Ultime News

Nuove invenzioni
La rivoluzione nel mondo musicale

Nuove invenzioni</br> La rivoluzione nel mondo musicale

«Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente» (Mao Zedong)

Semplificando in maniera delittuosa, possiamo sostenere che la storia della musica dal punto di vista dell’ascoltatore, al momento della mia nascita all’inizio degli anni Settanta, si poteva racchiudere in due singoli eventi:
– invenzione del liuto a cura di Hermes (e/o altre storie e miti affini in tutte le culture del mondo, che viene per altro invariabilmente creato con un suono); o, meno mitologicamente, la teorizzazione delle note e dei tetracordi a cura di Pitagora e della sua scuola grazie all’invenzione del suo monocordo, almeno per quanto riguarda noi occidentali;
– invenzione del fonografo di Thomas Edison, 1877, che rende inutile la presenza di un esecutore reale di fronte all’ascoltatore e apre le porte alla riproduzione meccanica della musica.
Per essere più precisi potremmo aggiungere:
– invenzione della radio da parte di Guglielmo Marconi, 1895, che rende possibile la riproduzione meccanica e non anche a distanza.
– invenzione della registrazione multitraccia da parte di Ross Snyder nel 1955.
Ma questi due ultimi avvenimenti (sensazionali, naturalmente per mille motivi diversi) non cambiano più di tanto l’esperienza dell’ascoltatore: la ampliano a livelli inverosimili e la rendono possibile da casa o in qualsiasi altro luogo, ma dall’altro lato del congegno ci deve essere qualcuno che invariabilmente riproduce un supporto o suona.
Nei decenni seguenti la mia nascita si inseriscono invece due nuovi avvenimenti:
– realizzazione del World Wide Web da parte di Tim Berners-Lee nel 1991;
– invenzione degli standard MPEG-1 (1991), MPEG-2 (1994) e infine MPEG-2 Audio Layer III (il più noto mp3, 1995) da parte del gruppo MPEG fondato dall’ing. Leonardo Chiariglione, attualmente al lavoro sull’MPEG-21.
In sostanza se dal 600 a.C. circa al 1877 per ascoltare musica bisognava essere davanti a un esecutore (che quasi sempre aveva bisogno di uno spartito manoscritto prima e stampato da un editore poi), se dal 1877 si poteva supplire l’esperienza diretta con dischi e/o affini, e se dal 1895 si potevano realizzare queste due possibilità di ascolto anche a distanza con l’ausilio delle onde radio, ecco che nei nostri tempi queste tre consolidate opzioni vengono ad affiancarsi al nuovo ascolto liquido realizzato online, cioè in quel cyberspazio in cui tutto si trova, quasi sempre free.
Queste nuove invenzioni, come già avvenne nel 1877 e nel 1895, stanno completamente distruggendo l’industria discografica e musicale così come le si conosceva, rendendo obsoleti vecchi paradigmi e modalità di fruizione, così come le idee di carriere musicali e legate alla musica (produttori, fotografi, uffici stampa, giornalisti e così via) che navigano in questo momento storico nella bruma più scura e imperscrutabile.
In una pletora di cori lamentosi, uscendo per un istante dalla tragicità della situazione (un cambiamento di queste proporzioni e portato a queste velocità naturalmente lascia grandi drammi: disoccupazione, aspettative non rispettate nel futuro, investimenti che non saranno mai rimborsati…) mi sembra che la sfida sia assai stimolante: si tratta di poter ridefinire completamente la musica, il suo ruolo e le sue modalità di fruizione nella società del futuro.
Ha senso fare i dischi o è meglio l’ascolto in streaming? Se il contenitore influenza il contenuto (classici esempi sono i ruoli dei 45 giri per il primo rock’n’roll e quelli dei 33 giri per il classic rock), che sembianze può avere una musica che di fatto non ha limiti di tempo e spazio? Se il diritto d’autore non viene più alimentato perché si trova facilmente tutto gratis, come si sosterranno i talenti del futuro? Se Internet ha spazzato via gli intermediatori, la critica, le fanzine, il ruolo che aveva il negoziante di dischi di riferimento, questi ruoli verranno annullati o ci saranno altri aggregatori che avranno a disposizione risorse tecniche migliori, impensabili anche solo fino a qualche anno fa?
A questa e altre domande non ho risposta, ma la questione mi intriga molto: inizieremo dalla prossima puntata a confrontarci con le idee di alcuni personaggi che questi problemi li vivono in prima persona, scoprendo che tipo di risposte hanno dato.