
25 giugno 2023
La XVII edizione del Fara Music Festival, uno dei festival più importanti e attesi dell’estate italiana del jazz, anticipa la propria apertura al primo luglio, una novità del 2023, con una programmazione ricchissima, che si prolungherà per tutta l’estate, fino al 27 agosto.
L’esplosivo cartellone vedrà alternarsi sul palco del Fara Music Festival progetti internazionali come il Trio Corrente, band brasiliana premiata con un Grammy Award, Shai Maestro, pianista israeliano vero astro nascente del jazz internazionale, star della musica italiana come Enrico Pieranunzi, Stefano Di Battista, Maurizio Giammarco, Gabriele Mirabassi, Rosario Giuliani, il trio di Fabio Zeppetella, Emmanuel Bex e Roberto Gatto. Tornano inoltre le grandi voci femminili con Karima, Susanna Stivali e Valentina Ranalli. A chiudere la XVII edizione del festival sarà infine la prima assoluta in italia del duo polacco Jopek/Klemensiewicz.
L’anteprima di questa edizione sarà affidata a otto formazioni della Nuova Generazione Jazz Italiana, che si alterneranno nei weekend di luglio, all’interno del Garden, splendido cortile cinto dalle mura abbaziali, che dal 2022 è divenuto una delle sedi del festival. Nel primo weekend di luglio, quello di sabato 1 e domenica 2, si alterneranno gli IFA, quintetto elettrico che si muove in un territorio ibrido, in cui i generi spariscono senza lasciare traccia, e i Tribus Trio, formazione in cui le sonorità calde del vibrafono si sposano perfettamente con il contrabbasso e la batteria, creando dei tappeti ritmici ben definiti e complessi.
Tribus Trio
Sabato 8 e domenica 9 luglio sarà la volta di Elias Lapia Quartet, sassofonista vincitore del Premio Urbani 2019, e dei Kimeia, un progetto jazz soul, che oltre a fondere diversi linguaggi, porta con sé un messaggio forte impregnato di diritti civili, libertà e uguaglianza. Il terzo weekend di luglio, quello di sabato 15 e domenica 16, sarà affidato a Federico De Zottis Quartet, formazione che spazia e si ispira ai grandi protagonisti della storia del jazz, come Wayne Shorter, Charles Lloyd e John Coltrane, non disdegnando compositori impressionisti quali Fàure, Milhaud, Ravel e Debussy. La domenica salirà invece sul palco Emanuele Marsico, che con il suo sestetto omaggerà uno dei compositori che più si è fatto influenzare dal jazz, il grandissimo Pino Daniele.
Il sassofonista Elias Lapia, alla testa del suo quartetto, presenta “Tough Future”, progetto fresco e moderno che volge lo sguardo al jazz contemporaneo di New York e che allo stesso tempo si caratterizza per lirismo, senso melodico e capacità improvvisative. Il disco è uscito il 2 febbraio 2023 per l’etichetta Emme Record Label e in questo concerto la line-up è completata da Enrico Le Noci alla chitarra elettrica, Alessandro Bintzios al contrabbasso e Luca Gallo alla batteria. Un lavoro brillante ed energico, in cui sono racchiuse alcune delle principali composizioni scritte dal leader nel periodo post pandemia. Brani dal carattere moderno, che da un lato stringono la mano alle ultime correnti jazzistiche respirate nella Grande Mela e negli Stati Uniti, dall’altro mantengono un profondo rispetto per la tradizione e per i grandi jazzisti del passato. Non a caso le musiche si muovono tra atmosfere urbane, passando per melodie dal carattere più intimista e introspettivo, fino a interpretare ballad più intense e dall’intenso lirismo. Le strutture sono dunque variegate, ma si distinguono sempre per una grande coesione tra i musicisti con il sax che, pur essendo spesso lo strumento solista, non eccede mai in virtuosismi fini a sé stessi. D’altro canto l’utilizzo della chitarra al posto di un più tradizionale pianoforte crea un colore diverso e regala senza dubbio un tocco di novità alla band.
