
23 gennaio 2020
La crescita professionale di un artista non può prescindere dalla possibilità di diffondere la propria arte in ogni direzione e in ogni luogo, cercando di raggiungere il maggior numero di persone possibili. Negli ultimi anni il vibrafonista di Fano Marco Pacassoni ha intrapreso un interessante e proficuo percorso artistico in tal senso.
La sua dimensione di musicista internazionale parte da lontano e gli studi realizzati a Boston, presso il Berklee College of Music, conclusi brillantemente con la lode, lo hanno sicuramente aiutato in questo importante percorso professionale.
In particolare il 2019 è stato un anno ricco di soddisfazioni, con concerti e masterclass organizzati in Cina, Giappone, Hong Kong e recentemente negli Stati Uniti, dove Marco è stato invitato da prestigiose istituzioni come gli Istituti Italiani di Cultura, la Washington University di St. Louis e la University of Texas di San Antonio.
Negli States eravamo presenti e quello che segue è un breve racconto “artistico ed emotivo” di quanto è accaduto.
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Il primo concerto di questo tour in terra statunitense è stato organizzato nell’ambito della famosa rassegna “Jazz at Holmes Series”, promossa dalla Washington University di St. Louis. In questo caso si è trattato di un evento speciale con un super gruppo formato da William Lenihan alla chitarra, Ken Kehner al pianoforte, Joseph Lepore al contrabbasso e Steve Davis alla batteria, oltre che dallo stesso Marco al vibrafono.
Il concerto prevedeva un programma di brani originali composti da Pacassoni e da Lenihan, oltre a pezzi di Corea, Jarrett, Swallow e Zappa.
Il pubblico era variegato, numeroso, competente e soprattutto attento, formato da studenti della WUSTL e da appassionati che evidenziavano con applausi convinti ad ogni assolo il grande rispetto e la grande passione riservata alla musica jazz, oltre che una grande attenzione al vibrafono, strumento molto apprezzato che ha affascinato e coinvolto i presenti per tutta la sera. Vibrafono e chitarra, un connubio perfetto, ad ulteriore dimostrazione che i due strumenti insieme sono vincenti. Goodrick/Burton, Metheny/Burton ne sono la prova!
Alla fine del concerto il vibrafonista fanese si è intrattenuto con il pubblico per condividere le emozioni trasmesse durante il live, ed è stato un piacere constatare che l’amore per la musica e per gli artisti è una passione presente oramai in ogni parte del mondo.
Durante la sua permanenza a St. Louis Marco ha tenuto, sempre presso la WUSTL, un’apprezzata masterclass, che partendo dalla sua esperienza personale ha toccato anche il tema del rapporto tra il musicista e l’ascoltatore.
Lasciata St. Louis e la sua calda accoglienza, si parte per il Texas, precisamente San Antonio, con il primo giorno trascorso da turisti: downtown, il parco, il Pearl (un distretto ottimamente riqualificato dove si può trovare anche un caratteristico mercato culinario e agroalimentare) e tanta amicizia con Drew Stephen, responsabile dei corsi “italiani” della UTSA nonché docente di musicologia nella stessa università, e la sua meravigliosa famiglia. San Antonio è una città molto accogliente, bella e rilassante, che quasi non sembra di essere negli States.
Il giorno seguente, a parte una piccola appendice dedicata ancora alle bellezze della città, lo trascorriamo in sala prove insieme al Percussion Ensemble per la preparazione del concerto/tributo a Dave Samuels, il mago delle percussioni per anni in forza alla fusion band Spyro Gyra, scomparso lo scorso mese di aprile. Un impatto molto positivo con gli altri colleghi musicisti e docenti/studenti entusiasti di ospitare il vibrafonista italiano.
Anche il secondo giorno a San Antonio è dedicato prevalentemente alla prove, in questo caso per il concerto di Pacassoni in quartetto con “faculties” della scuola, eccellenti musicisti dotati di una grandissima musicalità: Chris Villanueva al piano (docente di pianoforte, armonia ed ensemble jazz), Andre Bergmann al contrabbasso (docente di Music Tecnology), Mike Mixtacki alla batteria (docente di percussioni) e Joe Caploe alla batteria e al vibrafono (docente di Music Tecnology e storico insegnante di percussioni in diverse università americane).
