
Nome e cognome Fabrizio Savino
Data e luogo di nascita Bari, 1 aprile 1981
Strumento chitarra
Web fabriziosavino.com
di Luciano Vanni
Quali caratteristiche specifiche ha la tua attività professionale? Che cosa distingue il tuo lavoro dagli altri?
Sicuramente ci sono vari aspetti che oramai fanno parte della mia attività. Lo studio e l’evoluzione musicale di me stesso al primo posto; contatti con musicisti e organizzazioni varie che si occupano di programmazione musicale; rapporti con etichette discografiche, ufficio stampa e booking. Turnista in studio di registrazione; insegnamento. Non so bene che cosa possa distinguere il mio lavoro dal lavoro degli altri, so solo che sono cosciente di ciò che faccio.
Come è cambiato il tuo mestiere, davanti ai tuoi occhi, nel corso degli anni?
Beh, è difficile da dire. Credo ben poco, in quanto le difficoltà che riscontro tutt’oggi sono quelle che anche i miei docenti passati mi raccontavano. Fare il musicista e vivere di musica a 360° oggi è una cosa molto difficile e, come tutte le passioni, richiede sacrificio e amore. Forse tra dieci anni potrei essere più esaustivo nella risposta.
Quali obiettivi sociali, culturali e artistici ti sei posto?
Credo fortemente che il primo passo per porsi obbiettivi sociali, culturali e artistici sia quello di aver cura di un proprio percorso. Dedizione, studio e curiosità sono alla base di uno sviluppo personale. Tutto il resto viene da sé.
Come gestisci la tua carriera? Hai un team che ti affianca o sei da solo?
Cerco di rinnovare spesso i miei collaboratori, da etichette a ufficio stampa. Per la promozione/vendita dei mie progetti faccio tutto solo.
Quali problemi hai riscontrato nel corso della tua carriera? E che cosa ti piace di più del tuo mestiere? E che cosa, di meno?
Ce ne sarebbero tanti da elencare, soprattutto se si parla delle relazioni in vari ambiti nel mercato italiano. Comunque in primis difficoltà nelle relazioni con etichette discografiche (a meno che non si accettino contratti assurdi di produzione dove in pratica sei tu stesso il produttore esecutivo del Tuo lavoro artistico). Riuscire ad avere un piano marketing di pubblicità e vendita da parte di un’etichetta (sembra sia veramente cosa inutile o eccessivamente esosa per loro); Relazioni con figure manageriali-booking; relazioni con i direttori artistici di Festival e Club.
Come ti poni davanti al mercato internazionale? Lo consideri un’opportunità rilevante? Come ti stai muovendo? Hai già avuto esperienze positive? Quanto incide, nella tua economia, il mercato internazionale?
Direi che oggi parlare di mercato internazionale e nazionale sia un grave errore. Il mercato è unico. Abbiamo dei mezzi che ci danno la possibilità di arrivare ovunque e subito senza molti sforzi. Io principalmente sto iniziando a trasferirmi per dei mesi nelle città dove ho maggior interesse musicale e cerco di instaurare rapporti lavorativi. Economicamente parlando per ora non incide molto.
A fianco della tua attività artistica ne affianchi anche altre (promoter, direttore artistic0, booking agency, didattica, autore di libri-metodi didattici)?
Promoter di me stesso e didattica.
Dedichi tempo, professionalmente, ai social? E se sì, quanto tempo e su quali social (Facebook, Twitter, Instagram)? Quanto pensi siano rilevanti ai fini della tua notorietà e della tua professione? Hai una pagina personale/privata e una artistica/pubblica? Come gestisci la tua comunicazione all’esterno? Fai attenzione a non parlare di politica, calcio, vita privata, oppure ti senti libero di scegliere linguaggi e argomenti?
Sicuramente i social oggi sono importanti per la promozione del tuo lavoro. Dedico il giusto tempo senza però dimenticare che i rapporti umani sono molto più importanti e lo studio della musica lo è ancora di più. Quindi l’utilizzo dei social non deve intaccare la mia crescita artistica.
