
16 ottobre 2023
Dal 21 ottobre al 10 dicembre a Firenze seconda edizione di H/EARTHbeat, Battiti del cuore e della terra, un festival che porterà in scena concerti, film, incontri, laboratori con grandi artisti italiani e internazionali, in un nuovo viaggio nella world music che farà tappa in diversi luoghi della città. Il festival è organizzato dall’Associazione Music Pool, con la direzione artistica di Enrico Romero, il contributo del Ministero della Cultura e il patrocinio del Comune di Firenze.
Si parte sabato 21 ottobre alla Manifattura Tabacchi alle 21.30 con Bombino, alias Goumar Almoctar, il cui suono del deserto e del Sahara incontra il rock di Nashville. Elettrizzanti groove desert blues che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione in un nuovo concerto della stella del desert blues.
Domenica 22 ottobre, alle 19 al Teatro Puccini, sarà la volta di Zenìa, band che condurrà il pubblico in uno straordinario viaggio, anche se immaginario, verso i canti, le feste, la musica di luoghi lontani, ma anche verso la scoperta di qualcosa di noi stessi, immaginando paesi, modellando i suoni della loro lingua, inventando usi e costumi. E poi raccontandone storia, leggende, personaggi e memorie con musica e parole. A seguire, alle 21 sempre al Teatro Puccini, si esibirà il Riccardo Tesi Elastic Trio, un trio frizzante, completato da Francesco Savoretti alle percussioni e Vieri Sturlini alle chitarre e alla voce, votato all’inclusione e pronto di volta in volta a ospitare artisti che viaggiano sulla stessa rotta. Riccardo Tesi, uno dei musicisti più autorevoli della scena world internazionale, presenta il suo nuovo progetto, uno spettacolo inedito con il quale riprende la navigazione in quel Mediterraneo immaginario, da sempre sua fonte di ispirazione. A concludere la giornata di domenica, alle 22 al Teatro Puccini, sarà Maria Mazzotta con il suo nuovo trio, una delle voci più importanti e apprezzate del panorama della world music europea. Spaziando con naturalezza dalle sonorità del Sud Italia alle cadenze balcaniche, il repertorio proposto è frutto di ricerche meticolose ed estremo rispetto per le varie culture che lo compongono, con particolare riguardo per le caratteristiche vocali di ogni tradizione musicale. La sua interpretazione, intensa e profonda, è per lo spettatore un’esperienza immersiva, presentata in un nuovo progetto live in trio con il chitarrista Ernesto Nobili e il percussionista Cristiano Della Monica. Le sonorità elettriche del post rock incontrano l’interpretazione viscerale di Maria Mazzotta, in un connubio originale e profondo.
Venerdì 27 ottobre, alle 21.30 all’InStabile, andrà in scena Chouk Bwa & The Ångströmers. La tradizionale band vodou haitiana Chouk Bwa ha incontrato il duo di Bruxelles The Ångströmers nel 2016. Il loro nuovo progetto combina una rinnovata sensibilità dub con la scienza e la spiritualità del ritmo haitiano. Sintetizzatori modulari e altri strumenti elettronici vintage portano in un’altra dimensione la musica di Chouk Bwa, anche se ovviamente è sempre il groove della band che guida l’energia del gruppo; gli strumenti elettronici sono collegati direttamente ai tamburi che li alimentano con urti e carezze: le radici del vodou sono presenti con il loro ritmo ancestrale.
Venerdì 3 novembre, alla Manifattura Tabacchi alle 21.30, salirà sul palco Officina Zoè, grandi padri della musica salentina, con pulsazione pura per la danza e per la trance. Band trascinante, dal sound inconfondibile e ambasciatrice della pizzica nel mondo, la loro ricerca costante ha reso possibile la realizzazione di nuove composizioni musicali che cantano e raccontano il mondo di oggi, ma profondamente ancorate alla tradizione. L’Officina Zoè nasce nel 1993 dall’unione di alcuni musicisti salentini su idea di Lamberto Probo, Donatello Pisanello e Cinzia Marzo. Sin da subito il gruppo diventa forza motrice di quel movimento di rinascita della tradizione musicale salentina, che ha portato oggi alla ribalta internazionale il Salento e le sue specificità locali.