Alle prove è seguita una lezione al jazz ensemble di livello intermedio, dove Marco si è molto divertito a suggerire esercizi di musicalità, improvvisazione, interplay e uso delle dinamiche. La giornata si è conclusa poi con la partecipazione al senior recital di Clay Klugen, bravissimo percussionista e talento formidabile.
Siamo giunti così ad una delle giornate più impegnative e “interminabili” di questo tour, iniziata con una masterclass di Marco sull’improvvisazione tenutasi nel teatro dell’università davanti ad un pubblico numeroso e coinvolto composto da percussionisti e musicisti jazz, con cui ha avuto modo di condividere il suo modo di improvvisare ma soprattutto la sua visione della musica, che è quella acquisita in tanti anni di studio e concerti, un approccio che ha riscosso molto interesse e tanta curiosità.
Una pausa frugale e siamo subito passati alla “lecture” tenutasi per il jazz ensemble advanced, con studenti formidabili diretti magistralmente da Mike Steiner, dove Marco ha potuto raccontare la storia di famose big band e il loro modo di interpretare il concetto del suonare insieme, con l’obiettivo di trovare un suono unico e originale, aspetto fondamentale per creare una band unita e musicale.
Nel pomeriggio ancora una sessione di prove con il Percussion Ensemble per il concerto/tributo, il cui programma è impegnativo e richiede molto lavoro, anche nell’ottica di un appropriato inserimento nel gruppo del vibrafonista italiano in qualità di solista.
A seguire nuova lezione, ma questa volta a un jazz combo, in cui Marco ha occupato il posto dello studente/batterista, assente giustificato, cogliendo l’occasione per trasmettere con maggior incisività il suo modo di sviluppare interplay, musicalità e improvvisazione all’interno di un ensemble ridotto come il quartetto/quintetto.
La giornata prosegue presenziando al bellissimo concerto del Chair Music Department, con al pianoforte Tracy Cowden e la superlativa flautista, anche lei “Guest Artist” dell’università, Tabatha Easley. Un concerto formidabile, con un repertorio difficilissimo e molto interessante.
Dopo questa meravigliosa parentesi di musica classica e nonostante la lunga e faticosa giornata, per non lasciarsi sfuggire nessuna occasione, a fine giornata ecco arrivarci un gradito invito da parte di un ex alunno per una jam session a downtown che si è rivelata, come da aspettativa, molto divertente.
Inizia un nuovo giorno a San Antonio e Chris Villanueva invita Marco a tenere una lezione di armonia jazz nella sua classe di Jazz Skills, per parlare del suo modo di improvvisare e dell’analisi armonica e melodica, fino ad arrivare alle scale e ai fraseggi, coinvolgendo anche i ragazzi a suonare. Pomeriggio dedicato al relax pre-concerto e la sera live magnifico con in programma brani composti da Marco (Marimbossa e My Vibes), standard jazz (Night in Tunisia e Take the A Train), contemporary jazz (Spain e Phase Dance) e per chiudere l’interpretazione di un bellissimo brano di Frank Zappa (Blessed Relief); la performance è terminata con una grande e inaspettata standing ovation di tutta la Recital Hall, culminando così in momenti di pura emozione.
Siamo giunti all’ultimo giorno di questa entusiasmante esperienza. La mattina, su invito di Peter Breithaupt, docente di storia del jazz, Marco ha incontrato i suoi studenti (circa cento alunni) per parlare in completo relax della sua personale esperienza musicale, un incontro che si è arricchito di interessanti domande da parte degli studenti sull’improvvisazione, l’arrangiamento, la composizione e l’esibizione live, trascorrendo così tutti insieme un’istruttiva e stimolante mattinata.
La giornata è terminata al meglio con il concerto tributo a Dave Samuels, con protagonista il Percussion Ensemble diretto da Mike Mixtacki e Sherry Rubins, la big band di Mike Steiner, accompagnati da Marco in veste di special guest. In scaletta brani di Samuels che hanno costituito la perfetta colonna sonora per una fantastica serata svoltasi in un teatro sold out, gremito di un pubblico entusiasta per l’intera durata del concerto.
Come sempre in queste occasioni è un immenso piacere e soprattutto un onore per un artista italiano essere accolto all’estero in maniera così entusiasmante, e dopo un’esperienza simile si ritorna a casa con la testa piena di emozioni e di nuove idee.
(di Rosario Moreno)