
27 luglio 2018
La mia avventura nell’improvised music e nel mondo del graphic score parte dal Giappone, passa da New York e per ora si conclude a Londra da cui sono tornato da poco.
Di Johnny Lapio
A Tokyo, Nagoya, Kobe e Akasaka ho avuto modo di confrontarmi e condividere l’esperienza attraverso una serie di concerti con alcuni musicisti storici come Natsuki Tamura e Takashi Itani con cui ho potuto suonare anche delle mie composizioni originali e degli estratti di Dejavu, opera composta con Sylvano Bussotti. Il pubblico è eccezionale nell’atteggiamento d’ascolto e mi ha veramente impressionato, oltre ai musicisti che personalmente ho trovato preparati e soprattutto creativi.
New York mi ha visto invece prima in duo con il chitarrista Sten Hostfalt con il quale, oltre a registrare un disco, ho tenuto una serie di concerti in luoghi come lo Shapeshifter Lab di M. Garison e poi con l’organista Constance Cooper nel Queens. L’atmosfera concertistica è stata surreale poiché nei miei giorni di permanenza mi sono imbattuto in un tempo veramente grigio e nevoso, il vapore dei tombini avvolgeva le persone e in due occasioni nelle chiese in cui ho suonato era percepibile chiaramente il passaggio della metropolitana il cui suono è stato inglobato in maniera assolutamente naturale nell’atmosfera del concerto insieme ai colori dei rosoni. Anche in questo caso, in particolare con Sten, c’è stata un’ottima intesa e ho avuto modo di confrontarmi anche con la sua musica microtonale, fortemente innovativa.
A Londra ho però vissuto le emozioni più forti suonando con lo storico chitarrista John Russell, con cui l’intesa è stata totale sia musicalmente che umanamente e in particolare durante il festival di Mopomoso, uno dei più storici del Regno Unito, nella cornice del The Vortex. Questo Jazz Club ha ospitato nel tempo numerosi e importanti musicisti come K. Wheeler, E. Parker, B. Guy. Sicuramente mi riempie di orgoglio l’essere invitato da musicisti così diversi tra loro e vivere esperienze che non possono fare altro che implementare il mio bagaglio culturale ed emotivo. In questi contesti ho anche tenuto diversi workshop inerenti la mia modalità compositiva e improvvisativa, confrontandomi con artisti straordinari.
Ogni viaggio porta cambiamenti e crescita personale; spero vivamente che la mia musica mi porti ancora a vivere contesti straordinari.