20 dicembre 2018
Si intitola Jazz Reading – Arte e diritti sociali nel linguaggio del jazz lo spettacolo che si terrà sabato 22 dicembre a Roma alle ore 21 presso il Teatro Mongiovino di via G. Genocchi 15, con ingresso gratuito; abbiamo intervistato Alessandra Magrini, ideatrice e protagonista dell’evento.
Di Eugenio Mirti
Come nasce l’idea di Jazz Reading?
Dalla mia scoperta di questo genere musicale, legato alle lotte degli afroamericani. Oggi a livello europeo il jazz ha sicuramente svilito e occidentalizzato questa musica sia nell’aspetto estetico che nell’aspetto strutturale: basta dare un’ occhiata ai locali dove si svolgono in genere i concerti per accorgersi di un panorama sicuramente occidentalizzato.
Come hai scelto i musicisti e il team di lavoro?
Lo spettacolo verrà aperto da un ragazzo migrante che si chiama Abdou, che compone in stile reggae ma con voce jazz; l’ho conosciuto guardandolo in un video in cui raccontava l’ex Penicellina, un luogo attraversato da esseri umani senza privilegi. Il reading, che narra le lotte politiche e sociali degli afroamericani, è accompagnato da improvvisazioni jazz realizzate da Antonio Carboni e altri musicisti con cui condivido il progetto di musica e poetica romanesca Madama Roma.
Chi è lo spettatore ideale di Jazz Reading?
Il pubblico ideale è un pubblico interessato alla storia delle lotte sociali che hanno infiammato l’America sin dalla nascita del jazz e del blues. Sicuramente un pubblico antirazzista e sensibile alle tematiche dei diritti sociali.