Domenica 9 luglio Kimeia presenta il disco “Words For Freedom”, un progetto dalle sonorità moderne, con una voce capace di reinterpretare alcuni standard jazz attraverso arrangiamenti originali e accattivanti, che strizzano l’occhio al soul, al pop e al funky. La band è composta dalla cantante Alessia Marcassoli, Marco Scotti al sax alto, Marco Gotti al sax tenore, Chiara Arnoldi al basso elettrico, Alex Crocetta al pianoforte acustico ed elettrico e Lorenzo Beltrami alla batteria, percussioni ed elettronica. Gli arrangiamenti collocano l’album in un’area dalle forti contaminazioni, dove la parola “evocativo” è forse il leitmotiv di tutto il lavoro.
A chiudere l’anteprima del Fara Music Festival 2023, nel weekend del 22 e 23 luglio, due band capitanate da chitarristi: il sabato Nick Di Giovanni, che con il suo trio presenterà il nuovo album “Mood From Heaven” e la domenica il vincitore del Premio Fara Music Jazz Live 2022, il chitarrista trentino Federico Bosio. Da giovedì 27 luglio, terminata l’anteprima, si aprirà la XVII edizione del Fara Music Festival, all’interno del Parco Cremonesi, sempre nel cuore dell’Abbazia di Farfa.
Nick di Giovanni presenta il disco “Mood From Heaven”, uscito il 21 febbraio per l’etichetta Emme Record Label, un progetto dal grande senso melodico, in cui la musica brasiliana si mescola con il suono e la poetica dei grandi chitarristi jazz. Questo lavoro rappresenta un viaggio nella musica del chitarrista e oboista, leader del progetto, che per l’occasione sarà in quartetto con Giulio Gentile al piano, Pietro Pancella al basso e Cesare Mangiocavallo alla batteria. Un percorso che è il frutto di una personale ricerca in ambito musicale e che ha l’ambizione di rappresentare il viaggio di ognuno di noi, dentro il quale è possibile trovare, attraverso forme musicali semplici, un continuo riferimento all’essere umano e a ciò che caratterizza la sua vita. “Mood From Heaven” vuole essere, fuori e dentro i suoi processi musicali, un progetto dalla chiara connotazione spirituale, che vede nelle sue composizioni la volontà di un profondo incontro tra musica e fede cristiana. Il suono che ne consegue vede procedere, come in un binario verso la stessa direzione artistica, la chitarra e l’oboe, così come il contrabbasso e il basso elettrico, che si relazionano costantemente con il suono di una batteria moderna e brillante. Il Nick Di Giovanni Trio propone, attraverso una tipica formazione jazz, nove brani fortemente influenzati dalle melodie e dalla cultura che provengono dal Brasile e dai grandi chitarristi contemporanei come Pat Metheny e Bill Frisell.
Federico Bosio presenterà in anteprima assoluta il disco “Fara Tales”, che uscirà nella stessa giornata per l’etichetta Emme Record Label. Il concorso come ogni anno prevede la registrazione di un lavoro discografico presso il Tube Recording Studio. Quello di Federico Bosio è un progetto composto prevalentemente da brani originali scritti dal chitarrista e compositore, ma anche da standard della tradizione jazz e pop rivisitati in chiave jazzistica. I brani registrati con questo progetto sono intimi e rarefatti, con atmosfere esotiche, a volte classicheggianti, che richiamano alcuni lavori del Pat Metheny Group e degli Oregon, ma anche articolati e incalzanti, con sonorità distorte che tradiscono le influenze pop-rock del chitarrista, dai suoni distorti di Robben Ford alle sonorità sognanti dei Radiohead.
Il 27 luglio Karima presenterà il suo progetto “My Songbook”: la cantante livornese sceglie i brani che più hanno segnato il suo percorso artistico, tra cui Lullaby of Birdland, primo brano cantato per una jam session all’età di diciotto anni, Greatest Love of All, brano della sua musa ispiratrice Whitney Houston e Lately.
Il 28 luglio Il trio del pianista napoletano Andrea Rea ospita il sassofonista Maurizio Giammarco, in un omaggio alla musica del chitarrista John Scofield: protagonisti della serata saranno i brani del musicista statunitense che, insieme a Pat Metheny e Bill Frisell, ha rivoluzionato negli ultimi quarant’anni il linguaggio della chitarra jazz mondiale.
Sabato 29 luglio il trio composto da Fabio Zeppetella, Emmanuel Bex e Roberto Gatto andrà in scena con un concerto tributo a Wes Montgomery, a cento anni dalla nascita del chitarrista di Indianapolis. Wes è riconosciuto universalmente come uno dei maggiori chitarristi nella storia del jazz, capace di seguire ed evolvere la traccia lasciata dai grandi pionieri dello strumento.
