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I ventotto anni di Nuoro Jazz</br>Intervista a Roberto Cipelli e Angelo Palmas

I ventotto anni di Nuoro Jazz
Intervista a Roberto Cipelli e Angelo Palmas

La XXVIII edizione di Nuoro Jazz si è appena conclusa: il bilancio è positivo, con oltre cento allievi iscritti ai corsi, la masterclass di Joe Lovano, venti concerti in cartellone e dieci giorni di musica senza pause. Ne abbiamo parlato con Roberto Cipelli, direttore artistico, e Angelo Palmas, presidente dell’Ente Musicale di Nuoro.

di Maddalena Schito
fotografie a cura dell’Ente Musicale di Nuoro, video a cura di Shardana videoproduzioni

Ai Seminari di Nuoro Jazz si arriva per la prima volta. E a Nuoro Jazz, prima o poi, si ritorna. Per fare musica, ritrovare vecchie amicizie o incontrarne nuove; per dieci giorni a Nuoro si vive in un tempo sospeso ma intenso, una magia che sa di jazz e che ogni anno, da ventotto anni, si ripete, perché Nuoro Jazz ha ormai una certa età (è uno dei seminari più longevi in Italia), eppure lo spirito che lo anima è sempre giovane.

Lo è stato per venticinque anni con Paolo Fresu – direttore artistico e docente insieme con i suoi compagni di quintetto (Roberto Cipelli, Tino Tracanna, Attilio Zanchi e Ettore Fioravanti) – e continua ad esserlo da quando, tre anni fa, Fresu decise la svolta: passare il testimone della direzione artistica a Roberto Cipelli, certo che avrebbe saputo portare avanti il lavoro egregiamente. Con lui un nuovo team di docenti tutti all stars: Stefano Bagnoli, Marcella Carboni, Emanuele Cisi, Francesca Corrias, Paolino Dalla Porta, Max De Aloe, Bebo Ferra, Giovanni Agostino Frassetto, Salvatore Maltana, Enrico Merlin, Dado Moroni, Fulvio Sigurtà, Salvatore Spano (li citiamo rigorosamente in ordine alfabetico!).

Il programma è sempre ricco: dieci giorni di lezione con i docenti dei corsi (presso la Scuola Civica di via Mughina), una masterclass internazionale e un Festival jazz (in vari luoghi della città e della provincia di Nuoro), una ventina di concerti in cartellone dove protagonisti sono soprattutto i giovani. Insomma si respira jazz dalle 9 del mattino fino a notte fonda… e dormire è un optional !

Siamo state a Nuoro Jazz dal 21 agosto al 2 settembre. Ci siamo lasciate contagiare dall’entusiasmo generale, dalla gioia della musica, dalle emozioni condivise, autentiche. Abbiamo imparato. E siamo tornate a casa con un bagaglio colmo di musica e di ricordi… e tanta voglia di suonare.

A Roberto Cipelli e Angelo Palmas, presidente dell’Ente Musicale Nuoro  abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa in più.Come e quando è iniziato tutto?
Palmas / Bisogna ricordare che se il jazz è arrivato a Nuoro lo si deve ad Antonietta Chironi, cantante nuorese di cui quest’anno ricorrono i vent’anni dalla scomparsa. Una donna straordinaria e lungimirante che, a metà degli anni Ottanta, fondò la Scuola Civica di Nuoro e riportò in città una stagione concertistica. In quegli anni l’idea di portare il jazz in Sardegna era già nell’aria! Poi ci furono i primi concerti del Quintetto di Paolo Fresu. Così, approfittando della disponibilità di Paolo iniziò tutto, in un momento in cui il jazz nei Conservatori ancora non c’era. Antonietta proveniva dalla classica, insegnava canto in Conservatorio, eppure a lei va riconosciuta un’apertura che, per quei tempi, in Sardegna e per Nuoro in particolare, rappresentò una novità assoluta. Ora tutto ciò suona scontato. Trent’anni fa non lo era.

