7 novembre 2017
Abbiamo intervistato Jeremy Rose, il sassofonista e clarinettista dei Vampires, uno dei più apprezzati ensemble australiani, che ha da poco prodotto un nuovo album con Lionel Loueke.
Di Eugenio Mirti
Come vi siete formati?
Il gruppo è nato nel 2006 mentre frequentavamo l’ultimo anno al Sydney Conservatorium of Music. Eravamo già amici da tempo, per esempio io e il trombettista Nick Garbett ci conoscevamo da quando avevamo quindici anni. Finimmo per diventare migliori amici e per condividere una casa insieme sulla spiaggia a sud di Sydney, dove abbiamo composto i primi tre album. A proposito del nome, volevamo evitare quelle formule trite del genere “Jeremy Rose Quartet”, e cercavamo qualcosa di alternativo. In quel periodo molti dei nostri brani erano basati su vamp, e da questo derivò il nome, molto prima che nascesse la moda dei film sui vampiri.
Siete conosciuti e apprezzati per il vostro mix originale di stili differenti: jazz, reggae, afrobeat, e molti altri; come avete lavorato al sound?
Quando ci formammo suonavamo la musica di Charlie Parker, Ornette Coleman e Bernie McGann, quest’ultimo una leggenda del jazz australiano. Allo stesso tempo ascoltavamo e suonavamo molta musica della Giamaica, Cuba, Nigeria, in particolare di Fela Kuti e dei Grounation; tutte queste influenze confluirono quando iniziammo a scrivere per il gruppo.
Come lavorate a composizioni e arrangiamenti?
Molti bozzetti sono realizzati dai due autori della band, io e Nick Garbett. Portiamo il materiale alle prove e tentiamo varie idee e poi le proviamo il prima possibile live; un brano viene generalmente arrangiato definitivamente dopo molte prove ed è abbastanza differente dalla sua forma iniziale. Abbiamo scritto molto e realizzato più di quaranta composizioni negli ultimi cinque dischi. Stiamo anche arrangiando molto materiale per una jazz orchestra, che speriamo di suonare presto.
In Australia siete molto conosciuti; è difficile farsi conoscere in USA o in Europa?
Può esserlo a causa dei costi dei voli aerei ma pensiamo che la nostra musica sia differente, e quindi ad oggi la risposta è stata molto positiva, con inviti a suonare al Jazzahed, al Love Supreme Festival e diverse altre venues del Regno Unito; siamo anche molto tenaci, fattore che credo sia importante. Il nostro bassista Alex Boneham al momento vive a Los Angeles (ha appena finito di studiare al Monk Institute), quindi siamo abituati a viaggiare molto per realizzare i nostri tour.
Il vostro ultimo album “The Vampires Meet Lionel Loueke” (Earshift Music, 2017) è una collaborazione con Lionel Loueke: come è nata l’idea di registrare insieme?
Si tratta di un progetto speciale, e siamo molto onorati di aver potuto lavorare con Lionel;, di cui siamo stati fan per anni. Per celebrare i nostri dieci anni di attività e il nostro quinto album in studio volevamo realizzare una collaborazione speciale, e abbiamo scelto lui. Essendo un quartetto senza strumento armonico è stato divertente averne uno con la concezione armonica e ritmica di Lionel. Inoltre condividiamo con lui la stessa estetica e le medesime ampie influenze stilistiche; è stata una collaborazione meravigliosa.