Domenica 30 luglio una delle voci più stimate del panorama jazz italiano, quella di Susanna Stivali, incontra il super trio brasiliano Trio Corrente, vincitore di Grammy Award, per presentare un progetto discografico originale in uscita nei prossimi mesi. Un’anteprima assoluta in cui protagonista sarà il brazilian jazz contemporaneo.
Giovedì 3 agosto sarà la volta di una produzione e progetto originale del Fara Music Festival, tra Brasile e Italia. Protagonisti saranno Paulo Paulelli, Edu Ribeiro e Fabio Torres, tre dei musicisti più noti nella scena jazz brasiliana, vincitori di un Grammy Award, e il sassofonista Stefano Di Battista, tra i musicisti italiani più conosciuti al mondo.
Paulo Paulelli, Edu Ribeiro e Fabio Torres vengono annoverati tra i più grandi musicisti brasiliani della loro generazione: insieme formano il Trio Corrente, una delle maggiori band di musica strumentale brasiliana, vincitori nel 2014 dei prestigiosi premi Grammy Awards e Latin Grammy nella categoria Best Latin Jazz Album. Numerose sono le collaborazioni che il Trio realizza nel suo percorso, tra cui quelle con Rosa Passos, Paquito de Riveira, l’Orquestra Jazz Sinfônica de São Paulo, il Quartetto d’archi della città di San Paolo. Il trio ha al suo attivo decine di tournée in Europa, Giappone, Stati Uniti e America Latina.
Raffinato jazzman e sassofonista di grande talento, Stefano Di Battista è uno dei più apprezzati musicisti a livello nazionale e internazionale. Dopo il diploma comincia a suonare in alcuni gruppi e nel 1992 incrocia la strada del musicista Jean-Pierre Como, che lo invita a suonare a Parigi, una delle città più importanti per la scena jazz mondiale. L’artista accetta di trasferirsi e costruisce così il suo legame con la Francia, collaborando in questo periodo con artisti leggendari come Jimmy Cobb, Michel Petrucciani e Nat Adderley. Pubblica così il suo primo album, “Volare”, nel 1997. L’anno dopo ottiene un ingaggio con la storica etichetta Blue Note e incide un nuovo disco, “A prima vista”, diventando uno dei jazzisti più richiesti al mondo.
Venerdì 4 agosto protagonista della serata sarà Gabriele Mirabassi, uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Affiancato dal chitarrista Nando Di Modugno e dal bassista Pierluigi Balducci, i tre musicisti proseguono il loro viaggio evocativo e suggestivo dal Mediterraneo all’America del Sud, su una rotta in cui si intersecano jazz, folklore ed echi della tradizione classica.
Clarinettista stimato e conosciuto in tutto il mondo, Gabriele Mirabassi si muove con uguale disinvoltura sia nella musica classica che nel jazz. Negli ultimi anni poi ha svolto una ricerca approfondita sulla musica strumentale popolare brasiliana e sudamericana in genere. Collabora sistematicamente con artisti di ambiti eterogenei, partecipando a progetti di teatro, danza, canzone d’autore, etc. e collaborando con alcuni degli artisti più importanti al mondo.
Ad aprire il concerto di Mirabassi/Di Modugno/Balducci sarà il Blinding Sphere, trio composto da Pietro Rosato al sax tenore, soprano, synth e tin whistle, Alessandro Lunedì alla chitarra elettrica e pedal-bass e Giovanni Facecchia alla batteria, che presenteranno il loro disco “Rituals”, edito da Emme Record Label, un progetto che si caratterizza per un sound fresco, nuovo, ma allo stesso tempo meditativo e persuasivo, come un mantra che percorre l’anima e il corpo. In questo album ogni musicista porta con sé un background musicale diverso, incentrato su una solida componente afro-occidentale e sull’improvvisazione in tutte le sue forme. L’aspetto sonoro non si rispecchia nei canonici vincoli, ma al contrario trascende la visione puramente stilistica e idiomatica di genere, con l’obiettivo di raggiungere nuove vette sonore. In questo modo il jazz e la tradizione afroamericana si fondono in un linguaggio moderno spesso vicino al rock e a un suono che da un lato non tradisce i suoi natali, dall’altro esplora nuovi territori che vanno al di là delle semplici etichette legate a un genere ben definito. “Rituals” infatti rappresenta un punto di rottura con gli schemi tradizionali, in cui spesso le sonorità pure e acustiche si fondono con un linguaggio contemporaneo, sperimentale, senza alcun punto di riferimento. Suoni acustici ed elettrici si collegano, dando vita a un qualcosa di nuovo che rompe le barriere e va ben al di là di qualsiasi definizione o etichetta.