Nuoro Jazz ventottesima edizione: ovvero terzo anno di Roberto Cipelli nella veste di direttore artistico. Le novità?
Cipelli / Innanzitutto la classe di Max De Aloe. È la prima volta che un seminario jazz, in Italia, ospita una classe di armonica cromatica! Poi la masterclass con Marti Jane Robertson “Il Fonico nel Jazz”. IInedite, rispetto alle edizioni di Fresu, sono anche le collaborazioni con i Conservatori. Ogni anno chiediamo a un’Istituzione Afam di presentare a NJ una produzione originale; iamo partiti con i Conservatori della Sardegna – Cagliari e Sassari – e uest’anno è stata la volta del Conservatorio di Torino con il Melodrum Ensemble (Salvatore Spano, pf, Luca Curcio, cb, Francesco Brancato batteria, featuring Emanuele Cisi, sax, NdR) che a Orosei, in Casa Cabras, ha presentato Perspectives, un’interessante rilettura in chiave jazz di arie d’opera dedicate alle figure femminili del melodramma.

Palmas / Quest’anno è iniziata anche la collaborazione dell’Ente Musicale di Nuoro con il Festival di Aix-en Provence e la rete Medinea da cui è nato il Cairo Jazz Station (insieme con il Makam Egyptian Center for Culture and Arts e Nuoro Jazz). Un progetto che mescola jazz e sonorità contemporanee del Medio Oriente di quattro giovani musicisti: Loris Lari (contrabassista e nostro allievo), Abdallah Abozekry, uno dei più giovani suonatori di saz egiziani, Joao Barradas firsarmonica (Portogallo) e Ismail Altunbas percussioni (Turchia).

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Joe Lovano nella classe di Emanuele Cisi

Nuoro Jazz è sempre attento a coinvolgere diverse realtà culturali della città e della Sardegna.
Palmas / Siamo sempre alla ricerca di nuove collaborazioni e alla scoperta di luoghi nuovi da valorizzare grazie al jazz. Penso al concerto al sito nuragico di Tanca Manna di Nuoro, uno dei luoghi più suggestivi di questi ultimi anni. La musica è stato il pretesto per riscoprire la bellezza di una delle più importanti testimonianze di civiltà nuragica di tutta la Sardegna,  così poco considerata proprio dagli stessi nuoresi.
Come sempre abbiamo portato il jazz al Museo MAN e al Museo Ciusa, riaperto da poco, e i concerti al Museo del Costume dell’Istituto Superiore Etnografico. Un altro appuntamento di Nuoro Jazz è il consueto concerto alla casa circondariale di Badus ‘e Carro (quest’anno con il duo Marcella Carboni arpa e Max De Aloe, armonica, NdR).

Oltre cento iscritti, età dai tredici anni in su con studenti che arrivano da tutta Italia ma anche da altri paesi; cosa rende speciale Nuoro Jazz?
Cipelli / Credo sia la particolare atmosfera che si vive a Nuoro. L’ospitale cordialità dei nuoresi verso i nostri studenti, un’accoglienza emotiva dovuta alla passione per la musica di chi continua a credere nel proprio lavoro e si dà da fare tutto l’inverno “dietro le quinte” per l’anno seguente. Angelo, Mariella, tutti gli amici e i soci dell’Ente Musicale che collaborano nei giorni del seminario e che spendono le loro ferie estive proprio nei giorni di Nuoro Jazz!

Palmas / E si continua nonostante tutte le difficoltà di gestione finanziaria: siamo sempre in forte affanno!

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Cosa portano a casa i giovani da Nuoro Jazz?
Cipelli / Una motivazione in più verso ciò che fanno. Il senso di Nuoro Jazz è fare incontrare i giovani musicisti; nella nostra musica l’attitudine alla socialità e all’incontro con l’altro è molto importante, nei momenti collettivi delle lezioni o alle jam, la sera al club: situazioni in cui tutti hanno modo di conoscersi suonando e di crescere musicalmente.