Sabato 4 novembre, sempre alla Manifattura Tabacchi alle 21.30, si esibiranno gli Ayom, navigatori musicali che attraversano l’Atlantico, dal Brasile, all’Angola e Capo Verde, fino al Mediterraneo. Il loro nome Ayom è il “Signore della Musica”, che nella mitologia afro-brasiliana (Candomblè), è la divinità che vive dentro il tamburo e che ha insegnato agli esseri umani a fare musica e a cantare. Mescolando numerose tradizioni musicali e ritmiche, Ayom intraprende un viaggio emozionante ed intimo sulle rotte della diaspora africana. Così fiorisce la loro musicalità nomade e profonda, provocatoria e danzante, dove convivono tradizione e contaminazione, maschile e femminile, poesia ed energia, gioia ed impegno sociale. Ayom è una band multiculturale, composta da sei membri provenienti da Angola, Brasile, Grecia e Italia, con la cantante e percussionista Jabu Morales al centro della scena.
Venerdì 10 novembre, alle 21.30 all’InStabile, toccherà a Z / F Global Bass Ethnic Downtempo, un duo di percussionisti e producer, evocatori di orizzonti lontani con ritmi antichi, sospinti dal potere comunicativo delle loro percussioni: un viaggio post globale condotto dalla mescolanza tra sonorità e voci etniche con l’elettronica. I riferimenti musicali spaziano dall’Andes Step di Nicola Cruz e Rodrigo Gallardo fino all’Electrocumbia dei Dengue Dengue Dengue e Chancha Via Circuito. Un rituale sciamanico in cui i due artisti vestono il ruolo di ‘curadores‘, guidando l’ascoltatore attraverso atmosfere rarefatte e sognanti, in un lungo crescendo di intensità che culmina in un finale trascinante. I due performers creano tessiture ritmiche intrecciando sequenze, drum machines e samplers col filo delle percussioni etniche suonate dal vivo e in looping.
Mercoledì 15 novembre, al Circolo Il Progresso alle 21.30, il musicista Samuele Strufaldi cercherà di ricreare quel territorio unico che viene a delinearsi nell’incontro tra diverse culture in un racconto in musica delle storie degli abitanti del villaggio di Gohouo-Zagna in Costa d’Avorio, mescolando e integrando i timbri, i suoni e le immagini di jazz ed elettronica. Canzoni tradizionali, registrazioni di voci e percussioni, momenti musicali unici si uniscono a energici brani jazz con elementi di afro-jazz e stili più elettronici. Questo progetto, nato nel 2019 quando il musicista fiorentino è stato invitato dal suonatore di djembe Boris Pierrou nel suo villaggio natale, ha l’obiettivo parallelo di destinare il ricavato alla creazione di un polo culturale nel villaggio di Gohuo-Zagna.
Venerdì 17 novembre, alle 21.30 all’InStabile, andrà in scena Willos’ “Una notte irlandese”, spettacolo scritto e diretto dalla violinista Stephanie Martin, che propone canzoni, parole e musiche da danza di uno specifico tratto della cultura celtica, quella dell’Ulster, da sempre crocevia fra l’Irlanda, la Scozia, l’Inghilterra e il Galles. Il repertorio è frutto di un’attenta ricerca che ha attinto a più fonti: alcune canzoni sono poesie del bisnonno di Stephanie, alcune arrivano dal repertorio gaelico irlandese, altre dalle Lowlands scozzesi e uno, datato 1860, è una ballata ritrovata in un cassetto dell’Irish College di Roma. Stephanie è nata a Belfast, ma vive da anni a Siena dove, con la collaborazione di alcuni musicisti toscani, ha dato vita al progetto Willos’ che, dal 2001, porta in Italia e in Europa una interpretazione originale della musica irlandese. Questo spettacolo si arricchisce della partecipazione di un grandissimo musicista, Massimo Giuntini, alle uilleann pipes.
Lunedì 20 novembre, alle 21.30 al Teatro Puccini, straordinario concerto di Fatoumata Diawara, una delle più vitali rappresentanti della musica contemporanea africana. Cantante, autrice, chitarrista e attrice, nel 2019 ha ricevuto due nomination ai Grammy Award e la sua carriera è ricca di collaborazioni con i grandi nomi della musica internazionale come Herbie Hancock, Bobby Womack e Damon Albarn, con cui collabora stabilmente nel progetto Gorillaz. Afropop con geniali contaminazioni funky, leggerezze tropicali e un perfetto equilibrio tra modernità e sonorità antiche, la sua è una musica che ha molto da raccontare. Reinventa con la sua chitarra i ritmi veloci e le melodie blues del Wassoulou, collocando questo patrimonio in una nuova era e delineando una prospettiva decisamente africana al concetto di cantautrice.