Classe 1987, Shai Maestro è uno dei pianisti più promettenti e di talento della sua generazione. Dal debutto con il suo trio nel 2011, Shai ha continuato sempre più a plasmare la sua musica con un’identità forte. L’artista ha pubblicato cinque album dal suo debutto nel 2011. L’ultimo è “The Dream Thief”, pubblicato dalla storica etichetta ECM. Sabato 5 agosto si esibirà in esclusiva per il Lazio in piano solo. La musica di Shai Maestro rifugge dalla struttura tradizionale del jazz mainstream, abbracciando invece un repertorio in cui con il jazz convivono la musica classica e le sonorità della sua terra, Israele.
Domenica 6 agosto sarà la volta di “Love in Translation”, progetto discografico che segna il ritorno di Rosario Giuliani verso una musica imperniata sul sentimento più forte e indecifrabile: l’amore. Fra standard famosi, come Duke Ellington’s Sound of Love del leggendario Charles Mingus, Love Letters di Victor Young ed Edward Heyman e Can’t Help Falling in Love, del repertorio di Elvis Presley.
Sabato 12 agosto, sempre nello spazio Into the Garden, andrà in scena “Cantare Pieranunzi”, che propone nuove, emozionanti versioni vocali di composizioni originali di uno dei più importanti musicisti del jazz internazionale, Enrico Pieranunzi. Un’operazione nata dallo spunto della talentuosa cantante partenopea Valentina Ranalli che, profondamente ispirata dai brani del pianista romano, ha composto su di essi intriganti testi in italiano, inglese e francese (e in un caso, anche in napoletano) e, insieme allo stesso Pieranunzi, ha dato loro una nuova veste vocale, che ne esalta la suggestione narrativa.
Dall’11 fino al 27 agosto si alterneranno nella terza parte della rassegna, ancora una volta all’interno del Garden, nove band provenienti da numerose regioni d’Italia. I pugliesi Blinding Spheres (trio elettrico) e Alessandro Casciaro Power Trio feat. Simone Basile, i campani Kairos (etno jazz) e Antonio della Polla (vibrafono trio), i lombardi Cesare Ferro Quartet e Barba Negri Ziliani e i vicentini Metronautica.
Domenica 13 agosto Alessandro Menichelli presenta il disco “Songs of Days Gone By”, uscito per l’etichetta Emme Record Label. La band, completata da Nicolò di Caro alla batteria e Lorenzo Scipioni al contrabbasso, si distingue per una grande coesione tra i musicisti, che spesso mettono da parte le regole scritte per abbandonarsi all’improvvisazione pura e alla libera interpretazione. Tutto questo senza tralasciare l’importanza della melodia e della composizione, che rimangono sempre gli elementi fondamentali. Un jazz contemporaneo, in sintesi, dove l’interplay svolge un ruolo preponderante e in cui le composizioni raccontano dei momenti ben precisi di vita vissuta, fatti di incontri, sensazioni e profumi che rimandano a un tempo ormai andato. Il passato, dunque, rivive attraverso la musica e le idee di Alessandro Menichelli, autore di tutte le undici tracce del disco. Ogni brano, infatti, rappresenta una storia a sé stante, che ha lasciato una traccia evidente nel modo di comporre e di intendere la musica.
Lunedì 14 agosto il bassista, chitarrista, cantante e compositore Cesare Ferro porta in scena il suo disco d’esordio “Wergild”, uscito per l’etichetta Emme Record Label, che attraverso la musica descrive le fasi della vita di un soldato. In questo progetto il linguaggio del jazz incontra il rock, tra chitarre distorte e suoni dai tratti contemporanei. L’album vede la partecipazione di Federico Negri alla batteria, Luca Scardovelli alla chitarra e Riccardo Barba al pianoforte. La guerra, dunque, è il nucleo tematico di questo progetto e le composizioni raccontano alcuni momenti salienti, partendo dalle fasi iniziali fino alla fine. Gli strumenti musicali, dunque, non sono altro che pennelli che disegnano un tema preciso, senza mai abbandonare il gusto per la melodia e dando forza al lavoro d’insieme. Nella guerra, le vite mandate al fronte diventano numeri approssimativi, gettati gli uni contro gli altri verso un’inevitabile mutua distruzione: valgono ormai meno del pezzo di terra che sono stati mandati a conquistare. “Wergild”, parola di origine longobarda, indica infatti una somma in denaro che stabilisce il valore teorico di una persona, annullando così il significato esistenziale dell’uomo, il quale viene ridotto a moneta. Così i soldati e le loro vite diventano mera merce di scambio per un pezzo di terra, sul quale molti di loro non metteranno mai piede.