Palmas / Alcuni dei nostri docenti sono stati ex allievi: Fulvio Sigurtà, Francesca Corrias, Salvatore Maltana, Giovanni Agostino Frassetto, Salvatore Spano… non nascondo l’orgoglio quando alcuni di loro dicono che a Nuoro hanno capito che la musica poteva diventare la loro vita.

E per i più meritevoli?
Cipelli / Una borsa di studio speciale per il gruppo dei “più bravi”. Non per forza i migliori strumentisti in assoluto ma giovani che, a parer nostro, abbiano la maturità per lavorare da professionisti: saper scrivere e arrangiare la musica per il proprio gruppo, organizzare le prove, procacciarsi i concerti, scrivere il proprio curriculum, saper curare la propria immagine, gestire le spese di viaggio. Il gruppo andrà anche a suonare a Berchidda per Time in Jazz e l’anno seguente aprirà la nuova edizione del Festival Nuoro Jazz.

Poi ci sono le borse di studio per ritornare a Nuoro Jazz che assegniamo a coloro che hanno dimostrato di avere una motivazione particolare. Un’altra borsa particolarmente importante (e che non sempre riusciamo ad assegnare!) è quella per il Premio Massimo Urbani: si tratta di individuare un’eccellenza da mandare direttamente alla finale del concorso Urbani. E infine la borsa di studio per Siena Jazz con cui collaboriamo ormai da diversi anni.

Il saggio finale?
Cipelli / Il saggio è il momento conclusivo di un’attività didattica e anche un momento di festa al quale partecipano tutti gli studenti. Quest’anno ha assunto un valore in più.

Palmas / Abbiamo pensato che il saggio degli allievi poteva diventare la nostra partecipazione dalla Sardegna all’evento per la raccolta fondi per Amatrice, il nostro gesto di solidarietà che ha coinvolto gli abitanti di Oliena, dove si è tenuto l’evento.

Due parole sulla masterclass: tre anni fa Dave Holland, poi Gil Goldstein. Quest’anno Joe Lovano.
Cipelli / Crediamo importantissimo offrire ai ragazzi la possibilità di “vedere da vicino” un grande, uno di quelli che ce l’hanno fatta. Ogni anno invitiamo musicisti che teoricamente non potremmo permetterci: magari non troveranno l’albergo a cinque stelle o la limousine, in ogni caso ormai tra i musicisti americani si è sparsa la voce su Nuoro Jazz. E così tutti accettano di venire perché sanno che a Nuoro c’è un clima che val la pena di vivere.

Palmas / Spesso questi musicisti poi si rivelano essere i più umili e i più disponibili nei confronti dei giovani.

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In cosa consiste la masterclass?
Cipelli / Solitamente il musicista viene invitato a parlare del suo percorso musicale, delle proprie esperienze artistiche; può capitare che durante la masterclass – alla quale tutti partecipano! – ci siano momenti in cui ragazzi e docenti siano invitati a suonare. In altri momenti invece il musicista entra nelle classi di strumento durante le ore di lezione. Così è stato con Dave Holland e Gil Goldstein, così ha fatto quest’anno Joe Lovano con la classe di sax di Emanuele Cisi. Poi ci sono i momenti meno formali… la sera al club, al Killtime, per le jam.

Palmas / L’altra sera Joe Lovano è rimasto fino alle tre del mattino a suonare con i ragazzi. Era felicissimo! Immaginarsi i ragazzi!!

Cipelli /  Il fatto che Joe Lovano la sera mi chieda “Andiamo al club?” e poi prenda il sassofono e si metta a suonare con i ragazzi  io lo trovo straordinario. Proprio come Dave Holland che in pizzeria mi chiese di andare al club a suonare.

Palmas / L’anno scorso Gil Goldstein ci chiese di poter rimanere a Nuoro un giorno in più per poter partecipare con i ragazzi al saggio finale.

Allora vuol dire che a Nuoro succede qualcosa di molto forte.
Cipellii / E noi ne siamo orgogliosi!

E che tutti, anche i musicisti che vengono a NJ portano a casa un bel ricordo.
Cipelli / Direi di sì! La musica in fondo serve proprio a questo, no?