Venerdì 24 novembre, alle 21.30 all’InStabile, sarà la volta dell’Achref Chargui Trio, la cui musica è basata sulle armonie della musica classica araba e dell’improvvisazione di stampo jazzistico. I tre musicisti creano temi e strutture con cambiamenti di tempo, pattern stratificati e sonorità estreme dei propri strumenti rigorosamente acustici, uniti all’enorme conoscenza di Chargui dei modi musicali di tutto l’Oriente, rendendo la musica profonda e unica.
Sabato 25 novembre, alle 21.30 al Brillante – Nuovo Teatro Lippi, si esibiranno Stefano Saletti e la Banda Ikona, in un viaggio affascinante tra i suoni e le culture del Mediterraneo, alla ricerca di un linguaggio che unisca tanti popoli diversi che si affacciano sullo stesso mare. Questa è l’idea che anima la Banda Ikona, una formazione creata da Stefano Saletti che ha riunito insieme alcuni dei più prestigiosi musicisti della world music italiana. In questi anni il gruppo ha viaggiato con la sua musica e ha registrato suoni, voci e spazi sonori, per poi comporre un affresco musicale che racconta il difficile dialogo tra la sponda nord e sud, i drammi dei migranti, la ricchezza, le speranze e il dolore, cantato, come sempre, in Sabir, la lingua del mare. Il risultato è un affascinante folk world-mediterraneo, meticciato, una miscela ricca di ritmi e melodie, suggestioni e colori.
Giovedì 30 novembre, alle 21.30 al Brillante – Nuovo Teatro Lippi, concerto di Edda, nato artisticamente alla fine degli anni Ottanta come cantante dei Ritmo Tribale, storica band seminale nel mondo del rock italiano, con cui ha realizzato cinque dischi; dopo una lunga pausa è tornato nel 2009 come artista solista. Considerato da molti una voce autorevole del cantautorato rock italiano, grazie al suo stile intimo e sincero, il rock è una sua attitudine innata e che trasuda dalla sua voce, nei suoi testi, nei suoi temi, nella grinta dell’atteggiamento e nella capacità di trascinare nel suo mondo confuso e consapevole allo stesso tempo, che diventa logico nella riflessione pubblica cantata. Il suo ultimo disco, “Illusion”, è uscito nel 2022 ed è stato prodotto da Gianni Maroccolo, una delle più importanti figure del rock italiano. L’unica e ineffabile vocalità di Edda incontra le sonorità distese di Maroccolo e le unisce a testi tanto arguti quanto struggenti, liberando così la sua espressività pura in uno spazio sonoro denso e apertissimo.
Venerdì 1 dicembre, alle 21.30 all’InStabile, sarà la volta dei SuRealistas, nelle cui vene scorrono Argentina e Sicilia, Pisa e Livorno. E persino un pizzico di Bosnia. I loro cuori pulsano al ritmo delle claves afroamericane, tra cumbia e son, MPB e bossa nova. E i loro sogni adolescenziali sono pieni di rock e psichedelia, cantautorato e letteratura. I SuRealistas sono una vera band, ma retta da uno spirito identitario paritario e di fratellanza. Nessun leader: il loro simbolo non è una piramide ma un cerchio, capace di racchiudere al suo interno più idee, voci e colori.
Domenica 10 dicembre, alle 21.30 al Brillante – Nuovo Teatro Lippi, gran finale con l’Orchestra della Fondazione Luigi Tronci: questa orchestra nasce nel 2022 grazie alla Fondazione Luigi Tronci, Museo della Musica e degli Strumenti Musicali a Percussione e Centro di Documentazione, ritenuto il più grande museo di percussioni etniche, punto di ritrovo di artisti e artigiani di Pistoia e Firenze che ne vogliano promuovere il patrimonio culturale e storico attraverso la musica, in un viaggio ritmico e dalle tante sonorità. Il progetto prevede strumenti primitivi come tronchi e rocce, strumenti provenienti dall’Africa, dall’America Latina, strumenti classici, campane tibetane, giapponesi, gong e tama e utilizza diversi strumenti realizzati da Luigi Tronci impiegando materiali di riciclo e oggetti di uso comune.
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