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Giulia Damico
Bye-Ya
Inside the Score

Giulia Damico<br/>Bye-Ya<br/>Inside the Score

4 novembre 2020

Il nuovo appuntamento con “Inside the Score”

Nuovo appuntamento con la rubrica Inside The Score: abbiamo chiesto ad alcuni dei musicisti più emblematici della comunità jazzistica italiana di raccontarci una loro composizione. Buona lettura.

Di Giulia Damico e Lorenzo Blardone; a cura di Eugenio Mirti

Bye-Ya è divisa in due tracce, esattamente la quarta e la quinta del mio album “Spherical Perceptions, homage to Thelonious S. Monk”.

L’arrangiamento è stato scritto da Lorenzo Blardone,  che è anche il pianista del sestetto che ha registrato il disco e insieme a me ha scritto la descrizione del brano che segue.

L’idea che si voleva sviluppare con questo brano era la creazione di un disordine ordinato caratterizzato dall’intreccio melodico cromatico tra flauto e fagotto, in contrapposizione alla staticità degli accordi di pianoforte e all’ostinato ritmico del basso elettrico.

La batteria suona una marcetta volta a racchiudere tutti gli elementi in un contenitore stabile.

La voce va dritta per la sua strada eseguendo il tema originale, divincolandosi tra i vari elementi di “disturbo”.

C’è anche un’idea visiva dietro la scrittura di questo arrangiamento: quella di uno scienziato pazzo che persiste nel cercare un’ intruglio per chissà quale esperimento e, dopo vari tentativi, la sua mente esonda in un disordine liberatorio e più ricco di libertà espressiva che è rappresentata in Bye-Ya pt2.

Durante il live questa seconda parte del brano può essere molto diversa: essendo una parte libera può assumere vari tipi di forme. L’elemento costante è quello dell’ascolto, portando l’attenzione ai parametri del timbro, alle dinamiche, ai colori del suono e sperimentando nuovi approcci di intrecci sonori.

Può avere una griglia di accordi come filo conduttore (come nel disco)o può aver uno spartito grafico, può essere totalmente libero oppure può essere condotto dalla cantante tramite gesti imparati durante le formazioni nelle orchestre in condaction, una particolare forma di conduzione musicale che si fa con le mani.

Infine, lo scienziato matto torna ai suoi folli esperimenti reintrodotti dal tema finale, e la breve coda di flauto e pianoforte suggerisce una pace finalmente ritrovata.

Queste idee nascono grazie alla presenza di flauto e fagotto, due strumenti che si impastano perfettamente e che possono creare grossi contrasti di registro, oltre ad avere una buona gamma di “effetti speciali”.

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