Martedì 15 agosto il trio formato da Riccardo Barba al piano e sintetizzatori, Nicola Ziliani al contrabbasso e Federico Negri alla batteria presenta il disco “Orpheus In The Underground”, progetto della Emme Record Label, in cui il jazz e la musica classica si fondono con il rock e l’elettronica, in un viaggio e una sperimentazione continua. In questo nuovo lavoro, uscito dopo l’album d’esordio intitolato “Too Many Keys”, il gruppo ha cristallizzato i risultati della sua ricerca. Questo progetto, infatti, nasce da influenze che provengono dal jazz e dalla musica classica e si spinge verso i territori del rock e dell’elettronica, consolidandosi in una struttura di concept album ricco di voci e sonorità cangianti. Non a caso uno dei tratti distintivi della band è la ricerca sonora rivolta alla sperimentazione elettronica e alla contaminazione tra elementi strutturali della musica classica. Un cammino che prosegue verso la musica rock e verso l’innesto di sintetizzatori ed elettronica, partendo dalla classica formazione del piano trio. I tre strumenti si fanno strada tra suoni acustici e distorsioni elettriche di diverso tipo; sintetizzatori e sequencer si inseriscono nell’album come voci aggiunte e in una delle tracce. Il disco si compone di brani originali di Riccardo Barba, un brano della band americana Au Revoir Simone e Nimrod, dalle “Enigma Variations” di Edward Elgar.
Venerdì 18 agosto sul palco del Fara Music Festival andrà in scena il quartetto guidato dal chitarrista Simone Basile e dal pianista Alessandro Casciaro, completato da Davide Codazzo al basso elettrico e contrabbasso e da Marco Girardo alla batteria. Due musicisti versatili, che con questo progetto si muovono nel territorio del modern jazz, proponendo alcuni brani originali tratti dalle loro ultime produzioni, a cui si aggiungono alcuni standard della tradizione, rivisitati in una chiave del tutto singolare.
Simone Basile è un chitarrista nato a Taranto e che ora vive a Firenze. Nel 2017 è stato premiato tra i talenti jazz italiani al Concorso Nazionale “Chicco Bettinardi” a Piacenza. Nel 2022 pubblica “Morning Raga”, edito da Emme Record Label, con alcuni dei migliori talenti del jazz europeo: Manuel Caliumi al sax, Enzo Carniel al pianoforte, Ferdinando Romano al contrabbasso e Giovanni Paolo Liguori alla batteria. Il disco è stato scelto per il progetto “Nuova Generazione Jazz 2023”, promosso da I-Jazz con l’aiuto di Nuovo IMAIE e del Ministero della Cultura italiano, che vedrà il Simone Basile 5et occupato per tutto il 2023 in diversi festival in tutta Europa e Italia.
Alessandro Casciaro, nato a Lecce, è un pianista, compositore e didatta. Ha studiato pianoforte nei Conservatori di Lecce, Monopoli e Bruxelles ed è risultato vincitore di numerosi premi, tra cui una borsa di studio presso il Conservatoire Royal Bruxelles, Fara 2016 e Palo Jazz 2018. Ha all’attivo due dischi per Emme Record Label e numerose pubblicazioni e collaborazioni per altre etichette.
