spettacolo in genere o di una festa o di una semplice spiaggia, il momento di collettiva condivisione di un evento emotivamente coinvolgente. Inoltre, molte persone, specie quelle più anziane, sarebbero frenate a causa di un eventuale contagio se non verrà scoperto a breve un vaccino efficace contro il Covid-19. Non è detto, però, che questo potrà bastare, in quanto porteranno con loro un retaggio psicologico negativo.
Ci sono facilitazioni che il governo sta mettendo in atto e che vi potranno aiutare?
Al momento si parla di maggiori fondi a tutela dell’intera filiera del mondo dello spettacolo, ma sino ad ora sussidi concreti non se ne sono visti.
Quali sono secondo lei le azioni da intraprendere per aiutare meglio il vostro settore?
È difficile rispondere a questa domanda se non si è a conoscenza degli strumenti che il Governo intenderà mettere a disposizione degli operatori del mondo dello spettacolo. È un po’ come sedersi al tavolo di un ristorante e ordinare senza consultare il listino dei prezzi. Crediamo che forse sarebbe auspicabile che ogni Comune o Regione metta a disposizione dei vari Operatori culturali contenitori gratuiti, con il controllo di tutte le norme future previste in tema di sicurezza, sanificazione e così via. Solo così si avrà la certezza del rispetto di tutte le norme, comprese quelle fiscali e lavorative.
Cosa può consigliare a chi si trova nella stessa situazione?
Bisognerebbe conoscere la reale situazione di un mondo notevolmente frastagliato riguardo a dimensioni, capacità, affidabilità e, soprattutto, passione. Sicuramente consiglierei a chi dispone di risorse o si trova in una situazione finanziaria sostenibile (anche perché destinatari di contributi pubblici o privati), di tener duro con una maggiore oculatezza nella gestione delle varie spese perché, prima o poi, si ritornerà alla normalità. Per quelli, invece, che hanno già poche risorse e armi spuntate a disposizione per sostenersi a lungo, consiglierei almeno un periodo di fermo, se non addirittura di rinuncia. Al limite per queste piccole realtà sarebbe auspicabile e intelligente una forma di cooperazione, sempre che si abbia questo spirito collaborativo.
Pensa che, stante la grande crisi, si riuscirà a fare in modo che il compartimento spettacolo sia più tutelato in futuro?
Questo dipenderà dalla capacità dei nostri governanti di capire che l’arte teatrale (musica, danza, opera, prosa) è un elemento essenziale per la cultura di una nazione poiché contribuisce all’evoluzione formativa di una persona. Prova ne è che, proprio in questi giorni di quarantena, si stanno riscoprendo da parte delle varie emittenti televisive le migliori produzioni dello spettacolo, segno evidente dell’attuale fame di cultura e della capacità che hanno i musicisti, attori, danzatori e così via di esprimere al meglio la loro Arte.