19 febbraio 2019
Si intitola Stanic Boulevard l’album dell’omonimo quartetto formato da Mirko Maria Matera (piano, electronics, synth, vocoder), Fabio Pignataro (chitarre), Viz Maurogiovanni (basso) e Pierluigi Villani (batteria e percussioni) uscito il 25 gennaio per la Verve: li abbiamo intervistati.
Di Eugenio Mirti
Il disco è un mix di jazz, jazz rock, rock e prog: come è nata la miscela?
Ciascuno di noi proviene da formazioni ed esperienze varie e complementari e le porta con sè nella musica del quartetto. L’alchimia sonora tra i generi nasce dall’aver vissuto in prima persona tali stili musicali, per cui la fusione tra di essi risulta credibile e naturale. Ogni stile quindi costituisce un ingrediente la cui percentuale varia a seconda del fine espressivo di ciascun brano. E ogni brano da aspetto e una sfaccettatura al nostro messaggio di esprimere un non-luogo sonoro, come il nostro nome rappresenta.
Come è nato il quartetto?
Siamo persone che si conoscono e si frequentano, musicalmente e umanamente, da tempo. Cronologicamente si potrebbe ordinare la collaborazione decennale di Pierluigi Villani e Viz Maurogiovanni, l’amicizia e sodalizio di lunga data di Viz Maurogiovanni e Mirko Maria Matera, le collaborazioni poi di Mirko e Pierluigi e l’amicizia e condivisione musicale con Fabio Pignataro. Insomma nel corso degli anni si è creata la rete e dopo esperienze che avevano unito alcuni di noi per volta siamo arrivati a volerci esprimere musicalmente finalmente tutti e quattro insieme. Con il nostro concept e il nostro sound è nato Stanic Boulevard, insieme all’entusiasmo di documentare il nostro progetto con una uscita discografica targata Universal Music/Verve Records.
Come lavorate a composizioni e arrangiamenti?
Ognuno di noi compone e nello scrivere siamo accomunati dall’immaginare l’ensemble che suonerà.
Viz: “generalmente concepisco i brani per le formazioni in cui milito, mi piace pensare alla musica che calzi a pennello con la poetica dei miei collaboratori”
Fabio: “anche a me capita di comporre ispirato da una visione molto concreta di come il mio brano potrà svilupparsi e dunque di comporre per la band, per i musicisti con cui collaboro, cucendo il brano sulla situazione specifica e la voce degli strumenti in gioco. Nel caso di specie, tuttavia, i miei due brani erano nel cassetto da un po’, o addirittura già editi, registrati in situazioni musicali diverse ma aspettavano di tornare a nuova vita, registrati in quartetto. Questo quartetto! Mai scelta fu più azzeccata..”
Pierluigi: “Spesso compongo brani che mi ricordano in un certo senso, almeno nel mood, brani che mi hanno creato emozioni, suggestioni, successivamente riadatto il brano alla band con la quale ho intenzione di proporlo”
Mirko: “Di solito creo musica legata a una sensazione, un concetto, una sonorità. E poi do la veste, l’arrangiamento completo pensando ai miei compagni di viaggio. I temi di More or Less e Khamsin li avevo composti prima di proporli al quartetto, ma erano delle idee che hanno preso forma definitiva proprio quando li ho poi pensati per noi e le nostre caratteristiche, mi sono divertito con cambi metrici, ostinati, suoni grossi e densi.”
Quando abbiamo portato brani e parti per Stanic Boulevard, ciascuno ha proposto musica strutturata, completa e ideata in tutte le parti, con arrangiamenti. Questo perché ci conosciamo molto bene musicalmente e sappiamo che direzioni prendiamo, tuttavia abbiamo lasciato sempre la libertà e l’apertura di vedere e assecondare le idee che potevano venire fuori suonando.
Qual è il senso di fare un CD nell’era dello streaming?
Viviamo un momento in cui il mercato discografico è davvero in condizioni difficili e in cui il fine ultimo principale è suonare, fare concerti. E specie in altri settori musicali non esistono quasi neanche più gli album ma praticamente ep o singoli, inseriti nelle playlist. Ma un disco è un documento, una pietra miliare della propria esistenza musicale. È importante attribuire la giusta importanza ad una fotografia della propria vita musicale con un supporto materiale. E poi chi ancora compra musica la compra in un formato che non è solo contenitore della musica stessa ma anche appunto un oggetto da guardare, toccare, sfogliare all’interno. Come un buon libro, lo si custodisce, lo si apprezza nella sua fattura. Il disco fisico, a differenza della musica “liquida”, mantiene ancora un pò la percezione del lavoro artistico. E per i concerti è comunque il moderno biglietto da visita, indispensabile.
Definite il vostro album con tre aggettivi.
Eclettico, fresco, profondo.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Il disco è uscito il 25 gennaio, siamo impegnati ora nella promozione con interviste e partecipazioni radiofoniche/televisive, abbiamo cominciato con la Feltrinelli di Bari gli showcase in cui dialoghiamo con i giornalisti e suoniamo un po della nostra musica, infine stiamo seguendo l’organizzazione dei concerti che partiranno a breve, in Italia e all’estero.
Potete seguire le nostre attività, sempre prontamente aggiornate, cercando Stanic Boulevard sui social e YouTube, vi consigliamo di tenere d’occhio soprattutto la nostra pagina Fb https://www.facebook.com/stanicboulevard/, e naturalmente www.stanicboulevard.com.