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Essere artista</br>Intervista a Serena Brancale
Photo Credit To Francesco Ricci

Essere artista
Intervista a Serena Brancale

3 agosto 2017

Abbiamo intervistato Serena Brancale dopo la sua fortunata tournée in Asia e mentre sta lavorando al seguito di “Galleggiare”, l’album del 2015 grazie al quale venne invitata a cantare al Festival di San Remo.

Di Eugenio Mirti

Sei un’artista eclettica che sfugge alle definizioni: cantante, attrice, videomaker…
Hai ragione, non mi sento una cantante al cento per cento, penso più all’idea di spettacolo, mi piace pensarmi come artista, un concetto molto profondo e difficilmente etichettabile. Infatti quando mi presento evito di dare una definizione precisa, sono sempre vaga. Tra l’altro ho incominciato con il teatro, poi in radio, poi ci fu il film con Sergio Rubini a 15 anni, tutte esperienze che mi hanno formata. Se i concerti sono belli e coinvolgenti è anche frutto di questo lavoro.

Nell’era della specializzazione chi è eclettico spesso non è fortunato.
Verissimo: si tende a etichettare ed essere etichettati, e quasi sempre devi rispondere alla domanda: che genere fai? E chi vuole produrre vuole sapere che direzione prenderà la musica, ma io non lo so, sono passata da tante cose. Se mi fossi specializzata nel jazz forse si avrebbe una visione più ordinata di me, ma mi piace attingere a più generi. Devo anche dire che quando realizzi che una parte di pubblico viene ad ascoltarti perché sei proprio così, sei particolarmente felice.

 

Come è andata l’esperienza di San Remo 2015? Perché hai fatto dirigere l’orchesttra a Carolina Bubbico?
Da quel momento in poi nella mìa carriera è cambiato tutto; è stato un mio desiderio di avere Carolina, perché siamo molto amiche e legate; con lei abbiamo tanto cose in comune, e in quel momento la volevo insieme a me su quel palco, visto che avevamo parlato spesso del Festival; è l’unica cantante con cui riesco ad avere questo tipo di rapporto, e inoltre arrangia spesso i miei lavori.

Come lavori alle composizioni?
Oggi ne scriverò una…  se ho un’idea la sviluppo al pianoforte, che è un po’ la mia ancora musicale; poi vado nel mio studio nel quale realizzo i brani al pc, in questo modo riesco a dare un’idea più forte di come l’avevo pensato. Sono abbastanza creativa e non mi limito solo alla melodia ma penso ai suoni di batteria, agli arrangiamenti, e così via.

Qual è l tuo sogno?
Rifare almeno altre due volte San Remo.

Sei molto attiva nell’uso dei social, posto molti video ecc.; cosa pensi di queste nuove tecnologie?
Forse i social tolgono importanza ai contenuti ma dipende, ci sono modi intelligenti di pubblicare; a volte di sono delle dinamiche perverse, si tende forse a guardare solo ciò che è divertente; in ogni caso anche io cerco di giocarci un po’, e ogni tanto mi piace sbroccare e ridere.

Sei appena stata in Asia.
Non c’ero mai stata prima ed è stata una sorpresa, ho cantato a a Bangkok e Giacarta; sono andata a presentare il mio disco ed ero preoccupata, ma devo dire che  molti conoscevano i pezzi, quindi ho trovato un pubblico attento. Non vedo l’ora di tornare: a dicembre avrò delle date in Giappone e sono contenta,

Stai lavorando a un nuovo disco?
Certo; ora sono molto concentrata sul suono e sul team che mi deve circondare. Credo che uscirà tra Natale e il prossimo anno.

Post source : Eugenio Mirti