29 aprile 2022
Intervistiamo la pianista, compositrice e cantante tedesca Olivia Trummer, che ci parla del suo nuovo lavoro discografico “For You”, pubblicato dalla Warner Music a marzo. Vincitrice del prestigioso premio Jazz Award Baden-Württemberg nel 2019, la musicista è considerata una tra le più interessanti artiste della sua generazione a livello internazionale.
a cura di Andrea Parente
“For You” (Warner Music, 2022), è il tuo nuovo lavoro discografico. Cosa ti ha spinto ad incidere questo disco?
Erano diversi anni che volevo registrare un disco di canzoni nuove, ma attendevo il “momento giusto”. Durante la pandemia ho avuto il tempo per dedicarmi a rifinire i testi e gli arrangiamenti e a pianificare la registrazione. I tre dischi precedenti erano soprattutto strumentali, in solo e in duo, e dunque desideravo “aggiornare” il pubblico con questa nuova pubblicazione, proponendomi in veste di cantautrice e bandleader.
Che significato ha il titolo?
“For You” vuole rivolgersi ad ogni tipo di ascoltatore e ascoltatrice, invitando ciascuno a fermarsi, fare un respiro profondo e riscoprire l’immenso e colorato mondo che custodisce dentro di sé. Molti dei conflitti e del dolore a cui assistiamo oggi sono causati dal non saper trovare il tempo per ascoltare se stessi e gli altri. Sembriamo tutti dei criceti che corrono in una ruota fatta di timori, false aspettative e superficialità. Ma vivere appieno la vita sta proprio in questo: nella nostra abilità di percepire e ascoltare la nostra voce interiore. Le canzoni del nuovo album intendono incoraggiare le persone ad abbandonare i propri timori e ricominciare a scoprire e ad apprezzare se stessi.
Come hai sviluppato il percorso narrativo del disco?
È stato un percorso soprattutto intuitivo. In mezzo a tutte le canzoni che giacevano nel cassetto ho scelto quelle che mi sembravano essere più legate al concetto del “seguire il proprio cammino” nei diversi aspetti: il coraggio, la fede, la riflessione, l’onestà, il lasciare andare, l’affrontare un nuovo inizio. Dopo averle registrate ho cercato di metterle in ordine come fossero capitoli di una storia, in cui la canzone For You è diventata il cuore, il nucleo della narrazione, e dunque anche il titolo dell’album.
Cosa lo differenzia dai precedenti lavori discografici?
In qualche modo “For You” prosegue il percorso intrapreso con l’album pubblicato nel 2014 “Fly Now”, ma la grande differenza sta soprattutto nel rapporto con i musicisti che hanno registrato con me. Si tratta di un gruppo stabile ed è la stessa formazione con cui suono in concerto, il che consente alla musica di crescere e di svilupparsi ulteriormente. Inoltre credo che “For You” documenti la mia crescita negli ultimi due anni in veste di cantautrice. In questo album la mia parte vocale è messa più in risalto rispetto a quella pianistica, anche se ovviamente per me sono entrambe vitali nell’esprimermi.
Photo Credit To Andrea Boccalini
Cosa ti ha motivato nello scegliere Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria come collaboratori del disco?
Ho incontrato Nicola nel 2016, in occasione dei miei primi concerti in Italia. È stato il primo batterista a suonare con me in questo Paese e da allora non ho mai più potuto farne a meno. Il suo talento così comunicativo, la sua personalità accogliente e la sua intelligenza musicale, unita ad una naturale eleganza, sono tutte qualità che lo rendono insostituibile. Grazie al suo forte istinto musicale, affinato dall’essere anch’egli compositore, Nicola è stato inoltre fondamentale nel finalizzare alcuni arrangiamenti. È stato sempre lui inoltre a presentarmi Rosario, con il quale mi sono subito trovata in sintonia. La sua grandissima esperienza lo rende il miglior accompagnatore che potessi sperare, come anche un solista profondamente ispirato, per non parlare del caldo e corposo suono che riesce a trarre dal suo strumento. Qualche volta usa anche la voce, sia per cantare che per accompagnare i suoi assoli, il che arricchisce ulteriormente l’intera performance del gruppo. Sto imparando molto da entrambi e dal loro profondo rapporto con la musica.