Alessandro Casciaro
Un match musicale senza esclusione di colpi tra stilemi avanguardisti e tradizione e allo stesso tempo un tentativo di sintesi tra due mondi spesso considerati agli antipodi nell’orizzonte della musica jazz. In questo modo si può sintetizzare l’essenza di “Metronautica”, primo lavoro dell’omonimo progetto post bop veneto, pubblicato da Emme Record Label, che sabato 19 agosto suonerà nello spazio Into The Garden. I brani, alcuni dei quali scritti dal trombettista Michele Tedesco e altri dal pianista Luca Dalla Gasperina, spaziano dall’universo contrappuntistico di Fiocchi di neve a quello swing di Guid or not, dalla suite di Per Eleonora alla forma canzone di Na cosetta. E lo fanno a volte con grazia, altre con impeto dirompente, grazie all’impronta ben marcata e articolata dell’accompagnamento di Thomas Osho Zausa alla batteria e Federico Lincetto al contrabbasso. La molteplicità compositiva è evidente, così come l’interplay e l’estro improvvisativo, che rimanda al vocabolario bop, ma sempre con l’idea di sfuggirgli, alla ricerca di nuovi percorsi. Le modulazioni metriche, i cambi di ritmo e di tempo, giocano un ruolo fondamentale, forzando i musicisti, ma anche l’ascoltatore, a navigare a vista, mai certi della direzione della corrente: da qui il nome del progetto Metronautica.
Un disco dallo spiccato senso melodico che fonde diversi stili e che sintetizza alla perfezione le diverse esperienze musicali dei musicisti che vi hanno preso parte. In questo modo possiamo sintetizzare l’essenza del Vibes Trio (Emme Record Label), disco d’esordio della band guidata dal vibrafonista e percussionista Antonio della Polla, che domenica 20 agosto suonerà al Fara Music Festival nello spazio Into The Garden. Un lavoro in cui si percepisce la voglia di sperimentare, al quale hanno preso parte Andrè Ferreira al contrabbasso e Vladimiro Celenta alla batteria. Il trio nasce nel 2022 su iniziativa di Antonio Della Polla, musicista di iniziale formazione pianistica, che ha deciso di esplorare nuove soluzioni nell’ambito del trio jazz moderno, trasferendo al vibrafono molte delle caratteristiche del più usuale trio pianistico. Il mezzo di espressione sono le composizioni originali del leader, in cui gli elementi musicali di vari generi e culture generano una fusione dalle tinte talvolta contrastanti, ma sorrette da una forte impalcatura jazzistica.
Antonio Della Polla
Sabato 26 agosto nello spazio Into The Garden andrà in scena Kairos, gruppo che presenterà il disco “Celosia”, recentemente uscito per l’etichetta Emme Record Label. L’ensemble è guidato da Vincenzo Natale alla fisarmonica e Gerardo Pizza al sax contralto, tenore e soprano, ed è completato da Lorenzo Gagna al basso elettrico, Stefano Riccio alla batteria ed Edoardo Ferri alla chitarra elettrica e acustica. In questo disco le radici, i suoni e le tradizioni popolari del sud Italia si mescolano con il jazz, il rock e con la musica moderna, in una perfetta armonia di suoni e interplay. Un incontro tra passato e presente e fra linguaggi apparentemente distanti che, nonostante la diversa provenienza, dialogano in perfetta simbiosi. Questa formazione, nata in Irpinia, ha cominciato il proprio cammino alla ricerca di nuove prospettive, trovando ispirazione nel sentimento di disagio e nella cultura dell’alterità. Per questo motivo ha abbracciato sonorità originali contaminate da suoni, linguaggi e visioni esterne.
A chiudere la XVII edizione del Fara Music Festival sarà la prima assoluta in Italia del duo polacco Jopek/Klemensiewicz. I due giovanissimi astri nascenti del jazz polacco presentano un progetto, tra i più interessanti a livello europeo, che fonde improvvisazione, folk e musica classica. Jakub Klemensiewicz (sassofoni) e Ania Jopek (piano/synth) sono i rappresentanti della giovane generazione di musicisti jazz, che hanno un loro stile specifico e creano costantemente nuove canzoni. Nel 2022 la compositrice ha pubblicato il suo album di debutto “Insight”, pubblicato da Alpaka Records e nominato per Fryderyk 2023 nella categoria jazz come debutto fonografico dell’anno. I due artisti sono stati anche i vincitori del concorso nazionale Jazz Nad Odrą a Breslavia (2023) e del concorso internazionale per giovani gruppi Jazz Juniors (2022). Hanno altresì ricevuto un riconoscimento durante la 24a Sax Club Jazz Review (2023), nonché nel concorso JAZZiNSPIRACJE, nell’ambito del Lublin Jazz Festival. Sono stati inoltre tra i finalisti del Young Crocus Jazz Contest, durante il Krokus Jazz Festival 2021.
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