Che strategia adotti per promuovere la tua attività? Cerchi di instaurare rapporti diretti con giornalisti, promoter, discografici, manager?
Cerco principalmente di avere dei rapporti di fiducia e stima professionale con tutte le figure che mi sono vicine nel lavoro. Per il resto mi muovo spesso in città, nazioni per far conoscere la mia musica e accrescere la mia rete di contatti.
Che cosa ne pensi della promozione artistica applicata ai video? Investi risorse nella realizzazione di teaser, videoclip, riprese live? Hai un tuo canale YouTube?
Molto importanti per divulgare sul web la tua musica. Ho anch’io fatto video/teaser e ho una pagina YouTube.
Quanto tempo dedichi all’aggiornamento del tuo web? Lo ritieni ancora uno strumento valido?
Come ho risposto prima, dedico il giusto tempo anche in base al periodo di lavoro.
In che stato economico versa il jazz italiano, dal tuo punto di vista? Che cosa funziona, e che cosa non funziona?
Un po’ come tutta l’economia del paese, non troppo stabile. Ci sono pochi club che programmano con frequenza settimanale e sono già pieni di progetti dato che ci sono più musicisti e dischi in uscita di club o festival.
Che cosa ne pensi di ciò che sta accadendo nella discografia? Ha ancora senso parlare di cd?
Per chi ama collezionare dischi/cd (come me) si. Se invece pensiamo ad un guadagno sulla vendita dei Cd, allora credo che sia arrivata l’ora di cambiare rotta. I dischi non si vendono più se non hai concerti.
Hai dei modelli specifici che riconosci ‘di qualità’ non tanto sul fronte artistico ma sul fronte del music business?
Molta musica americana e di conseguenza label americane fanno degli ottimi lavori. Nessun esempio in particolare.
Come ti poni davanti ai finanziamenti pubblici dirottati ai festival? Pensi siano utili? Pensi che siano un “doping” ai danni dei contribuenti oppure di fondamentale importanza sociale e culturale? Che cosa significa secondo te “investimento pubblico in cultura”?
Sicuramente sono utili. Bisognerebbe cercare di rinvestire i soldi non solo per fare festival con i soliti grandi nomi (senza nulla togliere alla loro qualità musicale), costruendo vetrine e spazi per i cosiddetti gruppi o artisti emergenti. Investire nella cultura è alla base di una sana ed intelligente società. Non farlo sarebbe un gran danno. Il problema è che il sistema è così pieno di falle che anche se ci sono figure politiche/organizzative molto sensibili alla cultura appena inizi a relazionarti con “piani” politicamente parlando più alti tutto diventa più difficile e molte volte si ferma tutto o si sporca facendo si che tutto le buone intenzioni vengano poi distrutte.
Ritieni che un musicista abbia anche un ruolo sociale, oltreché artistico? E se sì, in quale direzione?
Credo che tutte le persone abbiano un ruolo sociale molto importante. Se ognuno cercasse di migliorare se stesso forse qualcosa avrà inizio. I musicisti hanno un’arma in più: la musica.
Se tu avessi un ruolo politico rilevante, quali interventi adotteresti per migliorare la cultura e il music business specificatamente relativo alla musica jazz?
Sicuramente far si che ci siano figure che possano, senza rapporti di amicizia, relazionare in maniera meritocratica al prodotto offerto. Ma credo sia utopia, e non solo nella musica.
Se tu avessi un ruolo manageriale rilevante (promoter, discografico, editore, manager) in questo ambiente, come ti comporteresti?
Cercherei di avere relazione con più musicisti possibili cercando di essere il più sincero possibile sul percosso da fare. Risponderei alle mail di presentazione del progetto (cosa molto molto molto rara), e soprattutto non produrrei tanti dischi solo per far catalogo (come fanno alcune label italiane, almeno quelle con le quali mi è capitato di avere dei contatti che ho scartato immediatamente).
Come ti vedi, professionalmente parlando, tra dieci anni?
Spero sempre in evoluzione e ricerca. Non fermo in un luogo con l’opportunità di collaborare con più musicisti possibili che mi insegnino ancora musica.