Com’è stato avere Fabrizio Bosso alla tromba e Kurt Rosenwinkel alle chitarre come ospiti del disco?
Kurt è sempre stato un mio eroe. Ci siamo conosciuti a Berlino nel 2012 e gli chiesi di partecipare come ospite nel mio disco “Fly Now”, pubblicato nel 2014. Lui poi mi ha invitato a prendere parte alla Caipi Band, con la quale abbiamo realizzato un lungo tour, e questo ha permesso di accrescere il nostro rapporto, sia musicale che di amicizia. Quindi è stato naturale per me invitarlo a partecipare anche a questa registrazione, e sono veramente felice della magia che ha saputo creare. Per quanto riguarda Fabrizio, sono diventata una sua fan non appena Nicola me lo ha fatto conoscere. Sapevo che anche lui avesse mostrato apprezzamento per la mia musica, dunque mi sono fatta coraggio e l’ho invitato come ospite nell’album. In studio è stato emozionante lavorare con lui, il suo contributo alla musica è assolutamente perfetto. Infatti la stampa tedesca si sta dimostrando entusiasta di lui e non vedo l’ora che si tengano i nostri concerti in Germania, a maggio, così che anche il pubblico possa ascoltarlo dal vivo.
Il disco è composto da undici brani originali. Da cosa ti lasci ispirare quando componi?
Adoro scrivere canzoni. È un processo misterioso ed è soprattutto intuitivo, istintivo. Ovviamente proviene anche da tanto studio e tanta pratica, ma la vera magia di una canzone nasce naturalmente, non ha nulla di calcolato, di forzato. E questo vale anche per quanto riguarda il terminare una canzone, ritenerla cioè pronta per essere proposta al pubblico. Alcuni di questi brani sono stati scritti dieci anni fa, ma le circostanze per dare loro la forma finale sono arrivate solo ora. Solitamente mi siedo al piano e lascio che le mani, le mie orecchie e il mio sentire intimo mi guidino. Qualche volta “inciampo” in una melodia o in una sequenza armonica che cattura la mia attenzione, così cerco di approfondirla e di svilupparla. Per quanto riguarda i testi la mia ispirazione proviene dai miei stessi pensieri, dai miei sentimenti e dall’osservazione delle relazioni umane, della natura e da un ricerca verso la spiritualità.
Photo Credit To Andrea Boccalini
La tua formazione è, di base, un trio. Cosa ha significato questo a livello timbrico, espressivo e di arrangiamento?
Il trio è sempre stato la mia formazione ideale per rendere al meglio le mie canzoni, soprattutto dal vivo. È una miscela perfetta tra orchestrazione e spontaneità, tra interplay e trasparenza. Mi permette di comunicare e lascia abbastanza spazio per la parte vocale – come parte integrante della musica – e per la creatività strumentale. A parte ciò la musica non nasce solo attraverso gli strumenti, ma anche grazie all’incontro di personalità, soprattutto quando suoni con musicisti con i quali hai una sintonia profonda. Sono veramente grata di lavorare con due anime belle come quelle di Nicola e Rosario.
Hai già presentato questo disco dal vivo? Se sì, come ha reagito il pubblico?
Sì, a partire dalla metà di febbraio scorso abbiamo già realizzato una decina di concerti con il nuovo repertorio, e sono stata felicissima di vedere che il pubblico sia rimasto molto coinvolto e anche toccato, dimostrando di apprezzare sia i brani intimi e lenti che le canzoni più ritmate e veloci. Il fatto poi che in molti abbiano acquistato il CD o il vinile al termine dei concerti è un ottimo segnale, soprattutto nell’epoca delle piattaforme digitali come Spotify.
Chiudiamo con un pensiero al futuro. Che progetti hai per i prossimi mesi?
Non vedo l’ora di portare “For You” ancora in giro, in Germania, in Italia, ma spero anche altrove. Oltre al tour per presentare “For You” continuerò a esibirmi anche in solo e con Kurt Rosenwinkel e la sua Caipi Band, con una formazione rinnovata. Riguardo alle registrazioni ho diverse idee e anche desideri, come un nuovo album in solo, uno in duo con Nicola Angelucci e anche un album di nuove composizioni dedicate all’Italia. Ma vediamo cosa succede, vediamo dove mi porterà l’onda.
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